E’ già da un po’ di tempo che non scrivo più di maratone di tango, ma ciò non significa che non vi partecipi.
Per me, e per tutti gli amanti del genere, si tratta di fine settimana che rigenerano profondamente, benchè lascino il corpo stanco, devastato, provato dalle interminabili ore di ballo. Credo che il piacere mistico che se ne ricava derivi proprio da questo spingersi oltre, spremendosi fino all’indicibile per dare al partner e a noi stessi, un piacere difficile da dimenticare, un’adrenalina purissima, come i migliori cristalli delle sostanze più illegali che ci siano.
Ma non è solo questo.
Il contorno è rappresentato da una socialità fatta di sguardi, di cibo condiviso, di risate e di emozioni.
Ma non basta.
Se il luogo che “contiene” e accoglie tutto ciò, non è adeguato, manca il catalizzatore della superba reazione. Il luogo è lo scrigno prezioso dove, in ogni maratona, si accende la magia.
Ancora, l’ingrediente ultimo, la polvere di stelle, è data dai padroni di casa che, con il calore dell’ospitalità, con allegria, con tante piccole e grandi attenzioni per i loro ospiti, mettono la ciliegina sulla torta.
Tutto questo è stato lo scorso fine settimana, in un’ambientazione pazzesca, l’antica colonia estiva destinata ai bambini degli operai della Fiat, costruita all’intorno degli anni 30 (la foto è l’interno della torre dei dormitori, un posto incredibile!).
Noi, grandi solo per l’anagrafe, dormivamo lì dentro e, scommetto, più d’uno ha fantasticato su tutto quello che la Torre ha visto nel corso degli anni.
La maratona, non per nulla, era “La Colegiala”, di nome e di fatto.
La sottoscritta, come tutti gli altri compagnucci di merende, è tornata indietro nel tempo, godendo del luogo, del tango meraviglioso che ci siamo scambiati, dei sorrisi, delle matte risate e… del buon cibo. Vogliamo parlare delle banane…? Anche, ma questa è un’altra storia…
GRAZIE a Giò e a TUTTI gli altri organizzatori per questa splendida esperienza.
Pimpra
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