BOLOGNA, TANDE E TORTELLINI: il mio Amarcord. #ditantointango

La vita della tanguera errante è ricca di stimoli ma pure tappezzata di insidie. La valigia rimane pronta da una settimana all’altra, il tempo di fare la lavatrice e ripiegare gli abiti. Il kit viaggio è ripristinato.

Passo il tempo a smanettare sul pc, cercando le offerte migliori per spostarmi da un luogo all’altro, alberghi, b&b, appartamenti in affitto. Non so nemmeno dire quanti ne ho visitati in questi ultimi anni.

Il duo funziona. Siamo affiatate, stesse manie da donne ordinate — sistemare tutto appena arrivate, controllare prese e specchi — e la stessa fame di ballare.

Il tempo, però, scorre nei nostri corpi, e ce ne rendiamo conto. L’energia si assotiglia, tirare mattina si fa più faticoso. A volte si rinuncia a una tanda per riprendere fiato.

Amarcord è una tappa fissa del profondo autunno italiano. Ho perso il conto delle edizioni svolte e di quelle a cui ho partecipato. Tante, in entrambi i casi.

Mi piace tornare perchè è come riaprire la porta della casa delle vacanze, quel luogo magico che conosci bene e dove sai che vivrai qualcosa di bello.

Ad Amarcord ritrovi gli amici, quelli che come te non la smettono di correre dietro alle onde vibranti delle maratone. Li vedo da più di dieci anni, e con loro mi sento viaggiatrice nel tempo e nello spazio.

Alcuni hanno messo su famiglia e per un po’ hanno diradato gli impegni sulle assi delle piste. Ma poi tornano, sempre, con nuovi ingredienti che rendono la maratona ancora più accogliente.

Oramai sono previsti i servizi di baby sitting, si può ballare anche al mattino, per venire incontro alle esigenze di tutti – genitori compresi.

Ci tornerò fino a che mi accetteranno, perchè Amarcord è casa. Conosco ogni centimetro della pista, gli spazi dove è bene sostare e quelli che non funzionano. C’è l’area vip, vicino alla postazione del dj, dove prendono posto quelli che possono… e quelli che hanno faccia tosta e coraggio.

Fila tutto liscio, organizzato come un’orchestra che segue le sapienti mani del suo direttore. E se qualche strumento stecca, si rimedia subito.

Poi Amarcord è Bologna.

Al mattino dell’arrivo, puntuale, ci scappa il giretto in città: tortellini per gli amici da portare a casa, un piccolo shopping in quei negozietti belli che hai scoperto durante il soggiorno precedente, un gelato godurioso nel tuo posto segreto.

Sono una veterana oramai.

Ma ogni volta felice come la prima, grata di esserci e di godermi quelle tande magnifiche che, ad Amarcord, ho sempre avuto la fortuna di ballare!

Pimpra

COLEGIALA TANGO MARATHON BIG 10. BIG BANG! #ditantointango

La decima edizione: un bivio. O si evolve e si sboccia in una nuova epoca o si sfiorisce. Colegiala ha scelto il Big Bang!

La Colegiala ha festeggiato il suo compleanno con una festa che ha scritto un nuovo punto di partenza per le maratone che verranno.

Ma veniamo ai fatti. Il cambio di location sulle prime mi ha preoccupato, sono un’abitudinaria. Colegiala era la colonia della Fiat, la Torre circolare, le ridicole stanzette con il bagno in comune, l’ascensore che due volte su tre non arrivava. Nonostante il poco appeal sotto l’aspetto prettamente “logistico”, tutto il contesto era semplicemente favoloso. La spiaggettina di fronte alla sala pranzo, il baretto dei caffè del mattino e delle infinite chiacchiere tra amici, la pista da ballo così bella e spaziosa.

Colegiala era un marchio di fabbrica.

Al decimo compleanno ha traslocato in un complesso residenziale a 4 stelle, dentro una pineta di altissimi pini marittimi, circondata da verde. C’era la Spa, il mare incazzoso a due passi, un’atmosfera di fine fine estate che accarezzava l’umore.

La stanza d’albergo era una vera stanza, il servizio di ristorazione come MAI goduti in questi lunghi anni di trasferte tanguere. Una qualità nell’offerta alimentare, nel servizio, negli spazi a disposizione che hanno lasciato tutti i partecipanti senza parole.

