TANGO AI TEMPI DI CORONAVIRUS: FORSE NON CI SIAMO CAPITI.

Non è proprio nelle mie corde essere allarmista o, peggio, ansiosa relativamente alle malattie, ma, in questo caso particolare di epidemia, bisogna ribadire concetti che sembrano così evidenti ma che tali non sono.

Tutti, quotidianamente, ad ogni telegiornale, siamo invitati/esortati/consigliati ad agire comportamenti atti ad evitare che il contagio dilaghi incontrollato, con le conseguenze del caso.

E’ un momento difficile per ognuno di noi, per gli abitanti delle zone rosse pure peggio quindi, è assolutamente necessario comportarsi da cittadini responsabili. Anche per non rendere vano il sacrificio di quelli che rispettano i divieti.

La comunità tanguera internazionale, composta da persone che sono portatrici sanissime del “virus da tango dipendenza”, è in evidente crisi da astinenza (io per prima!) NON potendo ballare adesso e per chissà quando, fino a fine emergenza.

RIPETIAMO INSIEME: NON POSSIAMO BALLARE, NON POSSIAMO BALLARE, NON POSSIAMO BALLARE.

Il mantra che dovrebbe sgorgare dalla nostra coscienza civile, dovrebbe essere un altro: ADESSO SCELGO DI NON BALLARE, ADESSO SCELGO DI NON BALLARE, ADESSO SCELGO DI NON BALLARE.

La differenza è evidente: obbligo a fronte di scelta consapevole e matura.

Quasi tutte le scuole e molti privati organizzatori, ordinanza o meno, hanno chiuso i battenti, sospendendo lezioni, milonghe, eventi i cui costi sono già stati parzialmente anticipati, rispondendo a un’emergenza che – ricordiamolo!- ha carattere GLOBALE, evitando responsabilmente di contribuire al contagio che porta ricadute, non solo sulla salute pubblica ma anche sull’economia – già provata, della nostra nazione.

Ben comprendo il danno economico, specie di coloro che con il tango ci vivono, ma, temo, non ci siano altre possibilità (forse predisporre lezioni e video da inviare ai propri studenti, così da portare avanti una sorta di didattica a distanza? almeno per il momento?).

A tutti gli altri, a quelli come me, che ballano PER LORO PIACERE, SMETTETELA DI LAMENTARVI E COMPORTATEVI COME SI DEVE, ASTENENDOVI DALLE DANZE!!!!

Leggo su FB di un sacco di eventi “carbonari”, tanto per dire che a noi non succede che tanto sono fatalista che si tratta solo di influenza.

Siete degli sciagurati irresponsabili e immaturi. Provate a riempire la vostra vita con altre attività consentite e sappiate aspettare, non è questo il momento storico per comportarsi da sciocchi.

AMEN.

Pimpra

LEGGETE QUESTO ARTICOLO ESTREMAMENTE INTERESSANTE SULL’ARGOMENTO QUI IN INGLESE.

TITOLO ORIGINALE:

Tango during/after #coronavirus crisis

3 March 2020 by Daniel de Kay

TRADUZIONE IN ITALIANO A CURA DI VERONICA ANNA FEDERICA e SHEILA KATOUZIAN:

La pandemia globale è ancora in corso. Notiziari, media, specialmente i social, sono pieni di post, opinioni ed articoli, di diversa utilità per il lettore. La confusione e la paura sono le reazioni maggiormente osservabili, insieme all’incertezza sul da farsi, su cosa aspettarsi, e soprattutto sul cosa capiterà.

Questo articolo non tenta di aggiungere altri fatti in merito al coronavirus, come la R0, tassi di mortalità, numero dei casi rilavati. Questo viene lasciato ad altre sedi.

Se ne parla abbastanza altrove, e non ancora con abbastanza fatti e verità. Andate sulle fonti ufficiali (OMS), e non (solo) sui social media. Se volete leggere qualcosa di utile su FB, guardate i post di Marvin Hansen

Avviso
Questo articolo vuole evidenziare l’impatto del coronavirus sulla comunità tanguera, oltre a proporre e discutere sulle opzioni per il futuro, dopo che tutti saremo tornati ad una (nuova) normalità.
Prima del coronavirus

Breve storia

Il Tango viene ballato sempre più in un abbraccio chiuso

La comunità globale del tango è strettamente connessa e i ballerini arrivano da ogni dove

Ogni fine settimana hanno luogo diversi eventi internazionali, che radunano persone di differenti nazionalità, insieme, per un intenso scambio.

Ma: negli scorsi anni, ho visto, specialmente negli eventi internazionali, ballerini essere presenti, impegnati e tra loro interagenti in abbraccio stretto, nonostante alcuni di loro fossero malati.

Solitamente si trattava di un normale raffreddore, o qualche altra malattia infettiva. E non vi è mai stata alcuna discussione in merito a questo. La reazione comune e tacitamente accettata era di empatia e supporto emotivo per il ballerino malato che avrebbe potuto perlomeno farsi qualche tanda.
Andava bene essere malati e partecipare, ballando, ad eventi internazionali.

