Ballare è terapia per l’anima, si sa. E’ leggerezza di sensazioni, allegria, scambio, socialità.
Il ballo, qualunque tipo di ballo, fa bene allo spirito e al corpo, lo dimostrano studi scientifici.
Ballare e ballare in coppia con un partner, è cosa diversa. Si scatenano alchimie che, tante volte, tracimano il contesto della pista da ballo e invadono la vita delle persone.
Il tango argentino è, probabilmente, quello che si presta maggiormente a questa osmosi, ballo/vita.
E’ facile comprenderne la ragione: ci si abbraccia. Si attiva l’ossitocina, si prova una sensazione di benessere, in qualche modo ci si sente scelti, quasi “amati”. Certo per le proprie qualità intrinseche di danzatori… certo… eppure…
Quante coppie sentimentali ho visto nascere dalla pista, quante ne ho viste separarsi…
Ho sempre creduto di essere immune all’incantesimo tanguero, sicura che non sarei caduta anche io nell’inganno, innamorandomi perdutamente di qualcuno solo perché lo avevo abbracciato e quell’abbraccio e quella danza avevano il respiro dell’universo intero, della felicità.
Nessuno è immune a questo canto, alle sensazioni così assolute, indelebili, che porta.
Specie all’inizio della propria “carriera” tanguera è molto, molto facile cadere in questa tentazione, scambiando la magia di una (o più tandas) per altro. La magia che si vive spegne completamente i lumi della ragione e, in un attimo, il tango scappa dalla pista e invade la vita.
Bisogna prestare attenzione quando ciò accade perché il rischio è altissimo.
Poi ci sono quelli fortunati, e ne conosco davvero molti, per i quali la pista è stata occasione d’incontro. Poi hanno vissuto la vita e la relazione altrove, dove è la sua casa: nella vita “vera”.
Molti, invece, scambiano la parte per il tutto e investono nel posto sbagliato: energia, motivazione, tempo.
Ballo da molti anni oramai ma devo ricordarmi sempre che il tango è solo tango. La vita sta altrove.
Pimpra
IMAGE CREDIT: Vincenzo Cerati e Ariella Bruscaini
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