La squadra è sempre la stessa, meno male!, rodata dopo lustri di maratone organizzate e, anche in questo caso, non ha sbagliato un colpo. Sabato mattina a modificare i posizionamenti delle sedie per favorire gli ingressi in pista e permettere almeno un minimo sindacale di mirada. Tutto ciò che andava sistemato è stato corretto con piccoli aggiustamenti per dare a tutti il comfort e la piacevolezza di sempre.

La pista perfetta, morbida il giusto, nessun mostruoso mal di piedi alla fine delle danze. E le colonne hanno fatto il loro aiutando i maratoneti a seguire la ronda. Top!

Anche la serata a tema, un topos irrinunciabile di Colegiala, è stato pensato per agevolare quelli come me che sono poco creativi quando si tratta di mascherarsi.

Abbiamo assistito a due pomeridiane da incorniciare, le mie prefertite, dove un Piscitello ha creato un’onda di energia vibrazionale di cui tutti ci siamo accorti. Dieci minuti di applausi alla fine della sessione lo hanno testimoniato.

E poi, il Re, monarca assoluto del mio cuore tanguero, il caro Mauro Berardi, che ha risposto tanda dopo tanda alle gioiose provocazioni del suo predecessore.

Avevo qualche perplessità si potesse perdere il “dna Colegialo” cambiando sede, invece mi sono dovuta ricredere, semplicemente abbiamo fatto upgrade, dalle superiori all’università, questo è il nuovo spirito.

Per l’anno prossimo devo ricordarmi il costume che la Spa mi attende.

E a tutti gli organizzatori attenti: l’asticella si è alzata. E di molto.

Pimpra

Weekend di Tango a Zola Predosa: la magia del ritorno. #ETDS2025

L’ho fatto di nuovo, stavolta la fuga dalla città per trascorrere il weekend nella provincia bolognese, a Zola Predosa.

L’albergo si affaccia sulla sinuosa collina che guarda al piccolo paesino ai suoi piedi, immerso in un drappeggio di prati delle più sgargianti sfumature di “verde primavera”.

Arrivarci mette in una dimensione d’animo rilassata, le nari si riempiono di quel profumo fresco di erba giovane, mista al dolce aroma dei fiori che sbocciano sugli alberi e sui prati. Una cornice bucolica che mette sempre di buonumore.

Ho perso il conto delle edizioni alle quali ho partecipato, a volte mi chiedo se non sia troppo abitudinaria nel frequentare i luoghi che mi piacciono. Poi penso che, se mi piacciono, il motivo c’è ed è piuttosto convincente se mi spinge sempre a tornare.

Quest’anno un giorno in più rispetto alla formula originale sabato e domenica, per me una proposta da cogliere. Partenza con gli amici al mattino, giretto-tortellino a Bologna city, e poi con calma in hotel, a prepararsi per la prima serata.

Al contrario di quello che si fa di solito, il venerdì era aperto al pubblico non maratona, consentendo a chi lo desiderava di assaggiare questo pasticcino delizioso che è “ETDS”. Una partenza per tutti piuttosto rilassata come dovrebbe essere il venerdì, quando ci si porta dietro la stanchezza della settimana di lavoro e le ore di viaggio. [Ore solo per la compagine triestina, ovviamente, tutti gli altri ospiti arrivano molto più veleocemente, ma tant’è].

Posso solo confermare la piacevolezza di ETDS, tutto è comfort, a partire dalla calorosa accoglienza dello staff degli organizzatori che ti fanno sentire veramente a casa.

Per le signore una sorpresa deliziosa che ci ha procurato grande eccitazione: il braccialetto maratona con dei carinissimi pendagli che, una volta concluso il loro utilizzo, diventeranno charms di qualche bracciale permanente. Che bella idea!

A sensazione, eravamo una compagine tanguera più ridotta rispetto alle edizioni del passato, ma molto ben assortita sicchè la pista meno sovraffollata ha permesso di concedersi – volendolo- anche qualche evoluzione garibaldina senza far danni.

Confermato invece l’ingrediente speciale dell’evento: le persone. Niente caste, niente gruppetti chiusi, tutti simpaticamente in compagnia di tutti. Questo fa la differenza, una grande differenza. Si sente, si percepisce anche ballando, i corpi sono rilassati, ricettivi, gli abbracci più calorosi e presenti.