Entra: Coronavirus
Storia parallela, estranea al tango: un uomo di 47 anni arriva in ospedale, positivo al coronavirus e con sintomatologia grave.

Viene messo in terapia intensiva, ed hanno inizio le indagini. Quattordici giorni prima del suo ricovero in ospedale aveva preso parte ad una festa di carnevale con 300 partecipanti in una piccola città tedesca.

Dopo l’inizio delle indagini, gli altri partecipanti furono visitati e 60 di loro risultarono positivi al test per il coronavirus, pur senza mostrare sintomi gravi o aver bisogno della terapia intensiva.
Questo accadeva intorno al 28 febbraio 2020, e da allora sono stati identificati circa 150 partecipanti, dei 300 che avevano partecipato all’evento. Non sono riusciti ad individuare l’origine dell’infezione, il cosidetto paziente 0.
Le autorità decisero perciò di mettere in quarantena per 14 giorni circa altre 1000 persone, che vivono nell’area interessata.
La festa di carnevale aveva avuto luogo intorno al 14 febbraio, e i primi sintomi nei contagiati si sono manifestati intorno al 28 febbraio.

Le persone contagiate al carnevale hanno ulteriormente contagiato altre persone, in un’area più grande, e, oggi come oggi, i casi conosciuti sono più di 180 (tre volte tanto!). Si prevede di testare soltanto le persone che presentano dei sintomi, quindi probabilmente il numero delle persone asintomatiche è molto maggiore.
La festa di carnevale è comparabile al Tango, con tre eccezioni:

  • Le persone non ballano in abbraccio chiuso, o non si abbracciano per 10 minuti con un estraneo
  • L’evento non dura tra giorni
  • I partecipanti non arrivano da tutt’Europa.
  • Avanti veloce: IL CORONAVIRUS NEL TANGO
    Ferrara: il primo caso documentato nel tango
    Un ballerino spagnolo ritorna da un Encuentro in Italia e viene testato per il coronavirus: positivo.
    Conseguenze: le autorità contattano tutti i partecipanti e prescrivono una quarantena di 14 giorni a casa. Il paziente 0 in questo caso: sconosciuto.
    Ho postato una domanda su FB per avere maggiori chiarimenti ed ho ricevuto risposta tramite messaggio privato: c’è anche qualche altro caso di ballerino positivo, proveniente da quell’evento.
    L’encuentro si è tenuto nel week end del 21 febbraio, e la notizia è stata pubblicata il 2 marzo.

    Ed ancora: il calendario di TMD mostra 9 eventi nel week end del 21 febbraio, incluso l’Encuentro di Ferrara. Il week end successivo solo 5 eventi. Il prossimo week end: 5 eventi, tra cui La Tosca, che è stata posticipata proprio ieri (l’altri ieri, nota mia).
    Tutto questo fa intuire che: il virus è già presente tra i ballerini che viaggiano per tango, e si diffonde.

    LA TOSCA: POSTICIPATA
    Mettiamo da parte, per un momento, le conseguenze dell’infezione, e focalizziamoci su quello che sarebbe potuto succedere a Signa, se la Tosca avesse avuto luogo come previsto:
  • I 400 ballerini da ogni parte d’Europa si sarebbero incontrati per un intero week end di tango, un sacco di abbracci, per almeno una tanda.
  • Il rischio di essere infettati diventa molto alto se si balla con un partner infettato. Molto più che a una festa di carnevale con 300 persone, dove ne sono state contagiate 60.
  • Ma prendiamo questi numeri e facciamo un calcolo per analogia: 400 ballerini, 80 contagiati. La diagnosi viene fatta probabilmente dopo 14 giorni. Per ognuna di queste persone malate si possono ipotizzare circa 150 contatti di primo grado, prima della diagnosi. E questo senza calcolare un secondo o terzo grado di contatto.
    Vorrebbe dire mettere più di 1000 persone in quarantena per 14 giorni.
  • Nella città tedesca dell’esempio, era stato facile: la maggior parte dei partecipanti viveva nella città, quindi il contagio era stato più facilmente contenibile.
  • Nel caso del tango, molte persone arrivano da diverse città. Quindi, per la Tosca, con 400 ballerini, si presume arrivino da almeno 150 diverse città.

    Non voglio continuare con i calcoli. Non perché i numeri siano troppo alti e demotivanti, ma perché è troppo complicato a causa della diffusione internazionale. Un giornale belga ha fatto un’analogia con l’influenza “normale” di ogni anno, ed è arrivato alla conclusione di 850000 persone contagiate e 50000 decessi.
    Quindi, già solo per questo aspetto, è stata una buona idea posticipare l’evento. Onore alle ragazze che hanno preso questa difficile decisione.

RESPONSABILITA’

E’ molto sexy al giorno d’oggi essere un organizzatore. Creare un bell’evento per i tuoi amici. Chiunque può farlo e molti lo fanno, basta guardare l’esplosione di eventi negli ultimi anni.

