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Tutti gli articoli con tag corsi di tango argentino
E’ un mese particolare, un po’ come gennaio, settembre segna la ripresa.
Riaprono scuole, l’Università, corsi di ogni genere, la vita riprende a fluire ritmata dagli impegni che ne scandiscono i giorni.
Anche i corsi di tango ripartono in presenza con tutte le dovute cautele del caso. Tutti noi cerchiamo la normalità per riacciuffare il nostro equilibrio.
Settembre sono fiammate di gialli, di rossi e arancio. Non immagino più l’autunno come la stagione che mette fine all’estate, è molto di più: è inizio.
Ci trasformiamo cambiando sembianze interiori e questa mutazione, prima di compiersi, attraversa più fasi. L’autunno è una di queste, forse quella più interessante poiché dallo splendore estivo urlato dalla natura, si volge a un canto roco e profondo, carico di promesse, fatto di luci ed ombre.
Mi accingo a trasformarmi insieme alle foglie, pronta per lasciare andare ciò che sono stata e iniziare la creazione di quella che verrà.
Ascoltando il canto melanconico di giornate sempre più brevi accolgo la dolce luce della sera.
Questa è solo la minima parte del mio personale parco scarpette da tango. Queste sono le bimbe che, attualmente, mi seguono nelle peregrinazioni sulle piste.
Ho sbagliato tempo dei verbi: devo usare il passato remoto.
Ci passo davanti ogni giorno, le accarezzo con lo sguardo, ogni paio mi ricorda momenti fenomenali della mia vita, ore di piacere, di gioia, a volte anche di cocenti delusioni, di dispiacere.
Le mie scarpette da tango raccontano la mia vita, quella degli ultimi 15 anni.
Ogni giorno mi osservo i piedi, li vedo senza lividi, senza calli, senza unghie rotte, dovrei essere contenta, invece ci leggo il segno della pausa, della sosta obbligata a cui siamo stati costretti.
Ammiro molto gli amici e i maestri che, determinati, hanno continuato a ballare, ad allenarsi a distanza, a perfezionare la tenica.
Io faccio fatica, perché mi prende come un dolore dentro, vivo una sorta di lutto, perché mancano gli abbracci, come non mai.
Ho letto che in alcune regioni d’Italia, con prudenza, stanno riaprendo le scuole di ballo, ed è una cosa meravigliosa. Da me, nel lontano nord est ancora vige il divieto, ma sono e voglio restare ottimista.
Ho una grande paura: riuscirò a ballare ancora? Sarò in grado? Il corpo non allenato, rimasto per mesi in quasi totale inattività fisica, recupererà?
Sono sopraffatta dal desiderio e dal timore, dal bisogno di riprendere e dalla paura di non farcela.
Le mie scarpette sono lì, mi guardano e continuano a ricordarmi come ero e come era bello ballare.
Non metto più i tacchi da tantissimo tempo, perché se non posso ballare, è come se la mia “donna” portasse l’abito del lutto.
Ma il tango tornerà ed è bene farsi trovare pronti.
Oggi indosserò il paio da studio e muoverò i primi passi, in fondo la vita è questo: RICOMINCIARE.
Tra le attività sportivo ludiche a cui ci si può tranquillamente dedicare anche in età non più verde rientrano ad esempio il golf, il tennis e, ovviamente, la pratica dei diversi balli da sala, latini, caraibici e, ça va ça sans dire, il tango argentino.
Gli effetti benefici di una pratica sportiva sulla salute fisica ed emotiva sono incredibili, direi un passepartout contro l’invecchiamento precoce oltre che un ottimo balsamo per l’umore e per l’allegria a tutte le età!
Nel calderone di coloro che si dedicano al tango rientrano tutte le sfumature di umanità: dai pigroni da divano che si alzano solo per andare in milonga, agli sportivi estremi. Un eterogeneo gruppo legato dalla comune passione.
Di norma, tutti coloro che sono stati folgorati dalle malie tanguere, frequentano con costanza corsi, stage, workshop. Si iscrivono a festival, vanno ai raduni e alle maratone, insomma ballano come se non ci fosse un domani.
La finalità sottesa, oltre che accumulare endorfine trasmesse viralmente dagli abbracci scambiati, è l’aspirazione a divenire la migliore versione danzante di se stessi. Migliorare sempre.
Non spererete mica che il miracolo si compia solo frequentando corsi e ballando a più non posso, vero? No, il miracolo non vi toccherà mai se il vostro corpo rimane elastico come una barra di metallo.
GINNASTICA miei prodi, GINNASTICA per tutti/e!
Rientra in questa fattispecie quella lezione che, specie il tanguero maschio, di solito evita come la peste: la tecnica. Purtroppo l’ora di tecnica maschile non se ne vede molta in giro, ma questo non giustifica l’uomo del tango. Tra le altre, nessuno vieta anche all’uomo di frequentare la lezione di tecnica femminile …
Le donne studiano di più, come nella vita reale, chissà perchè.
Come neofita nel ruolo maschile, posso tranquillamente evidenziare che il maschio, per essere un maschio tanguero piacevole quando non addirittura da “superwow” deve dedicarsi a un lavoro fisico piuttosto importante.
