E BORA FU

foto dal web

L’aspettavo. Senza nemmeno rendermene conto. Una chiamata dal profondo, la mia personale nota d’inverno.

Trieste senza bora perde uno dei suoi colori più brillanti, i triestini la amano di un sentimento ondivago, a tratti scolpito da un profondo fastidio, per dimenticarsene poco dopo.

Mancano una manciata di giorni alla fine di questo anno orribile e ci stiamo chiedendo come ci destreggeremo tra i mille ostacoli dei DPCM che, come caselle del calendario dell’avvento, tracceranno la strada verso le festività.

Personalmente non ne faccio un problema, non fosse il fatto che gli spostamenti sono vietati e non sarà possibile ripetere il natale al sud dell’anno passato, uno dei più belli di questi ultimi anni.

L’importante è scollinare il 2020, credo sia il sentimento di tutti, in un modo o nell’altro, ritrovarsi nell’anno nuovo per ricominciare a sperare di avere una vita, se non proprio uguale a prima, almeno molto somigliante.

Credo che il 2020 sarà immediatamente rimosso dalla mia memoria, non c’è una cosa che voglio ricordare, non una.

Non amo guardare indietro, perciò mi sto preparando ad immaginare lo scenario migliore, quello più bello per l’anno a venire. Lo voglio positivo, risolutivo, pieno di carica vitale, radioso, brillante. Lo voglio immaginare così, senza soffermarmi sul dolore, sui problemi, su tutto quello che non va.

Finalmente bora fu.

È lei che ripulisce i miei pensieri, elimina la negatività, mi fa tornare la gioiosa bambina che amava stare all’aperto a sfidare le raffiche.

Aspetto la spruzzatina di neve per chiudere il cerchio in bellezza.

Pimpra

ZIBALDONE DI FINE ANNO

Lo saluto così, senza grandi lamentele e neppure rimpianti. Un anno che è stato, ne sono certa, preparatorio a qualcosa di nuovo, di interessante e coinvolgente.

Lo saluto con un sorriso, di quelli che ci si scambia con gli estranei nella metro di Parigi, complice la bellezza della città e le sue meraviglie. L’anno prossimo ci torno, ne sono sicura.

E’ stato l’anno del giro di boa boa che mi ha resa una donna più libera e più forte. Invecchiare nel corpo è inversamente proporzionale alla crescita interiore che continua ad arricchirsi di significato e di sfumature. Quindi, perché non esserne felice?

Ho ricevuto un dono speciale che sta rendendo la convivenza con me stessa finalmente piacevole. Ti ringrazio, davvero, tantissimo G. M.

Ho imparato che la casa va ringraziata con un semplice rito che può essere laico o religioso.

Basta munirsi di incenso in grani dell’aroma che più troviamo piacevole, prendere una candela e, da soli o con le persone con cui viviamo, ringraziare ogni stanza della casa per quello che fa e per come ci accoglie. Concluso il rito ci accorgiamo immediatamente di come l’energia dell’appartamento sia cambiata. In meglio. Gli animali domestici sono i primi a beneficiarne e a dimostrarlo.

Se la resilienza è il solo modo di affrontare le avversità, quest’anno che si sta chiudendo, mi ha insegnato a farlo con il sorriso. Tutto diventa più semplice.

Sarà un capodanno molto intimo il mio, senza il bagliore dei lustrini e degli abiti da sera. Poco male, ci penserà la fiamma del caminetto a riscaldare l’ambiente e a creare la giusta atmosfera.

In alto i calici! CIN CIN!

Pimpra

BUONI PROPOSITI 2019. Come impone la blogger_tradizione

Come tradizione vuole ecco sfornato il post sui buoni propositi per l’anno che verrà.

Stavolta, strano a dirsi, mi vien giù facile: “continua così” auguro a me stessa.

Al di là delle ovvietà che non sono neanche più annoverabili nei “buoni propositi” come mettermi a dieta, condurre uno stile di vita sano, fare sport (…) credo varrà la pena di provare a realizzare un sogno nel cassetto, uno di quelli che ti sei sempre detto “Tu non puoi, figurati se ce la fai”.

Se la vita è fatta di cicli è bene capire a che punto siamo e… assecondare il cambiamento in atto.

Sono sempre più convinta che sia “cambiamento” la chiave di volta che sostiene, sorregge e dinamizza le nostre esistenze.

A ben guardare dalla Natura in poi ogni cosa cambia, muta e diviene.

Se lo facciamo anche noi, consapevolmente, assecondando le situazioni difficili non opponendo resistenza ma flessibilità, se seguiamo la corrente della nostra vita con pienezza, sono certa che si compie il miracolo: siamo vivi e vibranti, circondati di cose belle e buone per noi.

Alzo quindi il mio calice per brindare al nuovo, a ciò che non conosco, al colore che devo ancora scoprire, all’emozione che avevo dimenticato.