Organizzare un evento è un lavoro duro, e il lavoro durante l’evento è la cosa più facile da vedersi. Serve un numero infinito di ore per organizzare, negoziare, fare marketing, tessere relazioni, correre dietro ai leader…

La maggior parte degli eventi portano a nessun guadagno, o un guadagno minimo. Ci sono i contratti con le location ed il catering. I DJ devono essere ingaggiati e vanno organizzati i viaggi. E questo è solo per cerare l’evento. Poi ci sono i partecipanti, che sostengono spese di viaggio, prenotazioni di hotel e altre spese.

Una maratona di tango che costa 130 euro, comporta che facilmente per ogni persona si spendano circa 300 euro in tutto. Quindi un evento come La Tosca con 400 partecipanti muove denaro tra 50k (solo costo dell’ingresso) e 100k euro (spese di viaggio aggiuntive da parte dei partecipanti). E molti di questi soldi non sono rimborsabili.

Posso dirvi questo: gli organizzatori che se ne rendono conto, sentono quel denaro e pressione sulle loro spalle. Il solo pensiero che l’evento non piaccia ai partecipanti è già negativo, ma pensare alla cancellazione: è catastrofico.
E poi i partecipanti potrebbero persino pensare a chiedere rimborsi agli organizzatori poiché i biglietti aerei e gli alloggi a buon prezzo spesso non sono rimborsabili. E poi: gli organizzatori hanno contratti, obblighi, per lo più non rimborsabili.

Quindi: come organizzatore, sei praticamente fottuto in questa situazione. Dal punto di vista medico e sotto le aspettative della società ti senti obbligato a cancellare l’evento. Come ballerino, organizzatore e amante del tango, non vuoi nemmeno pensare a deludere i tuoi ospiti.

E: chi lo sa, forse nessuno verrà contagiato? Non può andare sempre tutto male, giusto?

È una decisione difficile, soprattutto perché quella decisione non è solo tua. Come organizzatore, non sei tu che resti a casa e che forse non riavrai i soldi già spesi per ballare. In questo caso, prendi una decisione che riguarda molte persone. Ad ogni modo, allo stato attuale tutti sono già confusi nel tentativo di capire cosa faranno se l’evento non viene cancellato: parteciperanno? E poi ci sono tutti i media, la famiglia, la società che ci dicono qual è la cosa giusta da fare. Ma si tratta solo di alcune belle tande, e sicuramente i ballerini malati rimarranno a casa, comunque.

Non pensiamo nemmeno all’aspetto della responsabilità. Cosa succede se qualcuno viene contagiato in quell’evento e muore? Chi è il responsabile? Chi sarà incolpato? E se anche legalmente non ci fosse colpa, gli organizzatori e i partecipanti saranno in grado di conviverci e gestirla?

ORA

TANGO, CORONA E BUENOS AIRES

Ad oggi: casi di coronavirus sono stati riscontrati in tutta Europa, anche se si tratta magari di un caso solo. Non conosciamo i numeri reali, perché i casi riportati si riferiscono solo a chi è stato sottoposto al test, non ai numeri reali.

I casi al di fuori della Cina stanno aumentando esponenzialmente. In Germania i casi raddoppiano ogni 3 giorni, il che significa: 2 in 3 giorni, 4 in 6 giorni e 8 in 9 giorni. Il periodo di incubazione è comunemente indicato in 14 giorni, ma sono stati segnalati casi con un’incubazione massima di 24 giorni.

Come organizzatore:

  • Dovresti comunicare con i tuoi ospiti.
  • Non aspettare che questa cosa sparisca da sola. I tuoi ospiti sono già preoccupati.
  • Dovresti valutare le opzioni e idealmente già essere in trattative con i tuoi fornitori e location per le diverse opzioni: rinviare l’evento sarebbe meglio.

Come ballerino

  • Decidi tu stesso in base alla tua situazione. In particolare, considera chi hai vicino, come la famiglia, i parenti e le potenziali conseguenze.
  • Sii consapevole della valutazione della situazione del tuo ministero degli esteri e del tuo datore di lavoro.
  • Comunica con i tuoi compagni di viaggio e con gli organizzatori.
  • Sii comprensivo verso qualsiasi decisione venga presa e comunicata dagli organizzatori.

FUTURO

Dopo il coronavirus/prima del coronavirus/altro-virus
Mentre questa pandemia in via di sviluppo fa il suo corso, è tempo che parliamo di responsabilità, opzioni e azioni.
Non ho risposte, quindi ecco alcune idee:

ORGANIZZATORI

  • Stipula un’assicurazione!
  • Abbi un piano B
  • Abbi cura dei tuoi partecipanti: i bagni: devono essere puliti regolarmente; offri disinfettanti per le mani; sapone; asciugamani di carta usa e getta.
  • Cibo: preparate e servite cibo con i guanti; fate attenzione ai capelli quando si serve cibo… controlla i regolamenti per la somministrazione di cibi
  • Offri rimborsi ai partecipanti che decidono di rimanere a casa perché sono malati.
  • Sii consapevole delle esigenze di salute dei tuoi partecipanti.
  • Hai ospiti con più di 60 anni o incinte? Sono a rischio più elevato.

