MONDO CURVY.

Una arcinota marca di abiti per il tango, Regina tango shoes, ha finalmente prodotto la prima linea di abbigliamento per donne curvy .

Curvy sono i fisici femminili dotati di forme rotonde, generose, abbondanti sui punti dove il cromosoma doppia X piazza la sua bandierina segnacampo.

Curvy sono le donne 1000% donne. Perchè c’è più materiale, tutto qui.

E’ una rivoluzione del costume che pure il severo mondo della danza si prenda finalmente cura di quei corpi che escono dal tradizionale canone che se non sei magra, non puoi fare la ballerina (di tango, nel caso specifico).

STICAZZI!

I lunghi anni trascorsi sui parquet delle piste da ballo hanno sempre confermato che le donne più femminili, le “giaguarissime”, molto spesso portavano in giro più di una 42 di taglia.

Perché la seduzione, il fascino esulano dal numero che leggiamo sul cartellino di un abito.

Teoria di cui tutti ci facciamo profeti ma che non confermiamo con i fatti tanto che gli occhi si posano sul sederINO, sulle gambe affusolate, sul ventre piatto, ma sul seno grande, quello se è abbondante è sempre un plus valore!

E’ finalmente giunto il tempo che una bravissima stilista pensasse alle donne generose che, di solito, lo sono nel corpo, nella loro danza, nella loro allegria, femminilità e gentilezza.

La sfilata goduta su FB, mostrava le modelle, tutte tanguere di rango, che si muovevano con una leggerezza, una soavità gaudente, sfoggiando sorrisi così giocosi che le rendevano assolutamente identiche alle loro colleghe di taglia small.

Questo è il miracolo e la magia: PIACERSI.

Così come siamo, valorizzando la nostra personalità intima ed esteriore godendo appieno di ogni cellula.

Probabilmente la via della felicità passa anche attraverso a quello sguardo complice e tenero che rivolgiamo a noi stesse passando davanti alla nostra immagine riflessa.

Ciò detto, buon tango a tutte!

Pimpra

IMAGE CREDIT DA QUI

CULO GROSSO

booty

Ieri sera, mentre cucinavo la mia cena sana, ascoltavo la Zanzara alla radio. Ad un certo punto, uno degli ascoltatori fulminati della trasmissione, di colore, immigrato –  tutte informazioni fornite da lui- affermava, con gran gusto, di adorare le “fimmine” italiane, per lui trofeo e rivalsa della sua “diversità”.

Tra il conduttore e l’ascoltatore un gran giro di battute salaci, e, alla domanda di Cruciani “ma a te le donne come ti piacciono?”, la risposta dell’africano “Mi piacciono con il culo grosso, le tette grosse, le labbra grosse!”, “anche se le labbra e il seno sono finti?” chiede il conduttore, “Certo! meglio se naturali ma va bene lo stesso!” e giù a ridere.

Ho smesso per un istante di rimestare con il mestolo perché mi sono fermata a pensare a quanta sfiga ho avuto ad essere adolescente nel profondo nord est d’Italia, negli anni 80!!!

I miei adorabili compagnucci di classe mi chiamavano “la culona”, appellativo, potete facilmente immaginare, che non mi rendeva particolarmente felice del mio corpo. Che poi, a guardare bene il mio “culone”, altro non era che uno splendido sedere a mandolino, scolpito da anni e anni di sport! Sticazzi!!!

Ma all’epoca ero troppo ragazzina per capirlo e, mal me ne colse, decisi che il povero culone doveva sparire. Siccome sono una tosta, ma tanto tosta, ho ben pensato di perdere quello e 3/4 del resto del mio corpo e di presentarmi l’ultimo liceo, magra da fare paura, ma felicissima di aver sconfitto quella parte di me che non era adeguata ai gusti degli stronzetti maschi che avevo intorno.

Ed oggi, per la prima volta, benedico la “globalizzazione”, il “mercato mondiale”, che ci ha aperto le porte del mondo e che ha mixato così tanto i popoli! Se dalle mie parti si fosse paventato un ragazzo di colore, di sicuro non mi sarei sognata di perdere nemmeno un grammo sull’amato posteriore!!! Anzi! L’avrei portato in giro bello strizzato in un paio di jeans!

Allora, ancora una volta, benedico la saggezza dell’età che mi ha fatto fare pace con me, anche se, il mio amato “culone” oramai è solo un ricordo…

Pimpra

IMAGE CREDIT DA QUI

PUNTI DI VISTA. Post per sole donne.

Sono molto soddisfatta del dibattito che ha sollevato il post precedente.

Alcune Amiche hanno fatto osservazioni molto interessanti che mi hanno dato lo stimolo per questo pezzo.

Uno degli argomenti dibattuti è la fisicità del corpo, ovvero come vestirsi e ballare senza essere fuori dalle righe, mantenendo classe ed eleganza ed esaltando la propria femminilità.

Quando ho citato la “democrazia” del tubino aderente che sta bene a tutte, alle magre e alle floride, alle spilungone e alle mingherline, mi è stato obiettato che solo un corpo magro ha la dignità di poterlo indossare.

Mi permetto di dissentire.

Osservate le due foto (abiti di Regina).

Il primo, un corpo femminile, tutto curve, un corpo generoso, florido e sorridente.

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Inguainato in un abito aderente che fa risplendere la meravigliosa donna che lo indossa.

Il secondo, un corpo androgino, asciutto, sportivo, con meno tratti di femminilità, poco seno, di media altezza.

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La stampa degli abiti è la medesima, così per rendere più paragonabile la vestibilità dei due capi.

Cedo che nessuna potrà dire che il primo sia peggiore del secondo o viceversa. L’abito aderente esalta in senso assoluto, entrambe le fisicità.

Probabilmente le donne che lo temono hanno in mente abiti stretti e corti, indossati da donne fuori taglia massima, fuori età massima, fuori classe (non in senso positivo!).

Oltre al taglio dell’indumento che deve essere fatto a regola d’arte, vi è la lunghezza dell’abito. Corto, non valorizza, anzi…

Ciò detto, mi piace pensare che, ognuna di noi, indipendentemente se ggiovane o diversamente ggiovane, abbia  – finalmente – imparato ad AMARE SE STESSA, non solo in termini di interiorità d’animo, ma anche di involucro esterno.

Sono la prima a dire che non è bene sedersi sugli allori e un corpo curato, tenuto in esercizio e in salute, è sempre una assicurazione di benessere fisico e psicologico.

Ma da qui a denigrare ogni imperfezione…

Mi piace molto come la pensano nei paesi anglossassoni dove, il melting pot, ha messo vicino tratti europei a quelli asiatici e africani generando corpi voluttuosi, sinuosi oppure semplicemente floridi e floridissimi. Ciò che di bello ci insegnano le nostre cugine è che TUTTI I CORPI SONO BELLI.

Le italiane, parliamoci chiaro, abituate come sono ad essere circondate di “bellezza”, sono tremendamente esigenti relativamente al loro aspetto, perdendo di vista quella unicità che rende ogni donna un essere speciale.

Perciò, bando alle ciance, e ritornando sul pezzo, invito anche le più scettiche a mettersi in gioco permettendo alla loro femminilità di fare capolino, per una volta, in modo più diretto.

Sono sicura che ne gioverà l’autostima…

Pimpra

 

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