
Fare la turista in una grande città quando i suoi consueti abitanti la lasciano per le vacanze è sempre un’esperienza da fare. Sono i palazzi, le strade, le piazze che prendono la parola, raccontando un diverso punto di vista.
Milano è austera e bellissima, provata dal recente lockdown che ha piegato e piagato la vita frenetica che è il suo marchio di fabbrica.
Ho incrociato qualche residuale colletto bianco, sempre impeccabile nonostante la calura estiva, veloce nell’andare, concentrato e teso verso una meta da raggiungere, un orizzonte da esplorare, un progetto da chiudere.
Qui c’è un’energia che altrove non si sente. Come se i milanesi fossero animati da uno speciale voltaggio di elettricità che è solo loro.
Mi sono goduta un museo che non conoscevo, con la tranquillità necessaria ad apprezzare le opere e la mostra di abiti ospitata nel palazzo signorile. Un bel connubio che ho gradito assai.
Il caldo mi toglie la fame, così ho camminato senza sosta per ore, quasi senza bere e mangiare, in uno stato di catatonia resiliente e viva.
Sono entrata nei grandi templi dello shopping che per noi abitanti di provincia sono tappa imprescindibile, come fare un upgrade sulle tendenze, sul design, sul mood urbano che le città minori non esprimono con questo potenziale e intensità.
Continuano a rivolgersi a me in inglese, un tempo pensavo fosse per gli zigomi alti, oggi credo si tratti solo di look: non sono (mai) stata una modaiola quindi, per forza, devo essere straniera. Almeno credo…
A Milano ti senti povero, mai come questa volta ho avuto tale sensazione. Ti viene offerto il lusso ovunque, ti viene fatto vedere, ti è proposto ma per te che sei un cittadino “normale” quell’asticella è davvero troppo alta da raggiungere.
Nel tempio delle scarpe una gentile commessa mi voleva convincere che le Jimmy Choo a 369 euro erano un vero affare, sicuramente ma… idem il meraviglioso profumo a soli 250 euro, così almeno ha una fragranza unica, ne sono sicura ma… e potrei continuare l’elenco all’infinito.
Anche se ciò che posso permettermi è solo “guardare e non toccare”, questi stimoli visivi sono benzina per me, mi fanno ripartire certe rotelle arrugginite, aprono comunque nuove visioni, pensieri e immagini.
Milano vale sempre la pena, anche a 40 gradi.
Pimpra
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