Brindo a voi, Amici miei, che mi riempite la vita di affetto e vi prendete il pacco dono senza sconti.

Brindo all’allegria dell’intelligenza, alle passioni brucianti, al giorno che devo ancora vivere.

Brindo a noi due, alle Gattonzole adorate e a me.

Che sia un anno di quelli proprio belli, da ricordare, per tutti!

EVVIVA!

Pimpra

IMAGE CREDIT DA QUI

PENSIERO DI FINE ANNO

Mai come quest’anno il profumo di zucchero filato che le festività mi evocano alle narici è lontano.

Nessun richiamo, in questo senso, nessun dolce ricordo ma nemmeno triste o doloroso. Ciò che di bello è stato vive nel dorato libro della memoria e nessuno mai potrà cancellarlo.

Questo carrozzone imposto a chi non è permeato di fede religiosa per cui il momento è di topica importanza, diviene, con il passare del tempo, sempre più una grandiosa farsa.

Fino a pochi mesi fa nella mia famiglia era l’ultima tradizione che reggeva, la cena di veglione. Da quest’anno, l’ultimo baluardo è caduto. Al momento ci sono rimasta male, poi, ho pensato che è meglio la libertà di tutti di fare ciò che desiderano.

Però, festeggiamenti a parte, è bello soffermarsi a pensare che cosa è stato l’anno quasi concluso.

Lo ricorderò come una pietra miliare del mio cammino, sicuramente. Non fosse banale, meriterebbe di essere fissato con un tatuaggio della Fenice, ma, lo ripeto, è troppo banale. Il significato però resta quello.

Dal buio esistenziale dei primi – lunghissimi- mesi, all’alba e alla luce degli ultimi.

E’ questo che festeggerò. La rinascita.

Festeggerò che invecchiare diventando più consapevoli è bello, anche se il corpo non torna indietro e si sobbarca il peso del tempo. L’Anima no, lei resta nella sua dimensione senza tempo.

Alzo il mio calice simbolico a me, alle prove che ho superato, al coraggio che ho dimostrato a me stessa di voler mettere il naso in certe mie stanze buie, alla paura che ho superato, all’allegria che è tornata, alla gioia che sempre mi ha contraddistinto.

Il 2018 mi ha insegnato che non è egoismo prendersi cura di se stessi. Non lo è affatto.

Non è sbagliato dichiarare con onestà chi si è e come, senza voler modificare il prodotto per renderlo più piacevole al mercato della relazione umana. Sticazzi.

Così mi ritrovo e, dopo tanto, sorrido finalmente a quella faccia strana che mi accompagna da sempre, al mio naso poco aristocratico, alle rughe più profonde intorno agli occhi.

L’epifania è compiuta.

Come un videogioco, si passa allo schema successivo: le porte si aprono, perché il cuore le ha aperte. Ed ecco che l’Amicizia regala il meglio di sé, l’Amore che chiede non è più necessario perché ha imparato che la fonte non viene dall’esterno ma da noi stessi.

A tutti coloro che passeranno per di qua mando un Abbraccio Universale di quella condivisione di Armonia che tanto mi è cara.

Spero che Babbo natale o chi per lui vi regali quella scintilla d’amore per voi stessi che, troppo di sovente, crediamo di non avere o di avere perduto.

In alto i calici e cin cin (analcolico per me!) 🙂

Pimpra

Image credit qui

2018. MI STO PREPARANDO

 

Colorful New Year Card (1)

Mai come quest’anno ho grandi aspettative per l’anno nuovo.

Sia chiaro, non immagino di diventare improvvisamente ricca, bella, giovane (e stronza), intelligente magari pure con le tette grosse e il culetto brasiliano, per questo ci vorrebbe un grande miracolo e qui non siamo ancora capaci.

Mi sto preparando immaginando sogni che vorrei realizzare, azioni da intraprendere, percorsi da avviare.

Un focus molto mirato sulla mia vita, insomma, che mi porti a presentarmi alla data fatidica di un nuovo salto epocale, come una donna “risolta” e consapevole. [Mi sa che pure questo entra nella categoria dei “grandi miracoli” 🙂 ].

Tempus fugit e più il tempo passa, più scorre tra le mani veloce e dire “lo farò domani” non è più un semplice posticipare ma un rischio di non realizzare più quanto si aveva in mente.

Quindi, con la scusa banale di un anno che inizia, è una bella opportunità di decidere di mettere mano alla lista dei “farò” che tutti noi abbiamo nel cassetto.

Non vi dirò quali sono i miei che, lo ripeto con un sorriso, ci vorrà praticamente un enorme miracolo, spero che, anche leggendomi qui, prima o poi ve ne accorgerete anche voi!

Sorrido, mi rimbocco le maniche, tengo a bada le paure, e… mi preparo! OLE’!

In alto i calici, a voi, evviva!

Pimpra

 

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