BALLERINI

  • Non partecipare agli eventi quando sei malato. Non importa quanti amici ci sono e quanto hai bisogno di ballare. Infetterai gli altri.
  • Sii responsabile di te stesso e di coloro che ami ( la famiglia, i bambini, i nonni, …)
  • Lavati le mani regolarmente e per almeno 20 secondi!
  • Prenditi cura del tuo sistema immunitario. Mangia sano. Bevi abbastanza. Prendi le vitamine. Dormi abbastanza.

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IL TANGO AI TEMPI DI CORONAVIRUS

Certe epidemie ti sorprendono così, tra il lusco e il brusco, un giorno a caso mentre guardi il TG e ti avvisano che, in un luogo tanto lontano da casa tua, è in atto una virulenta epidemia.

D’istinto mi dispiaccio per le persone coinvolte ma, non mi agito, non mi faccio prendere dal panico.

Poi però il virus scorrazza a briglie sciolte per il pianeta e ti ritrovi casa infestata come quel paese tanto lontano che ne è stata la fonte.

Continuo a restare serena anche se i mass media italiani fanno i peggio disastri (e come potrebbe essere diverso, considerato il nostro “spirito di popolo”?) provocando un panico irrazionale in troppe persone.

Resto calma ma cerco di riflettere e di informarmi.

Ho un’età e uno stato di salute che mi espongono a un rischio davvero lieve, alla peggio prenderei un’influenza, ma il problema non è questo, non è la MIA salute, è la salute degli altri, che potrei – anche inconsapevolmente – contagiare e, per effetto domino, il collasso a cui possono venire esposti i servizi sanitari di emergenza, le terapie intensive che non sono strutturate per simili emergenze.

La MIA influenza, non è il vero problema. E’ che posso contribuire, come untore (anche asintomatico) alla diffusione esponenziale del virus.

Sono una ballerina di tango, questo è il periodo in cui vengono organizzati eventi di tango che sono nel mio cuore.

Che fare quindi? Andarci, tanto per me il rischio è pressoché nullo o fermarsi a riflettere, pensando, per una volta, alle conseguenze su un sistema più grande?

Non è affatto facile prendere questa decisione, perché ballare è un’esigenza spirituale oltre che fisica.

Assisto a molti dibattiti in proposito, le fazioni si dividono sostanzialmente tra gli “allarmisti” e i “negazionisti”.

Credo non sia giusto giudicare le scelte di nessuno.

Siamo cittadini di un paese e, per una volta, siamo chiamati a dare una risposta – sicuramente – personale, a un’emergenza pubblica.

Io la mia scelta l’ho fatta.

Pimpra

Articolo di oggi

PRIMI PASSI: la prima volta in milonga

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Per tutti lasciare il nido la prima volta è un momento solenne, importante, spaventoso anche. Però, prima o poi, bisogna farlo.

Per i neofiti tangueros/as accade lo stesso: la prima uscita di ballo al di fuori delle pareti protettive della scuola. Un momento importante nella vita danzereccia di chiunque.

Da vecchia giaguara della pista, voglio dire qualcosa ai pulcini che si apprestano alla loro prima esperienza affinché possa essere una gioia per loro e non un fastidio per gli altri.

IL MIO PICCOLO BREVIARIO DELLA “PRIMA VOLTA”

