
Tocca fare atto di pentimento, lo devo fare proprio.
Excusatio non petita, accusatio manifesta.
Ad essere spietatamente sincera, forse è stata una scodata di Narciso.
I FATTI:
Scrivo un post che mi pare decente, ovvero, contenutisticamente accettabile e lo leggo a una persona molto speciale per me. Lo faccio io dal momento che il soggetto in questione non vuole leggere i pezzi che scrivo. Prova fastidio, non condivide che io mostri me stessa al mondo, così, senza filtri, senza selezione di contenuti e/o di destinatari. Un po’ come fanno le meretrici di strada che si danno al cliente senza sceglierlo.
Sto in questa casa virtuale perché mi diverte farlo, il blog offre la possibilità di comunicare ed interagire con un pubblico potenzialmente universale, geograficamente illimitato, di qualunque età, nazionalità, sesso. Potenzialmente ho detto, la realtà è molto diversa ma, resta, comunque, una finestra aperta sul mondo e, ovviamente, su di me.
Scrivo perché ci sono volte in cui mi prende il guizzo di commentare qualcosa, oppure perché ho vissuto un’esperienza particolare o, semplicemente, perché mi sento rapita dal cazzeggio.
Scrivo, potrei tacere o fare altro è certo.
Tornando ai fatti, mi viene rimandato, con un atteggiamento più fisico,
di particolare distacco e supponenza, che verbale che il post in argomento sì, era divertente. Ne sarei stata felice, non fosse che il commentatore ha fatto grande fatica a tenere gli occhi aperti mentre glielo leggevo (erano le 21.00 e non aveva appena concluso il turno in miniera).
Piccola discussione successiva e il mio Calimero, da color panna, è tornato tutto nero e mi sono sentita come un’oca bionda senza speranza.
Narciso mio non era affatto contento, ha pesantemente accusato il colpo: “magari devo smettere, perché non credo di essere una donna così decerebrata ma se questo è ciò che traspare dai miei scritti… dovrei farci un pensierino”.
Parte il sondaggio social, fatto con umiltà e coda tra le gambe, “Amici miei, che faccio chiudo?” e i commenti, anche troppo benevoli, mi hanno fatto riprendere il timone.
LA MORALE:
Proprio io che tanto professo l’amore per se stessi, sono stata la prima a non volermene. Sticazzi.
Questo spazio mi è caro, i miei post leggeri e senza pretese mi rappresentano, sicché questa sono, non è finzione.
Grazie a voi ci ho pensato, alla fine scelgo me, le mie passioni, i miei colori sgargianti, la leggerezza dell’essere. Punto.
Quanto all’Amore mio che non approva questo tipo di attività pazienza, dovrà farsene una ragione. Questa sono gli piaccia o no. Gli piacerà mai? Chissà…
La predicatrice dei miei stivali vi saluta con un grande inchino, abbiate pazienza, sarà l’età… 😉
Pimpra
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