CHI BEN INIZIA

Ci pensavo in questi giorni facendo colazione, ascoltando Nicoletta Carbone (“Obiettivo salute”, radio 24, n.d.r.) promuovere stili di vita salutari, che tutto sommato faccio vita sana: mi sveglio presto al mattino, mangio in modo corretto, non bevo, non fumo e faccio movimento/sport.

A ben pensarci è la storia della mia intera esistenza, salvo qualche periodo di peccatucci alcolici dovuti vuoi alla giovane età, vuoi a periodi bui dell’esistenza, per fortuna totalmente risolti.

Lo sport mi accompagna dalla più tenera età, sicché mi ritrovo nel mio autunno biologico, tutto sommato, in discreta forma complessiva.

Ovviamente mai dire che “va tutto bene” perché in quell’esatto istante una tegola ti colpisce in testa, infatti così è stato, non essendo esente dalla tradizionale sfiga. La piccola disavventura mi ha costretta a modificare completamente le mie abitudini.

Ho iniziato a camminare come la più convinta ForrestPimpra. La cosa di per sé nemmeno male ma ingestibile nell’economia di una vita moderna carica di cose da fare. Ecco che, per la prima volta dopo l’infanzia, nella mia vita, è tornata prepotente la bicicletta.

Sto finendo di allestirla per rispondere alle mie esigenze, nel frattempo, assaporo l’esperienza.

Dopo pochissimi giorni di utilizzo, noto degli incredibili benefici, non tanto sul fisico tout court, quanto sull’umore.

Quei pochi minuti che, sulle due ruote, separano la mia abitazione dall’ufficio, mi regalano una sferzata di gaiezza e divertimento fanciulleschi che non provavo da tempo.

Una giovanile signora di mezza età che porta una bici fichissimamente tecnologica, cattura lo sguardo quasi come un paio di Louboutin tacco 12, non l’avrei mai detto, invece è così! A onore del vero, il negoziante dove ho acquistato la mia meravigliosa bici lo aveva pronosticato (in triestino) “Te vederà in quanti adesso te farà la tira! Non te poderà creder!” (Vedrai quanti [uomini] adesso ti corteggeranno! Non ci potrai credere!). Infatti, non ci potevo credere ma…

Ad ogni semaforo sento appiccicati gli sguardi degli scooteristi (maschi) che studiano il mio mezzo, la bici è davvero carina da matti, poi guardano me, strabuzzano gli occhi, mi guardano le gambe e, me ne sono accorta, pure il sedere. Questi sono “gli invidiosi”.

Poi c’è la categoria di quelli che definisco “anime ambientaliste” che, con lo sguardo, benedicono ogni ciclista perché é il solo a non inquinare l’aria con i suoi scarichi gassosi. Li vedo che mi guardano, mi seguono con lo sguardo e mi rivolgono un sorriso aperto e gentile che, puntualmente, ricambio.

Oggi, al semaforo, mentre mi faccio più piccola di quanto non sia già per non intralciare i mezzi a motore, un ragazzo in autobus, mi ha agganciato con lo sguardo, sorriso e salutato con la mano. E che faccio non gli rispondo? Ovvio che sì.

Queste piccole gentilezze, le occhiate benevole dei vecchiettini che mi sono grati quando li lascio passare sulle strisce perdonali, le occhiate di complicità con i ciclisti come me, e la cascata di endorfine che si attivano con il movimento, mi fanno arrivare in ufficio decisamente di buon umore.

Oggi la sfida è impegnativa: tira bora forte, in scooter so come si fa… speriamo che in bicicletta sia più o meno la stessa cosa e che nostra Signora Bora Nera non mi porti in trionfo… tié facciamo le corna!

Pimpra

RIPROGRAMMARSI

Mi ero illusa, come molti, che prima o poi, nel giro di qualche mese, saremmo tronati alla nostra vita di sempre. Magari con qualche restrizione e taluni limiti ma nel complesso alla nostra VITA.

Cambia il governo ma non cambia la musica perché la pandemia, burlandosi dell’uomo, modifica le sembianze e ci costringe – ancora – ad assoggettarci alle sue volontà.