  • L’ATTEGGIAMENTO MENTALE: gioioso/rilassato. Il secondo sarà difficile da mantenere perché, specie gli uomini, sentiranno pesare forte l’ansia da prestazione, ma voi tutti provateci
  • L’ANSIA: l’ansia da prestazione si controlla: a. ascoltando la musica PRIMA di muovere i passi b. ascoltando la ballerina, prendendosi il tempo per stabilire la connessione nell’abbraccio c. si va nella ronda interna, quella più lenta dove non arrecare fastidio a chi si muove con una dinamica più fluida
  • EDUCAZIONE: rispettate le pause degli altri, non correte travolgendo chi trovate sulla vostra strada, se dovesse accadere un contatto indesiderato SCUSATEVI anche se credete che la colpa non sia la vostra.
  • LA RONDA: la milonga non è una giungla, non è una gincana dove sgommare con i pneumatici, non dovete arrivare primi da nessuna parte. La milonga è un organo che vive, respira, pulsa, non dovete creare disturbo a nessuno.
  • LA BALLERINA: Non si usa la ballerina per provare passi. Se ballate o non ballate con la partner del vostro corso, in milonga, NESSUNO E’ PROFESSORE. Se lei sbaglia, probabilmente avete marcato male, oppure lei ha semplicemente sbagliato. Non si giudica l’errore, non si danno consigli su come fare un’azione, non si esprime a voce l’intento di quel passo. NO! Né da principianti, né MAI! Questo punto dovete ficcarvelo bene in testa! TUTTI, uomini e donne.
  • IL BALLERINO: NON è un palo da lap dance. Signore, anche se avete speso centinaia di euro in lezioni di tecnica femminile, adornos compresi, guai a voi se scambiate il vostro partner di ballo come appoggio da usare per i vostri giochetti. NO! L’intento è di ballare INSIEME, di trovare un’armoniosa comunicazione, di fluire.
  • RISPETTO PER GLI ALTRI: quindi mantenete la ronda, evitate gambe all’aria in movimenti allucinanti che potrebbero atterrare malamente su piedi o corpi di coloro che avete intorno. Il tango si arricchisce di giochi dopo tantissimo studio, dopo tantissimi km passati a ballare, dopo tantissimo tempo. Siete principianti, alle prime armi, non siete in grado di gestire il vostro corpo/il tempo della musica/la marca che ricevete per inoltrarvi in un terreno minato
  • SORRIDETE: si va in milonga per godere di un tempo gioioso e piacevole, per conoscere persone, per chiacchierare. La milonga è il luogo della distensione, dell’amicizia. Non dovete performare, non dovete dimostrare nulla a nessuno, solo stare bene, in felicità.
  • POSATE UNO SGUARDO AMOREVOLE SULLE COPPIE CHE DANZANO: come guardiamo gli altri, condiziona la nostra vita. Se cerchiamo il bello e il buono in ciò che abbiamo davanti, lo troviamo sempre. In milonga si osserva il tango delle altre coppie, GODENDO di ciò che vediamo, NON criticandone gli elementi tecnici e/o peggio i ballerini. NO! Il bordo pista deve essere uno sguardo comunitario e amorevole su tutti. Ripeto, nessuno deve fare una gara di “bravura, capacità tecnica, musicalità, figaggine” siamo in milonga per stare bene, per ballare, per scambiare sensazioni/emozioni/suggestioni.
  • TIRARSELA: eliminate questo verbo dal vocabolario (è utile anche per la vita fuori dalla milonga). Nessuno è superiore a un altro, anche se sapete di essere i migliori del vostro corso o della vostra scuola. Avrete un universo di ballerini/e migliori di voi. E’ un fatto. Perciò, mantenete un basso profilo e siate aperti agli altri, in termini di socialità danzereccia che significa: iniziate da subito a BALLARE CON TUTTI! Con i belli con i bravi e con i brutti! Si impara e si evolve e si migliora solo DALLO SCAMBIO. Inutile che vi incaponite nella ricerca della tanda con il ballerino/a di grande esperienza, schifando i vostri simili. Tornate sulla terra e sporcatevi le scarpe. Solo così, forse, un giorno, sarete ballerini/e di qualità!
  • LA MIRADA: in milonga dimenticate di avere le mani o la voce. Per invitare si usano gli occhi. Se i vostri Maestri non l’hanno ancora fatto, chiedete loro di spiegarvelo

Sicuramente, avrei ancora tanto altro da aggiungere, ma tanto. Mi sono limitata a questi piccoli suggerimenti che, se messi in pratica, credo possano iniziare alla vita della milonga, ballerini/e garbati e piacevoli. Il resto poi viene da solo. Si spera!

Pimpra

LA MILONGA FA IL TJ O IL TJ FA LA MILONGA?

A tutti voi sarà capitato di dover scegliere tra una milonga e un’altra, complice la grande offerta di questi ultimi anni e la sovrapposizione di eventi nella stessa serata.

C’è chi decide privilegiando la comodità, il luogo più facilmente raggiungibile, chi il pavimento dove si balla, chi la gente che si aspetta di trovare, chi il costo dell’ingresso e quanto viene offerto …

Poi ci sono gli altri, quelli che scelgono in base al Musicalizador.

Figura di riferimento, giullare di corte che farà divertire gli ospiti, il deus ex machina della serata, ne è l’anima pulsante.

Credo sia praticamente impossibile razionalizzare, se non per tratti assolutamente approssimativi, le caratteristiche ideali che deve possedere colui o colei che tesseranno il canovaccio musicale della serata.

Di una cosa sono certa: ci sono troppi musicalizadores improvvisati in giro per milonghe. 🙂

Far divertire la gente è una grande responsabilità. Non basta avere una playlist sul pc, spesso scopiazzata qua e là sul lavoro di altri, e spararla nell’etere durante la serata. No.

La milonga è un animale vivo, vibrante, scostante, mutevole, bizzarro, capriccioso. Bisogna avere la capacità domarlo, di gestirlo, di renderlo felice di seguirvi e, magari, di chiedervene ancora.

Il TJ, per me, è un ipercreativo/reattivo/empatico.

