
Testosterone brilla nei campi e per il supermercato esulta…
Sono in fila, dinnanzi a me un bel giovinetto, meno della metà dei miei anni anagrafici, alto e slanciato con quegli occhi dall’inconfondibile taglio etnico, neri e penetranti, si gira a guardarmi e, con nonchalance e un buon italiano, commenta il meteo odierno affermando di non ricordare un maggio tanto freddo.
Da sotto la mascherina sorrido e rispondo che è già capitato.
Il rullo è fermo e fa buon gioco per un aggancio più ardito “Vai a Barcola dopo?”
“No, magari!” rispondo.
“Peccato!” e mi sorride.
Il nastro inizia a scorrere ed è il suo turno, mette la spesa nei sacchetti e ne approfitta per guardarmi e salutarmi.
Da sotto la mascherina penso che forse non si è accorto che potrei essere sua madre. E con questo pensiero ma divertita dalla situazione, torno alle mie faccende.
MORALE:
- è evidente che non sono una Ggiovine che si sarebbe malamente incavolata per l’interlocuzione proposta dallo sconosciuto. Il lieve approccio verbale, mi ha fatto sorridere e basta.
- La mascherina però merita una considerazione in più.
Al rientro in ufficio, passando a lavarmi le mani, ho notato come, oggi in particolare, il trucco sugli occhi, ne accentuasse forma e colore.
Nascondendo tutto il resto del volto, a un’occhiata veloce, l’età anagrafica poteva risultare più liquida.
La mente è volata molto indietro nel tempo, a quando, vivendo in Medio Oriente, le donne velate erano parte del paesaggio.
Ricordo perfettamente come i loro sguardi fossero più potenti di quelli delle donne occidentali, più misteriosi, carichi di promesse, caldi.
Ecco che mi torna la spiegazione del perché un giovanissimo uomo potesse aver avuto la curiosità di parlare con me: la mascherina ha creato mistero.
Saprò farne buon uso.
Pimpra
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