Speravo, se non di riprendere a ballare l’amatissimo tango, almeno di frequentare la palestra. Per me il tempio del mio equilibrio mentale, luogo di sfogo e scarico di tutti gli scarti metabolici del corpo e – soprattutto?- della mente.

Niente da fare. Non si vede ancora la luce.

Onore e merito a tutte le strutture che si sono organizzate per fornire ai soci servizi usufruibili da casa, in mancanz adi meglio. Vi dico bravi e vi stimo tantissimo per la resilienza, ma con me – purtroppo – non funziona.

Io ho bisogno di uno spazio grande, dedicato con millemila attrezzi e pesi e macchinari di tutti i tipi. E’ un mio clamoroso limite e ne sono ben consapevole, ma tant’è.

Siccome sono altresì ben conscia che i veri problemi della vita sono altri, non di certo il mio giro fianchi aumentato, ho deciso che qui bisogna iniziare a … riprogrammarci!

Con la primavera alle porte, la luce del giorno che accarezza ogni giorno un minuto prima le nostre finestre, posso darmi una mossa e fare una corsetta morbida, finalizzata al risveglio muscolare, all’ossigenazione di mente e tessuti, prima di andare al lavoro. Trenta minuti dedicati, dalle 7 alle 7.30 del mattino, doccia e via in ufficio, magari a piedi. Alla sera, con minor senso di colpa se mi viene la stanchezza o la pigrizia, gli esercizi ginnici mirati.

Più facile da scrivere che da fare, ma credo che sia la sola possibilità che ci rimane per fronteggiare i paletti di NO che siamo costretti a vivere.

Che fatica. Che frustrazione.

Ripenso alla terribile primavera dello scorso anno, alle meravigliose giornate che abbiamo vissuto chiusi in casa, godendo dei colori e dei profumi da dietro le finestre.

In ottica positiva, almeno quest’anno, saremo fuori, di certo mascherati e distanti ma, almeno, liberi.

Io parto da qui, riprogrammo le attività fisiche. E voi, come la state gestendo, come vi sentite?

Il mio abbraccio virtuale e forza cerchiamo di resistere!

Pimpra

SIX.Q L’INTERVISTA DOPPIA. MICHELE GAMBA E SILVIA GIANARDI

Chi mi segue da tempo sa che accanto alla giaguara tanguera dentro di me vive anche una scalcinata “ForrestPimpra”.

Scalcinata perché, da quando iniziai a correre a 30 anni suonati, non è passato giorno in cui il mio corpo non mi presentasse il conto di mille e uno dolori/doloretti come a volermi convincere di smettere. Ho combattuto per 10 anni prima di essere costretta ad appendere quelle scarpette al chiodo, ma, dentro di me, ForrestPimpra è sempre viva e vegeta e, di tanto in tanto, con molta dolcezza e tranquillità, si concede ancora di correre o, almeno, di camminare veloce.

Ho sempre ammirato gli atleti, quelli veri, di tutti gli sport. Appena mi è stato possibile, ho colto l’occasione per proporre la SIX.Q a un runner professionista e alla sua compagna.

In tempi di COVID, di forzata chiusura di impianti sportivi e di palestre, tempi in cui si lavora in smart working, si passa tanto tempo senza fare attività fisica, è quindi bene trovare una motivazione per indossare le scarpette e … mettersi a correre.

Il resto verrà da solo.

Godetevi quindi l’intervista a Michele Gamba e Silvia Gianardi che ringrazio di aver partecipato.

***

1. Condividere la stessa passione sportiva aiuta la coppia? Se sì in quale modo?

M. Sicuramente condividere la stessa passione sportiva unisce ancora di più una coppia e soprattutto se lo sport in questione è la corsa, perché non è solo un’attività per mantenersi in forma, ma un vero e proprio stile di vita che si ripercuote sulle tue abitudini e sulla tua quotidianità.

