
Dopo pochissime lezioni da leader, si sta aprendo un mondo.
Sto ritrovando la gioia e la freschezza di imparare che mi hanno accompagnato per anni nello studio del mio ruolo naturale di follower, arricchendo il mio bagaglio personale non solo di stimoli e di nuove sfide, ma di una riflessione più ampia sul tango stesso.
La santa ballerina che si è gentilmente offerta di accompagnarmi in questa nuova avventura, non solo mi aiuta a proporre meglio le marche maschili, ma accetta di seguirmi nei guizzi creativi, assolutamente prematuri e incontrollati, che mi escono nel corpo e che le offro a uno stato assolutamente grezzo.
Siamo seguite da due maestri estremamente generosi che si prestano con grande altruismo ad aiutarmi, quale leader in erba, ad uscire dai gineprai in cui vado a cacciarmi da neofita quale sono.
Ieri sera mi è accaduta una cosa speciale: mentre praticavo i movimenti di noi cuccioli, non potendo fare a meno di ascoltare la musica di sottofondo, mi sono trovata – senza sapere nemmeno io il perché – a voler fare un movimento “così” che ci stava troppo bene con quello che stavo ascoltando e il mio corpo ha preso quella forma. La mia paziente ballerina ha provato a seguirmi in qualche modo ma, ovviamente, non riuscivo a proporle quel passo in modo corretto.
Chiamo l’insegnante chiedendo se trovarmi così, con i piedi in quel modo e l’abbraccio in quella forma, era una cosa fattibile oppure semplicemente un mio delirio fisico.
La risposta è stata positiva, che la dama potevo portarla a fare il passo semplicemente chiedendole un pivot per metterla nella direzione giusta. Detto fatto, il movimento che il mio corpo aveva in mente è diventato un movimento, un passo per la coppia.
La mia gioia, non potete immaginare.
Lezione dopo lezione, passettino dopo passettino, inizio a capire cosa succede nella coppia, apprezzo la connessione, comincio ad avere consapevolezza degli errori che faccio quando marco sbagliato, riprovo e, dulcis in fundo, mi trovo a proporre cose senza saperlo, solo perché il mio corpo va lì in quel modo e la donna – incredibile! – capisce e segue.
Sento una libertà interiore e una creatività che mi travolgono, ma resto umile. Come è giusto e doveroso sia. (rido).
Alla follower viene offerta una proposta (marca) che, pur chiedendo un viaggio (il passo) che porta in una direzione (la creazione di un movimento, una “figura”), è lasciata libera nella scelta del “mezzo di trasporto” (interpretazione fisica della donna, adornos, come si muove).
L’importante è arrivare a destinazione all’ora prevista, non prima, non dopo (timing di coppia), senza disturbare in alcun modo il conducente (il leader).
La follower vive una grande indipendenza.
Sceglie come eseguire la proposta essendo capace di “viaggiare in autonomia” ovvero: non chiede aiuto a lui in termini di sostegno, supporto, cura, sicurezza, e tutto il corollario di cose che già sappiamo ma che spesso mettiamo da parte.
Per godere entrambi di questa nostra indipendenza dobbiamo buttarci in uno studio “matto e forsennatissimo”.
Tecnica base come se non ci fosse un domani. Gestire il corpo sui tacchi, per bassi che possano essere, non è così “naturale”, semplice come ci piace pensare, non lo è affatto.
Il secondo importantissimo elemento è dare fiducia al leader.
Se non la concediamo, il corpo, che non mente mai! – ricordiamocelo!, lo comunica immediatamente. Il risultato finale è un tango meno interessante per entrambi, meno empatico, meno connesso e pure molto meno creativo! E non lamentiamoci poi se i leader sono noiosi! 🙂
Il percorso appena iniziato nel ruolo opposto mi sta dando tante di quelle lezioni per il mio ruolo naturale di ballerina che, ogni volta, ne rimango sorpresa.
Al momento porto a casa questi insegnamenti:
- se decido di ballare il tango, non posso fingere. Tutto ciò che sento e che penso del mio partner di ballo in quella tanda, i miei stati emotivi,il mio corpo li racconta senza finzione quindi…
- ballare da leader è molto più difficile di quanto non avessi mai potuto immaginare
- ballare – bene- da follower è un durissimo lavoro. E’ richiesta ferrea disciplina e costanza nello studio della tecnica di base, è opportuno mantenere apertura mentale e di coscienza verso l’altro. Ascoltarlo senza pregiudizi, con curiosità e rispetto.
- il punto sopra vale anche per il leader 😉
Per adesso è tutto, ballo e chiudo!
Pimpra
PS: poi, diciamocelo, essere indipendenti e concedere fiducia all’altro sono le due pietre miliari per far funzionare una coppia anche nella vita…
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.