E’ l’artista con il pennello in mano che è capace di usare la bomboletta spray se la tela la richiede. Metafora per dire che, se pure parte con un’idea di proposta musicale se l’animale pista non è ricettivo, cambia proposta, si adatta, insomma legge la pista.

La pista è il suo DIO, non lui.

Personalmente apprezzo molto quando in milonga mi vengono proposte una/due tande “sperimentali” con sonorità nuove o poco sentite, diverse. Lo apprezzo, è stimolante. Può piacermi o meno ma comunque mi apre orizzonti.

Personalmente faccio sempre più fatica a sopportare quei TJ che ti vogliono fare la leziuncella insegnandoti a colpi di tande inutili che la bella musica è solo quella, che se a te piace che so una “Merceditas” ti puoi buttare nel cesso dei tangueri ignoranti e involuti.

A questi Musicalizadores iper colti rispondo “sticazzi”. Non so voi, ma io vado in milonga per divertirmi che, se devo sentire messa, altri sono i luoghi da frequentare…

Ho, come immagino ognuno dei danzanti che stanno leggendo il post, una mia bella lista di apprezzatissimi TJ, uomini e donne di età, gusti musicali, creatori di buone onde, molto diversi tra loro.

A tutti riconosco l’intelligenza di sapersi connettere con la pista, la cultura musicale, intesa come profonda conoscenza e continua ricerca, la gioiosità implicita del loro carattere perchè se sono persone dal pensiero positivo, anche la pista lo annuserà godendone al massimo.

La predica è finita, andate in pace!

Pimpra

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ZIBALDONE DI FINE ANNO

Lo saluto così, senza grandi lamentele e neppure rimpianti. Un anno che è stato, ne sono certa, preparatorio a qualcosa di nuovo, di interessante e coinvolgente.

Lo saluto con un sorriso, di quelli che ci si scambia con gli estranei nella metro di Parigi, complice la bellezza della città e le sue meraviglie. L’anno prossimo ci torno, ne sono sicura.

E’ stato l’anno del giro di boa boa che mi ha resa una donna più libera e più forte. Invecchiare nel corpo è inversamente proporzionale alla crescita interiore che continua ad arricchirsi di significato e di sfumature. Quindi, perché non esserne felice?

Ho ricevuto un dono speciale che sta rendendo la convivenza con me stessa finalmente piacevole. Ti ringrazio, davvero, tantissimo G. M.

Ho imparato che la casa va ringraziata con un semplice rito che può essere laico o religioso.

Basta munirsi di incenso in grani dell’aroma che più troviamo piacevole, prendere una candela e, da soli o con le persone con cui viviamo, ringraziare ogni stanza della casa per quello che fa e per come ci accoglie. Concluso il rito ci accorgiamo immediatamente di come l’energia dell’appartamento sia cambiata. In meglio. Gli animali domestici sono i primi a beneficiarne e a dimostrarlo.

Se la resilienza è il solo modo di affrontare le avversità, quest’anno che si sta chiudendo, mi ha insegnato a farlo con il sorriso. Tutto diventa più semplice.

Sarà un capodanno molto intimo il mio, senza il bagliore dei lustrini e degli abiti da sera. Poco male, ci penserà la fiamma del caminetto a riscaldare l’ambiente e a creare la giusta atmosfera.

In alto i calici! CIN CIN!

Pimpra

POST SESSISTA

Oggi mi concedo l’immenso piacere di lanciarmi in un post dichiaratamente sessista.

Uomini, siete avvisati.

L’argomento del contendere è la devianza comportamentale che il testosterone provoca su maschi cinquantenni e oltre. Su numerosi soggetti maschili, non su tutti, ovviamente.

Credo che si tratti di accettazione, o meglio del suo contrario: la non accettazione che il tempo passa per tutti, pure per gli uomini più virili.

Noi donne ci siamo abituate, come se la natura ci insegnasse, da subito, che abbiamo delle tappe fisiche che segnano, inesorabili, l’andamento verso la vecchiaia.

Per noi, si chiama menopausa. Mica facile eh, sia chiaro, a parte i fastidi fisici/umorali connessi a questo cambiamento, l’impossibilità dichiarata di non poter avere più figli, decreta, in una certo senso, una nostra “fine”, o meglio un limite, la soglia verso una nuova età.

Non è che ci buttiamo alle ortiche, per carità, ma, in coscienza nostra, sappiamo che si apre un nuovo capitolo ci piaccia o no. Impariamo che è nostro dovere quello di tenerci in forma per non svaccare, dobbiamo prestare più attenzione alla salute perché si fa più fragile, approcciamo il mondo con occhi diversi molto più ricchi di sfumature e di sensi.

Il post sessista che sto per buttare giù è questo: troppi uomini cadono malamente nella trappola dell’età, perché pure loro, sebbene non gli si fermi nulla nel corpo, come a noi le mestruazioni, invecchiano. Punto.