Ho potuto ascoltare tj che conoscevo di fama ma non a mio orecchio e, devo dire, trovo molto interessante leggere le proposte musicali di professionisti provenienti da paesi stranieri, ognuno con il suo imprintig particolare, chissà se frutto esclusivo di ricerca personale, personalità e/o influenza della propria nazionalità. Sarebbe interessante indagare.

Un weekend così armonioso con tande così tanto belle, godute, allegre, passionali e quante altre sfumature il tango sa regalare, che sono tornata a casa dentro una bolla di beatitudine e sto sorridendo alla giornata uggiosa che non racconta affatto primavera.

Grazie a Simona e a tutti i meravigliosi componenti dello staff di averci regalato un’altra squisitezza tanghera, come sapete fare voi ❤

Pimpra

Maratone di Tango: passione e pianificazione. #ditantointango

L’anno tanguero si apre con la corsa frenetica alle iscrizioni agli eventi. In realtà è un flusso continuo che dura per i 12 mesi, a gennaio, agendina nuova di zecca alla mano (per quelli “antichi” che amano ancora la carta come me), si iniziano a fare i progetti.

Ci sono le tappe fisse, quegli eventi del cuore ai quali si ha sempre il piacere di tornare, ci sono i viaggi che si fondono con un weekend di tango, ci sono i weekend cortissimi di due giorni o le fulminee sortite da gita in giornata. Il tanguero che si rispetti, negli anni, è diventato un incredibile agente di viaggi, capace di destreggiarsi con prenotazioni albreghiere, di appartamenti, di ostelli fino ad organizzare gli spostamenti con ogni mezzo di trasporto possibile e immaginabile.

Diventa un secondo lavoro, perchè, se da un lato bisogna pianificare la trasferta (dove dormire e come arrivarci), dall’altro va messa insieme la crew dei “tanguerranti”. Viaggiare in compagnia permette di dividere le spese e quindi vai di gruppi watsup, mail e quanto altro necessario al confezionamento del proprio personale “pacchetto tango-vacanza”.

Alcune volte è più semplice perchè l’evento è stanziale, si dorme, si balla nella stessa struttura, allora viva la comodità che ce la meritiamo tutta.

Una delle maratone del mio cuore, stanziale, settembrina, in riva al mare, in una location anacronistica ma con una intrinseca bellezza devastante, nel 2025 deve cambiare casa, con lo sconcerto di tutti gli aficionados che, di anno in anno, la segnavano come tappa fissa.

Una maratona che quest’anno compie i suoi primi 10 anni ed è più in forma che mai, una garanzia di divertimento, ottimo tango, felice condivisione tanguera.

In un mondo che corre sempre più veloce, diventa sempre più difficile poter reggere in modo competitivo ai sussulti del mercato. Il fornitore che, da un anno all’altro, senza un vero motivo apparente, prospetta un aumento del 40 % dei suoi servizi, capiamo bene che è un colpo difficile da assorbire, specie se non si vuole far ricadere per intero sull’acquirente finale, la percentuale di aumento.

Mi chiedo cosa ci aspetta in un prossimo futuro, per noi fruitori e soprattutto mi chiedo quali e quanti organizzatori riusciranno a restare a galla, continuando ad offrire eventi di qualità, di standard elevato, almeno quanto il prezzo che saranno costretti a chiedere per l’iscrizione.

Una cosa è certa: nessuno è obbligato a muoversi tanto per andare a ballare. Ma un’altra cosa è certa: la passione spinge a cercare il ballo di qualità quindi, per forza, bisogna spostarsi.

Non ci resta che stare sulla finestra ad osservare quale sarà l’evoluzione del mercato dell’offerta di eventi.

Quanto a quella maratona di settembre, siamo certi che il magico team saprà tirare fuori un altro coniglio dal cilindro non facendoci rimpiangere una sola lacrima di ciò che è stato. Non vedo l’ora di potervelo raccontare.

Pimpra

IMAGGE CREDIT DA QUI

800 Tango Party: un weekend di ballo e amicizia a Ferrara. #ditantointango

La donna con la valigia.