S. Avere la stessa passione per la corsa, almeno per noi, è un fattore molto importante.

Condividere la stessa mentalità da “runner” ti porta inconsapevolmente a fare scelte comuni come svegliarsi all’alba per fare km e rinunciare quindi a serate con gli amici o scegliere mete per le vacanze in cui si possa correre… Per noi questo è un collante perché è condividere il nostro tempo libero facendo quello che più ci appaga e insieme.

2. Michele nella corsa ha trovato la sua professione, mentre la Silvia una grande passione. Correre, ha aggiunto qualcosa alla vostra vita di coppia, qualcosa vi ha tolto?

M. Noi ci siamo conosciuti correndo quindi direi che la corsa ci ha uniti e continua a farlo grazie anche all’impegno che entrambi dedichiamo alla nostra società A.S.D. Promorun e alle manifestazioni che organizziamo. 

S. Come “coppia di sportivi” ci ha unito e ci rende ogni giorno più complici, come “coppia che organizza eventi” spesso invece è stata causa di confronti animati  (d’altronde siamo due pignoli, testardi e perfezionisti 🙂 ) e ci ha tolto molto del poco tempo libero che abbiamo.

3. A una coppia che non ha mai praticato sport suggerireste di avvicinare il mondo del running e di farlo insieme? Quale è l’approccio che proporreste?

M. Assolutamente si, purché sia un desiderio di entrambi.

Il suggerimento che posso dare è quello di non avere fretta e di non fare il passo più lungo della gamba. È fondamentalmente all’inizio seguire un programma che ti aiuti a crescere e che allenamento dopo allenamento ti faccia vedere dei miglioramenti e ti invogli a continuare a correre.

S. Sono d’accordo con Michele correre è uno sport faticoso, ma faticare in due è sicuramente più confortante e soprattutto all’inizio ti aiuta a non arrenderti e a rispettare le tue sessioni di allenamento.

4. Quali sono i benefici fisici/mentali che ricavate correndo? E quando vi allenate insieme?

M. I benefici fisici e mentali della corsa se ti alleni con regolarità si notano subito. Oltre alla perdita di peso e alla tonificazione, che sono i motivi principali per cui i neofiti si avvicinano a questo sport, la corsa ti aiuta a essere più energico e ad affrontare meglio la giornata.

Generalmente corro con Silvia quando deve fare degli allenamenti specifici e impegnativi in previsione di una maratona. Grazie alla mia esperienza come atleta professionista, riesco a guidarla nei momenti di sforzo più intensi con equilibrio  aiutandola a portare a termine il programma nel modo più efficiente possibile. 

S. I benefici mentali per me superano quelli fisici. La corsa mi aiuta ad affrontare le giornate con il sorriso e a combattere lo stress.. merito delle endorfine, provare per credere!!

Noi ci alleniamo a volte insieme, a volte in gruppo, ma anche soli. Non abbiamo una regola fissa, non dobbiamo per forza fare sempre tutto insieme. Spesso abbiamo voglia di correre soli, magari ascoltando un po’ di musica, al nostro ritmo e preservando i nostri spazi. 

5. Quale è stata la scintilla o il caso o la motivazione che un bel giorno vi ha fatto venire voglia di macinare km?

M. S. Per entrambi la risposta è una e una soltanto: LA MARATONA.

Avremmo comunque corso km e km per il piacere e le sensazioni che ti dà la corsa, ma un obiettivo importante come quello di correre una maratona non si raggiunge senza avere tantissimi km sulle gambe.

6. Fate un appello a chi ci legge: perché smettere lo “sport del divano”, alzarsi, indossare le scarpette e via come Forrest Gump

M. Per sentirsi meglio, per stare meglio con se stessi perché correre ti connette con la  parte più profonda di te e con la natura e i posti che vedi e scopri correndo.

S. Aggiungerei per scoprire quanto sei forte e determinato, per dimostrare a te stesso che se vuoi raggiungere un obiettivo, con tanta fatica e impegno, ce la puoi fare. 

***

Se vi è venuta voglia di provare ecco i riferimenti di contatto:

ASD Promorun Trieste

info@promorun.it 

ASD PROMORUN TRIESTE   Via Coroneo 17 – 34133 Trieste 

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