Ho cercato in tutti i modi di distogliere la mente dall’amato tango confinandolo nel silenzio di questo tempo di epidemia.
Silenzio di abbracci e di socialità di pelle, vivo e vibrante in modalità virtuale, anche se non è la stessa cosa.
Dopo uno stop così prolungato ci riaffacceremo al nostro bel mondo in modo diverso, cambiati nel corpo e nello spirito.
Forse il corpo sarà facile da riportare a regime, riprendendo i movimenti a lungo rimasti addormentati. Come molti, anche io ho cercato di tenermi in esercizio, inserendo nella mia routine di allenamento standard anche degli esercizi utili a mantenere certe flessuosità.
Ma ballare è altro, studiare in coppia è altro, immergersi completamente è altro.
Si fa come si può e quanto si riesce, l’arte di arrangiarsi.
L’aspetto post epidemia che più mi interessa indagare è come saremo noi, la comunità di danzatori che si incontra di nuovo.
La comunità tanguera ha salutato amici che hanno perso la vita contro il virus, altri che- fortunatamente- ne sono usciti. Sono tutte ferite che lasciano un segno profondo.
Penso a me, a quanto vengo presa da una sorda malinconia nonappena le note di un tango qualsiasi lambiscono le mie orecchie, fa quasi male sentirle, di quel dolore ancestrale del distacco, come un amato da cui ci si separa senza volerlo.
Penso alla fiducia, all’abbraccio che verrà, se sarà scevro di paura, e sarò capace di abbandonarmi come prima.
Immagino ci saranno nuove regole da seguire e che l’autorizzazione di riaprire le milonghe tarderà ad arrivare.
Di sicuro tutto questo servirà a non dare per scontate tante cose, credo che la prima milonga in cui rimetterò piede avrà la sacralità di un momento specialissimo, di quelli da ricordare.
Saremo gli stessi tangueros di prima? Torneremo più vergini nei pensieri? Avremo più desiderio e questo sarà rivolto alla conoscenza e all’apertura verso l’altro?
Spero di sì.
Mi auguro che lo stop forzato a cui siamo stati costretti ci renda migliori mentre poseremo uno sguardo gentile su chi avremo davanti, indossando l’abito della festa felici di ritrovarci ancora.
Pimpra
IMAGE CREDIT DA QUI
Francesco Montanari
/ 6 aprile 2020Mi piace in particolare la frase conclusiva e ancor più “felici di ritrovarci ancora”
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Pimpra
/ 6 aprile 2020Lo puoi dire forte 🙂
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