
Ricordo perfettamente la prima milonga a cui partecipai tantissimi anni or sono, la luce tenue della sala, illuminata, ai miei occhi, esclusivamente dallo scintillio dei tacchi a spillo delle ballerine.
Fu colpo di fulmine, amore a prima vista, estasi totale.
I piedi delle tangueras disegnavano merletti sul pavimento della sala, inondando i miei occhi di grazia e sensualità.
Immediata dentro di me la spinta a diventare anche io portatrice di quella leggiadria felina capace di raccontare, senza parole, quale donna fossi. La donna che ho scoperto per la prima volta indossando proprio quelle scarpe a stiletto con cui danzare.
Il tango non parte dai piedi, non basta scimmiottare grazia e adornos con le estremità, è un movimento che trova la sua radice al “piso” da cui prende energia e la convoglia nel corpo verso l’alto e poi torna alla terra. Una simbiosi armoniosa che produce linee e movimenti fluidi.
Per una ballerina, di qualsiasi danza, lo stop del corpo è il primo dramma esistenziale: viene meno la confidenza, la sensibilità, l’equilibrio… come il collasso di una struttura lungamente costruita, solidificata, lavorata, resa flessuosa.
Una danzatrice non si deve fermare mai, come un musicista.
La pandemia, su di me, ha avuto un effetto devastante, nel senso che ha congelato, in tutto e per tutto, il mio essere: “ho smesso di …” allenarmi, ballare, fare sport, essere donna, sentire la vita scorrermi sulla pelle.
Congelata. Mai provato una simile sensazione in tutta la mia vita.
La primavera arriva, sempre, e la notte cede il passo al giorno nascente ed eccomi qui, ammaccata, con lo sguardo ingrigito ma finalmente pronta a VIVERE come piace a me, con il sangue che scorre caldo nelle vene e lo sguardo che punta all’orizzonte.
Ed è tornato anche l’amore più grande, gatti a parte, quel tango che avevo congelato dentro l’iceberg insieme a me.
Adesso è tempo di lavorare sulla tecnica, sul corpo che deve ritrovare il suo assetto, la sensibilità, il piacere del movimento di cui ha contezza, l’equilibrio leggiadro sui tacchi.
E poi c’è lei, una persona speciale, una Maestra che a lezione dona tutta la sua passione, senza tenere nulla per sé, la “Giaguara assoluta”, colei che basta guardarla camminare e pensi “La voglio anche io la sua stessa falcata, quel tocco felino al pavimento, quell’eleganza di gatta e di Jaguar insieme”.
Il tango è tornato, la donna si sta risvegliando e, con i giusti appoggi (grazie Maestra!), indossare quotidianamente i tacchi torna ad essere un piacere.
Questo post è dedicato ad E., già la immagino schernirsi dall’imbarazzo.
Pimpra
IMAGE CREDIT: Marco Piemonte
Tango Shoes: modello Pigalle di Regina Tango Shoes
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