RIPROGRAMMARSI

Mi ero illusa, come molti, che prima o poi, nel giro di qualche mese, saremmo tronati alla nostra vita di sempre. Magari con qualche restrizione e taluni limiti ma nel complesso alla nostra VITA.

Cambia il governo ma non cambia la musica perché la pandemia, burlandosi dell’uomo, modifica le sembianze e ci costringe – ancora – ad assoggettarci alle sue volontà.

Speravo, se non di riprendere a ballare l’amatissimo tango, almeno di frequentare la palestra. Per me il tempio del mio equilibrio mentale, luogo di sfogo e scarico di tutti gli scarti metabolici del corpo e – soprattutto?- della mente.

Niente da fare. Non si vede ancora la luce.

Onore e merito a tutte le strutture che si sono organizzate per fornire ai soci servizi usufruibili da casa, in mancanz adi meglio. Vi dico bravi e vi stimo tantissimo per la resilienza, ma con me – purtroppo – non funziona.

Io ho bisogno di uno spazio grande, dedicato con millemila attrezzi e pesi e macchinari di tutti i tipi. E’ un mio clamoroso limite e ne sono ben consapevole, ma tant’è.

Siccome sono altresì ben conscia che i veri problemi della vita sono altri, non di certo il mio giro fianchi aumentato, ho deciso che qui bisogna iniziare a … riprogrammarci!

Con la primavera alle porte, la luce del giorno che accarezza ogni giorno un minuto prima le nostre finestre, posso darmi una mossa e fare una corsetta morbida, finalizzata al risveglio muscolare, all’ossigenazione di mente e tessuti, prima di andare al lavoro. Trenta minuti dedicati, dalle 7 alle 7.30 del mattino, doccia e via in ufficio, magari a piedi. Alla sera, con minor senso di colpa se mi viene la stanchezza o la pigrizia, gli esercizi ginnici mirati.

Più facile da scrivere che da fare, ma credo che sia la sola possibilità che ci rimane per fronteggiare i paletti di NO che siamo costretti a vivere.

Che fatica. Che frustrazione.

Ripenso alla terribile primavera dello scorso anno, alle meravigliose giornate che abbiamo vissuto chiusi in casa, godendo dei colori e dei profumi da dietro le finestre.

In ottica positiva, almeno quest’anno, saremo fuori, di certo mascherati e distanti ma, almeno, liberi.

Io parto da qui, riprogrammo le attività fisiche. E voi, come la state gestendo, come vi sentite?

Il mio abbraccio virtuale e forza cerchiamo di resistere!

Pimpra

DI TANTO IN TANGO. VOGLIO UNA MARATONA FRIENDLY

 

maratona-gattaHo sempre saputo di essere una donna piuttosto agonista, lo sport mi ha forgiato al “combattimento” sin dalla più tenera età, sicché, ogni nuova attività che ho intrapreso è stata all’insegna di dare il massimo, impegnarmi al massimo, cercare di ottenere i massimi risultati.

Va da sé che non sempre si riesce a raggiungere la vetta desiderata, anzi, direi che il più delle volte si cade e ci si avvicina solo lontanamente, ma il cuore appassionato, il desiderio di farcela, di mettersi alla prova, quelli restano sempre.

Anche quando lo scorrere del tempo, rende corpo e mente non più verdi.

Nel tango, ho messo la stessa, intensa, passione.

Mutatis mutandis, mi ritrovo ad affrontare le maratone con uno spirito diverso. Ben conscia che, oramai, sono più prossima a Villa Arzilla che alla discoteca sulla spiaggia e che dovrò abituare il mio spirito giocosamente ribelle e indomito al fatto che sono una “affascinante donna matura” (OH MIO DIO!!!!), ecco che, anche lo spirito della maratona che vado cercando è diverso.

Nella premessa che la qualità è e resta presupposto cardine per uccidere il proprio corpo di fatica nelle lunghissime sessioni di milonga, ebbene sento forte il bisogno di essere circondata da persone che abbiano un atteggiamento “friendly”, amichevole, accogliente e rilassato.

