Un bel cielo azzurro, a volte venato di nuvole sottili, l’aria ancora tersa e, decisamente fresca per la stagione.
Trieste mi riprende così, tra le sue mani ruvide, accarezzandomi il volto, regalandomi un sole tiepido e allegro, come la città.
Riascolto le vocali sgraziate di questo dialetto del Nord Est ripensando a quanto fossero melodiose le aperture dialettali torinesi.
Ma casa è sempre casa e il mare e il vento sono insostituibili.
Torino però è entrata, con la forza di chi sa che l’eleganza non chiede, non si fa notare, non eccede, non schiamazza. Torino è.
Un weekend lavorativo, per me, alla fiera più fiera che c’è, il salone del Libro, dove è sempre un gran piacere tornare.
Dalla mia postazione privilegiata all’interno dello stand, ho potuto, una volta ancora, riascoltare ed entrare in contatto con i torinesi che, lo dico, apprezzo ogni volta di più.
Saranno i modi, la discrezione che hanno nel chiedere le cose, il rispetto per il lavoro degli altri e dell’altrui tempo che li rende un pubblico (per me) tra quelli che preferisco.
La città vibra. E lo fa in modo potente. Se per un solo attimo si ha la voglia di “connettersi” con lei, arrivano subito messaggi, incontri, sensazioni. E, anche questa volta, è stato così.
Torino sembra bugiarda perchè, all’apparire tanto perfetta, lascia immaginare che il losco sia “dietro”, nelle sue zone d’ombra. Sarà, ma dipende sempre dallo sguardo che vi si posa, io ho percepito luce, energia. Entrambi molto forti, ma non negativi.
Nel poco tempo libero che mi sono ritagliata, ho preso il piacere di camminare con lo sguardo acceso, a cogliere gli spunti, a percepire le sfumature.
La seduzione nasce da lì, la stessa che sa regalare una donna matura. Uno sguardo penetrante, sensazioni solo suggerite, mai espresse in modo diretto, una sfida non detta a scoprirsi e a scoprire per entrare, a piccoli passi, nell’essenza più profonda.
Torino è questa. L’Amore che può arrivare dopo la passione.
Pimpra
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