Ciò che noto è che, quando ne prendono consapevolezza – capelli bianchi o non capelli, muscoli molto meno guizzanti, rughe, bisogno di occhiali da vista da vicino e lontano anche se prima erano aquile, pelle che perde tonicità, doloretti in giro per il corpo, cose naturalissime ovviamente – in alcuni soggetti scatta qualcosa dentro.

Urge impellente la necessità di dimostrare al mondo e a se stessi di possedere lo stesso vigore degli anni verdi. Vigore che, ahimè, non si esprime in tutto il fascino dell’intelligenza, dell’esperienza, della maturità che la vita e le esperienze hanno dato loro ma… nel corpo.

Il corpo è il più bel tempio che conosciamo, sono la prima a dirlo, ma ritengo non debba essere il solo motivo che dà senso alla nostra esistenza.

Li vedo, compiuti i 50, che decidono di andare in palestra, mai frequentata prima, nella vana speranza di rimettersi in forma, illudendosi di mettere su un fisico da paura, ricorrono ai peggiori artifici per arrivarci prima e senza fare troppa fatica.

Li vedo, compiuti i 50, risvegliarsi un giorno e rinnegare la donna che li ha accompagnati nella vita fino a quel momento, mentre loro lasciavano andare la relazione senza viverla e poi aprire gli occhi un giorno e dire basta.

Li vedo, liberi, ringalluzziti di questa nuova aria piena di profumi, a fare le fusa a donne troppo giovani per loro, per poterle portare a braccetto, manifesto della loro ritrovata virilità.

Sono crudele e per niente politically correct, lo so, ma vi avevo avvisato.

Ho una domanda per voi, Ragazzi anta anta, perché? C’è un universo ancora da scoprire, vita da vivere, esperienze da fare senza il bisogno di indossare gli abiti di un adolescente o poco più.

La vita nel suo scorrere è bella e pure voi lo siete, così come lo sono i giovani e pure gli anziani. Ogni istante ha un perché. E credo che armonia sia viverlo nel tempo sincronizzato con il proprio tempo.

Poi liberi di giocare come preferite, ma la tinta ai capelli, almeno quella, no.

Pimpra

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HO PERSO VOLI, HO PERSO TRENI

I nuovi auricolari tecnologici mi tengono compagnia in questa domenica di dicembre, mi rilasso sul divano, in attesa che la giornata prenda avvio.

La finestra che dà sul giardino ricama giochi di macchie dalle sfumature ocra e verdi, l’erba è umida e profuma di muschio, a terra giacciono oramai secche tutte le foglie del carpino. Rimane un albero maestoso anche adesso che è spoglio, i rami come arti proiettati verso il cielo a chiedere un abbraccio corale.

Sorseggio il caffè perdendomi dentro queste immagini invernali.

Il tappeto di foglie mi assomiglia, disteso sull’erba del giardino, spazzato dal vento, battuto dalla pioggia, mutevole come il clima.

Le foglie hanno una loro ragione di esistere, penso, anche adesso che sono come singole tessere di un puzzle, buttate a terra per caso. Disegnano la fine dell’anno con colori tanto infuocati da riscaldare la morte stessa.

La musica insinua note struggenti di pianoforte e parole che arrivano dritte al cuore.

“HO PERSO VOLI, HO PERSO TRENI”.

La lacrima sfuggita al controllo della ragione riga il mio volto stanco, davanti al fuoco di foglie di questo finto autunno.

“HO PERSO VOLI, HO PERSO TRENI” il ritornello s’infrange lì dove fa più male.

Il caffè è finito, la tazza vuota tra le mani non mi riscalda più.

Pimpra

Citazione nel titolo da Pianeti di Ultimo

BF E THANKSGIVING

Marte in scorpione fino al 3 gennaio 2020.

Fastidio, piacere di attaccare briga, sfanculamento beato alle convenzioni, “minni futtu” come se piovesse.

“Fai la brava Pimpra!”.

Tutto ciò detto e premesso, ho le scatole arcipiene di questo “black Friday” di noialtri, ho gli armadi della pazienza stracolmi di questo scimmiottare gli americani nelle loro tradizioni.

MI AVETE ROTTO.

Pochi di noi conoscono le ragioni storiche del “venerdì nero” che chiamarlo così nella nostra lingua ci si accappona la pelle. Checcifrega, sappiamo solo che ci sono gli sconti.

Mi chiedo: dove abbiamo nascosto la creatività tutta italiana che, per favorir l’economia e i consumi, non siamo capaci di inventarci una nostra, originale e vivida supercazzola?

Per gli americani si tratta di un episodio su base storica, leggete qui, che è diventato un evento di consumo entrato nella tradizione di popolo. Ma per noi? Non rappresenta nulla.

Halloween è già incamerato nei costumi, adesso aspetto che pure il Thanksgiving, per la cronaca precede di un giorno il black Friday, diventi una nostra festa popolare.

Siamo noiosi, copioni e stiamo diluendo quelle straordinarie caratteristiche creative che ci hanno sempre reso un paese unico al mondo.

Pensateci.

“Fai la brava Pimpra!”.