Che due maroni i competitivi/e che non ti guardano neanche in faccia e men che meno ti degnano di un cenno di saluto perché sono tutti proiettati ad accaparrarsi le grazie del di Lui/Lei ballerino/a, quelli che ti schifano perché ti etichettano come “low level” non degno del gotha tanguero che hanno in testa, insomma che due palle di tutti coloro che, una volta in più, dimenticano il sapore della festa, il piacere di rivedersi, di abbracciarsi, di riconoscersi o di conoscersi per la prima volta.

Allora, sai che c’è, me la sono goduta al massimo la mia maratona friendly, in quel di Brescia (che ci ho pure fatto la capatina da Iginio! ;-), dove ho goduto di quell’atmosfera gaia e gagliarda di gioia e di festa che la Grazia e il suo staff hanno regalato a tutti i partecipanti.

Ma che ve lo dico a fare, sarà che tra pochi giorni un nuovo giro di boa si avvicina ed io divento sempre più… matura!

STICAZZI!

Pimpra

 

 

 

 

 

 

 

PIMPRA FU …

sport

1° febbraio.

Il mio giorno X, quello della rinascita, dell’uscita dalle “nebbie” dell’inverno, quello dove mi riprendo la motivazione al fare e, ovviamente, torno in palestra.

E’ stato un inverno cazzutissimo, infestato di fastidi fisici che mi hanno tenuta lontana dalla sala ginnica con conseguenze… Sticazzi…!!!

Lunedì inizio blanda con 30′ aerobici e stretching, sudo come un animale ma è quello che cercavo, sento il corpo goffo, irrigidito e … terribilmente pesante.

Martedì decido che “o la va o la spacca” e mi presento alla lezione del pomeriggio. L’istruttore chiede immediatamente se avessimo con noi l’asciugamano ed io mi sono chiesta come mai, parendomi una domanda assurda. Poi ho capito. Una serie potente di esercizi cardio/tonico/vascolari degni di un corso preparatorio per il battaglione San Marco. Così il mio corpo ha percepito l’intensità dello sforzo.

Mentre, prona, cercavo disperatamente di raccogliere le gambe sotto di me, per poi spingerle nuovamente in allungamento, ho avuta chiara la visione del mio declino fisico.

La Pimpra: FU un’atleta.

Lontanissimi i tempi in cui mio padre faceva fatica a battermi in una vasca a delfino, lontanissimi i tempi in cui giocavo una partita a pallanuoto, dimenticati i tempi degli allenamenti pre maratonina, archiviati gli straordinari allenamenti mattutini, prima di andare in gabbietta, dove, al posto della colazione, bevevo (producevo) decilitri di acido lattico sulla pista di atletica.

Il corpo scattante, agile, tonico, voglioso, grintoso come una piccola coupè sportiva…

TUTTO DIMENTICATO. TUTTO ARCHIVIATO.

Al momento mi ritrovo ad essere come quelle signore che, in palestra, si impegnano così tanto da non rovinarsi neppure la piega…

E la leonessa che ho dentro, piange. Ruggisce e piange.

PIMPRA E L’ATLETA CHE FU.

Addio.

Pimpra

ps:

Vabbè, questo è lo sfogo ma… OVVIAMENTE, secondo la logica del “No pain, no gain”, seppure il pain stia diventando esponeziale… NON MOLLOOOOOOOOOOOO! 😉

IMAGE CREDIT DA QUI

 

DONNE D’ACCIAIO

Tonificazione1-960x400La vita non smette mai di sorprendere.

Un lunedì qualunque del calendario decidi di provare una lezione in palestra che l’insegnante ti ha invitata stuzzicando il tuo cuore sportivo “Vieni, ti divertirai di sicuro!”.

Lei è una ragazza giovane dall’età indefinita, nel senso che potrebbe avere dai 22 ai 35 anni e sarebbe uguale. Una triestina doc: bionda, occhi azzurri, abbronzata, vivacissima, iper sportiva, allegra, sempre con il sorriso.

