
La smart band che indosso mi offre quotidianamente il grafico del sonno, quanto sono durate le fasi profonde, leggere, quelle Rem, i risvegli, poi dà un voto alla qualità del mio riposo e del respiro.
Pare che sia estremamente positivo per la creatività e per il cervello in generale, aumentare la durata della fase Rem.
Durante la quarantena, ho notato che l’incremento del Rem ha avuto una crescita lenta ma costante.
Non so se si tratta di suggestione o di scienza, ma sta di fatto che quando quella fase supera l’ora, la testa viaggia più veloce e mi arrivano idee e, in particolare, ho più voglia di scrivere.
Sull’onda quindi di una bella dormita, mi sono messa a favoleggiare su quella che oramai chiamiamo “FASE2” dell’epidemia ovvero il momento in cui, con grande cautela e regole nuove, potremo nuovamente uscire di casa.
Ci penso molto spesso, immaginando una lista di cose che voglio fare per prime, le metto in ordine di priorità e di piacere.
Negli occhi mi si presenta un’immagine nuova, di noi che viviamo con la mascherina sul volto, sempre. Penso al caffè sorseggiato prima di entrare in ufficio, alla pausa pranzo, all’interazione con i colleghi. Sarà tutto molto diverso, strano anche.
Chissà se il “distanziamento sociale” così rigido, come quello che stiamo vivendo ora, sarà mantenuto, se dovremo continuare a fare la fila fuori dal supermercato perché gli ingressi saranno contingentati. E come sarà entrare nei negozi per fare shopping? Si potranno ancora provare i vestiti? E quando mi servirà un nuovo rossetto? La signorina di KIKO potrà farmelo provare, almeno sul dorso della mano?
So bene che quelle appena citate non sono di certo le domande ontologiche per eccellenza ma fanno parte del vivere quotidiano che è la cosa che riguarda da vicino noi tutti.
Qualche idea me la sono fatta, non sempre positiva, ma non voglio pensarci adesso.
Vi propongo un gioco di condivisione: scrivetemi le tre cose che farete il primo giorno in cui potrete uscire di casa senza divieti stringenti.
Scrivetemi una paura che non vi abbandona.
Rispondete a questa domanda: vorreste vi fosse fornito dalle autorità competenti una sorta di vademecum di ciò che si può fare e come e ciò che resta vietato? Un manualetto con le nuove istruzioni del vivere civile.
Inizio io:
- vado ad abbracciare mia madre
- faccio un giro in città a piedi
- vado in palestra
Mi rimane la paura che chiunque mi possa contagiare.
Sì lo vorrei. Chiaro e specifico, così da non sbagliare e incorrere in ammende o peggio avere conseguenze penali.
VI ABBRACCIO
Pimpra
IMAGE CREDIT BY STEFAN STEFANCIK
politepolarbear
/ 7 aprile 2020abbraccio mia figlia
vado al mare
vado in un qualche ristorante a mangiare seriamente
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Pimpra
/ 7 aprile 2020Capisco perfettamente! E che mi dici del vademecum che spiega cosa fare e non fare in modo chiaro e sintetico? 🙂
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politepolarbear
/ 7 aprile 2020Già adesso ci sono troppe autorità (il Governo, le regioni e i comuni) e tutte dicono cose diverse una dall’altra.
Ad es. Borrelli dice che la mascherina non se la mette e attua il distanziamento + lavarsi le mani.
Mentre invece qualche regione (purtroppo anche la mia) obbliga la mascherina anche solamente per camminare per strada.
Evidentemente qualcuno sta sbagliando.
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Pimpra
/ 7 aprile 2020certo ma tu, come me, rispondi alla tua regione. ebbene non vorresti da lei un vademecum di corretto comportamento in modo da non avere dubbi?
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politepolarbear
/ 7 aprile 2020Più che alla mia regione io rispondo alla mia ragione.
Se A mi dice devi mangiare pane e B mi dice devi mangiare salame allora io mangio pane e salame.
Ma se A mi dice non mangiare lasagne e B mi dice devi mangiare lasagne allora io dico che uno dei due sbaglia, ma non so quale dei due.
Quindi il vademecum ben venga se ce n’è uno solo e quell’uno solo è firmato sia da A sia da B.
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Pimpra
/ 7 aprile 2020Direi cartesiano
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