La magica parola “dissociazione” non si ottiene per grazia ricevuta. Senza, con tutta la più buona volontà del mondo, il nostro sarà un tango arboreo che definirlo da “pezzo di legno” mi pareva brutto…
Le donne tanguere lavorano da subito sul loro corpo, dato che indossare i tacchi, cercare di avere un aspetto decente, un asse decente, fare un pivot decente non è roba che la natura della femminilità regala a gratis, te la devi conquistare.
Quindi, per chiudere il sermone odierno, oramai ci ho preso gusto!, ricordiamoci che il corpo va esercitato, non solo nei movimenti studiati a lezione. Chiediamo ai nostri Maestri quali sono i nostri punti deboli, facciamoci suggerire degli esercizi da fare e … facciamoli!
Aprire nuovi percorsi formativi, nella vita, è sempre utile, ma non è detto sia facile individuare i formatori migliori. Nel tango argentino specie quando si è esordienti o principianti assoluti, scegliere il primo maestro può essere estremamente complicato.
Distinguerei innanzitutto due atteggiamenti: chi si avvicina perché animato dalla ricerca di un’attività divertente, socializzante e chi, oltre a questo, si pone in ottica di intraprendere un percorso di crescita personale, come ballerino in fieri e come essere umano.
Per entrambe le categorie, quella dei “gaudenti” e quella degli “impegnati” credo possano essere validi i seguenti suggerimenti:
Osservate i Maestri e fidatevi della prima sensazione. Ascoltate le vostre impressioni in termini di umanità ed empatia. Se il semaforo è verde è il primo aspetto positivo di cui tenere conto.
Partecipate a una lezione di prova: valutate il modo in cui insegnano. Spiegano i movimenti in modo semplice, lineare? parlano poco? parlano troppo?
Guardatevi intorno: chi sono gli altri allievi? Vi paiono persone con cui potreste interagire?
Di solito, le scuole di ballo alla presentazione dei corsi, offrono una esibizione dei loro insegnanti. Osservate con attenzione: se quello che vedete vi sembra interessante, vi piace, vi crea curiosità, probabilmente siete nel posto giusto. Nella premessa che, in qualità di neofiti puri, ogni coppia di maestri vi sembrerà favolosa e geniale, provate comunque a comprendere se il loro linguaggio corporeo, la loro espressività nella danza vi piace e la vorreste imparare.
Non fermatevi alla prima scuola di cui siete venuti a conoscenza o di cui avete sentito parlare, ciò che è perfetto per altri, non è detto sia giusto per voi. Quindi, concedetevi il tempo di fare un giro delle scuole, di vedere gli insegnanti e – se possibile- i loro allievi dei corsi superiori. Gli allievi parlano del lavoro dei loro maestri.
Ogni scuola ha una sua pagina social: leggetela con attenzione. Guardate i video e le foto. Tutto questo vi aiuterà a trovare la scuola più adatta a voi.
Il tango non vive di dogmi (per fortuna!), non è disciplina artistica del “si DEVE fare così”, pertanto diffidate da coloro che impongono la loro visione del mondo come la sola/unica/possibile. Imparerete con l’esperienza che non è così.
Non illudetevi che dopo il primo corso base siete già i re e le regine della pista. Ci vogliono almeno 2 anni di studio RIGOROSO e tantissimi km di pratica per essere tangueri/e solo un po’ meno schifosi dello schifo. Non voglio assolutamente demoralizzare nessuno ma, il tango argentino, come tutte le danze, richiede STUDIO E DEDIZIONE.
Di buono c’è che, se partite con il piede giusto, la passione vi prende immediatamente e continuare a studiare, a esercitarsi con UMILTA’ e devozione, diventeranno parte di voi e vi renderanno estremamente FELICI.
Nel tango i primi Maestri non si scordano mai. Danno l’imprinting dei ballerini che sarete, scrivono sulla vostra tabula dealbata per la prima volta. Per questa ragione, state attenti e valutate bene.
Per il resto EVVIVA IL TANGO e ci vediamo in pista!
Pimpra
PS: per essere onesta e coerente con quanto penso, aggiungo una postilla che avevo censurato. Prendete ciò che state per leggere con lo spirito di una persona che NON vuole GIUDICARE, ma solo INVESTIGARE per operare una scelta che sia più giusta possibile, SOGGETTIVAMENTE corretta per lui.
Il punto è questo: il Maestro (intendo sempre la coppia di maestri alla quale affideremo i nostri primi passi), sono i primi che continuano a formarsi durante tutta la carriera di esibizioni/insegnamento.
Il Maestro dona ciò che ha imparato ma, al medesimo tempo, continua a perfezionarsi per donare meglio, per essere un Maestro migliore.
Chi fa dell’insegnamento una professione di solito è felice di raccontarvi del suo percorso di formazione, dei suoi Maestri, delle persone dalle quali, ancora, va a studiare.
I danzatori classici professionisti lo fanno tutti, durante tutto l’arco della loro vita. Ballano alla Scala e continuano a prendere lezioni dai loro Maestri.
I Maestri di tango argentino, quelli che ci piacciono tanto e che stimiamo, si comportano allo stesso modo. Continuano a STUDIARE.
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