Insegna in palestra, ma credo che lavori anche in ufficio, ha una passione in quello che fa che mi colpisce. La vedo sempre durante le sue lezioni di zumba, io corro sul tappeto e seguo le sue evoluzioni dall’alto. Coinvolge pure me con la sua carica e le mie zampettone si muovono più leste.

Ieri mi sono lasciata convincere assicurandomi che non si trattasse di fare coreografie per cui sono negata. “Stai tranquilla, è molto facile, schematico, vedrai che riesci a seguire senza problemi”.

Detto fatto, mi presento già sconvolta che, con l’idea che sono una belva, prima della “ginnastichina delle donne”, mi serviva far montare le pulsazioni, sudare. In una parola stancarmi.

… una mossa davvero molto furba la mia.

Tra il lusco e il brusco mi sono trovata dentro a un allenamento preparatorio a una gara da Iron man, donne potentissime, toste, motivate che si allenavano assiduamente!

Alla facciaccia mia e della mia arroganza sportiva! Ho tenuto botta, con una certa dignità, per la prima metà dell’allenamento, confesso che poi  ho dovuto attingere a tutta la mia forza di volontà per non fare la figuraccia di quella che molla il colpo!

Aerobico a ritmo elevato e resistenza e addominali e braccia- spalle – glutei  ce n’era per tutto il corpo!

MORALE:

  • 1.5 kg meno di ieri. Significa che mi sono liberata di 1,5 litri d’acqua. Favoloso!
  • il corpo è più scattante, sento lievi doloretti qua e là, sintomo che ho lavorato bene, in un crescendo giusto di sforzo
  • ho l’umore alle stelle: fuori è estate e sto surfando su un’onda di endorfine!!!

Nessun uomo della sala pesi ha avuto il coraggio di affrontare la lezione.

E le “donnine” se la ridono, piccole “Iron Man” travestite da pulcini!

… e il merito va alla bravissima Anna Paola!

Pimpra

Image credit da qui

EFFETTI COLLATERALI

C’era da aspettarselo: venerdì in piumino, bagnati da catini di pioggia, immersi dentro una nuvola di umidità appiccicosa e fredda. Il lunedì seguente in maniche corte, dentro una trionfante primavera che, finalmente, brilla nell’aria.

Effetti collaterali:

  • il cambio di stagione degli armadi
  • colite a nastro
  • piedi gonfi
  • fisico che, a causa dello choc termico, ha mandato in tilt il sistema endocrino.

Ma è solo primavera, nulla di preoccupante!

Ieri ho trascorso una domenica davvero bella, ripescando dal fondo dell’armadio le scarpette da corsa, per troppo tempo dimenticate.

Il ritrovo delle partecipanti previsto alle 9.00 ha fatto sì che, per l’emozione, il mio orologio biologico mi tenesse sveglia dalle 5 del mattino e non si trattava, per me, nemmeno di una corsa competitiva!

E’ stato tanto bello ritrovare i gesti di sempre, prima di una gara. I riti che ogni atleta ripete, sempre uguali, sempre gli stessi: dalla scelta dei calzini alla maglietta, al modo di annodare le scarpette, alla coda, all’elastico della coda, agli occhiali da sole…

So che fa ridere e l’amica che ho coinvolto in questa avventura, infatti, rideva, ma ero davvero così emozionata da non sapermi trattenere.

Ed è stato bello accorgermi che il mio piccolo demonietto competitivo è sempre lì, pronto ad uscire dal cilindro, se stimolato. Anche se, e qui son dolori, la mente- quella – invece, ad un certo momento ha detto “basta”.

Il male da_per_tutto, il fiato_troppo poco, la salitina finale, l’aver esagerato in partenza, tutti errori che ho pagato poi.

Ma mi sono davvero tanto divertita che, questa sera, bis.

E, mi auguro, un passo avanti l’altro, riprenderò la mia passione di sempre… adagio…

E questo è un altro EFFETTO COLLATERALE: a primavera fioriscono i… BUONI PROPOSITI! 🙂

Pimpra

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