Ieri sera, mentre cucinavo la mia cena sana, ascoltavo la Zanzara alla radio. Ad un certo punto, uno degli ascoltatori fulminati della trasmissione, di colore, immigrato – tutte informazioni fornite da lui- affermava, con gran gusto, di adorare le “fimmine” italiane, per lui trofeo e rivalsa della sua “diversità”.
Tra il conduttore e l’ascoltatore un gran giro di battute salaci, e, alla domanda di Cruciani “ma a te le donne come ti piacciono?”, la risposta dell’africano “Mi piacciono con il culo grosso, le tette grosse, le labbra grosse!”, “anche se le labbra e il seno sono finti?” chiede il conduttore, “Certo! meglio se naturali ma va bene lo stesso!” e giù a ridere.
Ho smesso per un istante di rimestare con il mestolo perché mi sono fermata a pensare a quanta sfiga ho avuto ad essere adolescente nel profondo nord est d’Italia, negli anni 80!!!
I miei adorabili compagnucci di classe mi chiamavano “la culona”, appellativo, potete facilmente immaginare, che non mi rendeva particolarmente felice del mio corpo. Che poi, a guardare bene il mio “culone”, altro non era che uno splendido sedere a mandolino, scolpito da anni e anni di sport! Sticazzi!!!
Ma all’epoca ero troppo ragazzina per capirlo e, mal me ne colse, decisi che il povero culone doveva sparire. Siccome sono una tosta, ma tanto tosta, ho ben pensato di perdere quello e 3/4 del resto del mio corpo e di presentarmi l’ultimo liceo, magra da fare paura, ma felicissima di aver sconfitto quella parte di me che non era adeguata ai gusti degli stronzetti maschi che avevo intorno.
Ed oggi, per la prima volta, benedico la “globalizzazione”, il “mercato mondiale”, che ci ha aperto le porte del mondo e che ha mixato così tanto i popoli! Se dalle mie parti si fosse paventato un ragazzo di colore, di sicuro non mi sarei sognata di perdere nemmeno un grammo sull’amato posteriore!!! Anzi! L’avrei portato in giro bello strizzato in un paio di jeans!
Allora, ancora una volta, benedico la saggezza dell’età che mi ha fatto fare pace con me, anche se, il mio amato “culone” oramai è solo un ricordo…
Pimpra
IMAGE CREDIT DA QUI
Von Calypso
/ 2 dicembre 2016mah, veramente la globalizzazione ha creato quegli stronzetti maschi che ti dicevano “culona”… piuttosto che in negro immigrato a cui piacciono le forme abbondanti il quale proviene da paesi dove la globalizzazione si sente più che altro grazie a guerre e invasioni che hanno la pretesa di portare la democrazia. Prima della globalizzazione (intendo dire 70 anni fa) non c’era tutta questa fissa per la magrezza: se una donna era bella, pure nelle sue imperfezioni, era bella. Punto. Pensa solo Anna Magnani.
Sarebbe tutt’ora bella…ma scommetto che se fosse nata quando sei nata tu e avesse vissuto il liceo negli anni 80 come hai fatto tu avrebbe sicuramente sofferto pure lei.
Anche mia sorella ed io abbiamo il “culo grosso”… e siamo da sempre state riprese per questo da nostra madre, che non avendolo proprio (si, a parte una zia, mia madre e le altre due sono praticamente piallate davanti e dietro), considera ogni chiappa più abbondante della sua qualcosa di troppo.
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PIMPRA
/ 2 dicembre 2016Condivido la tua analisi, forse mi sono espressa in modo superficiale utilizzando a sproposito il termine “globalizzazione”. In realtà la ratio alla base era che, dove c’è mix di popoli e culture, si apre anche la visione e percezione dell’altro. Almeno in teoria…
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Von Calypso
/ 2 dicembre 2016vai tra… avevo inteso ma sono stata io un pò troppo polemica…nel senso che le nostre due visioni sono cmq due facce della stessa medaglia.
🙂
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PIMPRA
/ 2 dicembre 2016Di norma la pensiamo molto spesso al medesimo modo, magari cambiano le sfumature… 😊
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metalupo
/ 2 dicembre 2016Zanzarosi, presente!
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PIMPRA
/ 2 dicembre 2016🙂 cmq è sempre più delirante… va detto…
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metalupo
/ 2 dicembre 2016Verissimo, una coppia di matti assoluti.
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