Pimpra

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3 LUSTRI E NE VOGLIO ANCORA.

Stamattina mentre, sconsolata, guardavo il cielo plumbeo, l’atmosfera grigia, la pioggia, novembre insomma, ho pensato che, invece di farmi di psicofarmaci per scollinare il meteo pesante di questi prossimi mesi, la mia cura di sempre è muovermi.

Ieri sessione in palestra, non ho resistito e ho corso, felice e acciaccata, sul tapis roulant. Domenica invece ho affogato le frustrazioni in una bella pomeridiana in trasferta a Lubiana.

Ho pensato al bene che, in ben 3 lustri di tango, ho ricevuto da questa mia passione della maturità.

15 anni, non sono pochi, non sono tantissimi. In termini di “studio” di una danza, sono nulla. In termini assoluti, sono qualcosa.

Domenica osservavo la pista e non posso non notare che, ancora una volta, qualcosa sta cambiando. I miei esordi sono stati all’epoca della grande rivoluzione dei vari Arce, Frumboli e tutta la schiera di ballerini che hanno per così dire rotto l’abbraccio classico, portando nel tango dinamiche e movimenti assolutamente nuovi. La musica stessa che si ascoltava al tempo era uscita dai binari della tradizione, proponendo melodie anche a base elettronica che, confesso, ho sempre amato moltissimo.

Quel tango, benché fossi neofita assoluta, corrispondeva completamente alla mia personalità. Quella musica “moderna” riempiva e nutriva le pieghe del mio animo facendomi toccare vette di emozione, di meraviglia, di stupore e di gioia.

Poi, nel tempo, ho visto cambiare gli abbracci, tornare ad essere più legati, più vicini, la melodia della musica ha abbandonato quelle sonorità moderne ed elettroniche, ritornando a un corso più tradizionale.

In queste vague ci ho sempre sguazzato felice. Studiando, confrontandomi, impazzendo anche, perché più studi e più capisci che devi studiare tanto di più che sono un miliardo i dettagli da perfezionare. Ma questo è il gioco e questo il divertimento.

Ora mi trovo ai bordi della pista con gli amici di sempre e con tutti i giovani che non conosco. Li vedo ballare e godere delle stesse gioie che ho vissuto io. I “giovani” ballerini mi raccontano del loro bisogno inesauribile di abbracci, di musica.

In tutto questo rivedo me stessa e, con un pizzico di malinconia, mi chiedo se non sia giunto il tempo di cedere il passo, di farmi da parte.

Il cuore immediatamente mi dice se sono pazza, se ho deciso di morire dentro, perché senza il tango la mia vita sarebbe inesorabilmente vuota e nulla potrebbe aiutarmi a scollinare con gioia e sorrisi questo novembre piovoso, le odiate feste di natale e il freddo di gennaio e febbraio.

Non è ancora giunto il momento di appendere le scarpette al chiodo. Non ancora.

Pimpra

IMAGE CREDIT ANGELO DI PALMA che ringrazio.

MONDO CURVY.

Una arcinota marca di abiti per il tango, Regina tango shoes, ha finalmente prodotto la prima linea di abbigliamento per donne curvy .

Curvy sono i fisici femminili dotati di forme rotonde, generose, abbondanti sui punti dove il cromosoma doppia X piazza la sua bandierina segnacampo.

Curvy sono le donne 1000% donne. Perchè c’è più materiale, tutto qui.

E’ una rivoluzione del costume che pure il severo mondo della danza si prenda finalmente cura di quei corpi che escono dal tradizionale canone che se non sei magra, non puoi fare la ballerina (di tango, nel caso specifico).

STICAZZI!

I lunghi anni trascorsi sui parquet delle piste da ballo hanno sempre confermato che le donne più femminili, le “giaguarissime”, molto spesso portavano in giro più di una 42 di taglia.

Perché la seduzione, il fascino esulano dal numero che leggiamo sul cartellino di un abito.

Teoria di cui tutti ci facciamo profeti ma che non confermiamo con i fatti tanto che gli occhi si posano sul sederINO, sulle gambe affusolate, sul ventre piatto, ma sul seno grande, quello se è abbondante è sempre un plus valore!

E’ finalmente giunto il tempo che una bravissima stilista pensasse alle donne generose che, di solito, lo sono nel corpo, nella loro danza, nella loro allegria, femminilità e gentilezza.

La sfilata goduta su FB, mostrava le modelle, tutte tanguere di rango, che si muovevano con una leggerezza, una soavità gaudente, sfoggiando sorrisi così giocosi che le rendevano assolutamente identiche alle loro colleghe di taglia small.

Questo è il miracolo e la magia: PIACERSI.

Così come siamo, valorizzando la nostra personalità intima ed esteriore godendo appieno di ogni cellula.

Probabilmente la via della felicità passa anche attraverso a quello sguardo complice e tenero che rivolgiamo a noi stesse passando davanti alla nostra immagine riflessa.

Ciò detto, buon tango a tutte!

Pimpra

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