Anche questo fine settimana è stato l’opportunità per allontanarsi dalle rotte domestiche e giungere nella ridente Ferrara. La città ci ha accolto al suo meglio, due giornate dal clima mite e asciutto, il tempo di fare shopping nei negozi del centro prima di tuffarsi dentro la buena onda della festa.

Il teatro Verdi, sede dell’evento, lascia senza parole, una struttura riadattata e resa multifunzionale ha ospitato 350 tangueri provenienti dalla penisola e oltre. Abbiamo ballato su una pista sovrastata da una cupola che sembrava quasi di toccare il cielo, una struttura ovale, piuttosto insolita.

Mi accade sempre più spesso di utilizzare il primo giorno dell’evento, qualunque esso sia, per prendere confidenza con gli spazi, anche in questa occasione è stato così. A volte, sarà per stanchezza o raggiunti limiti di età, confrontarmi con ambienti nuovi, grandi, mi mette un po’ in crisi e mi fa partire in sordina. Una volta dominato lo spazio è come se mi si accendesse la festa ed ogni singolo elemento trovasse il suo posto.

La versione lunga dell’800 Tango Party ha mantenuto le promesse, nonostante qualche perplessità emersa dalla logistica dell’intero complesso teatrale.

Il servizio che ne è stato penalizzato è senza dubbio il buffet che, per le limitazioni strettissime imposte dalla struttura ospitante, non sempre è riuscito a soddisfare le elevate aspettative degli ospiti presenti.

Il tema è che quando sei posizionato nel mercato dell’offerta tanguera come l’evento che offre incredibili coccole al palato, la gente si aspetta di trovare sempre i fuochi d’artificio. Non che non ci siano stati, ci mancherebbe, ma l’erogazione delle pietanze è stata messa in difficoltà dalle limitazioni imposte dall’alto costringendo tutto il personale a fare i salti mortali per provvedere alle necessità.

A parte questo piccolo dettaglio, ampiamente compensato da certe chicche da leccarsi i baffi, l’atmosfera che abbiamo respirato è stata sempre gioiosa e molto amichevole. Ritrovare gli amici, incontrarne di nuovi, scambiarsi abbracci sotto la cupola bluette ha reso la festa grandissima.

Alex Parise si riconferma ospite premuroso e attento sempre in ascolto delle esigenze dei suoi numerosissimi ospiti.

Sono tornata a casa raggiante, mi sono divertita molto, ho ballato tanto, mi sono tolta pure soddisfazioni di palato ma cosa volere di più? Semplice: la prossima edizione!

Ci sono certi marchi di fabbrica che non deludono mai, 800 Tango Party è uno di questi.

Pimpra

LISBONA TANGO MARATHON: THE GREAT 5#. #ditantointango

Resterà nella mia memoria questa quinta e ultima (mai dire mai!) edizione di Lisbona tango marathon.

Resteranno i colori vividi della città nel rincorrersi dei suoi azulejos e delle nuvole in cielo. Resterà la caciara festosa dei giovani che inondano le strade in un tripudio di festa continua. Resterà il sapore dolce e cremoso del pastel de nata, il sapore ferroso e robusto del bacalao in tutte le sue sfumature. Resterà l’atteggiamento rilassato dei portoghesi che, pur nel fastidioso trambusto della metropoli, paiono mantenere un distaccato aplomb. Resteranno le meravigiose chiome degli alberi di Jacaranda che appaiono dentro piazzette improvvisate create dalla salita a pastini dei quartieri della città vecchia.

Resterà la sensazione di aver sentito delle note di fado, scappate dalle intimità delle finestre aperte accompagnate dalla brezza costante che accarezza la città.

Con uno scenario del genere, era difficile non avere il mood perfetto per affrontare la maratona, la mia terza maratona all’estero.

Tutti noi amanti del tango dovremmo spingerci oltre i confini della penisola, non solo per fare i turisti, ovviamente, ma per confrontarci con l’altro, il diverso da noi.

Non è stata una maratona “facile” da un punto di vista di puro ballo. Ho vissuto la frustrazione di non essere invitata, di non essere vista. E ho vissuto anche l’esatto opposto, la gioia di tande incredibili, con ballerini stupefacenti. Un sali scendi di sensazioni e di emozioni perfettamente in sintonia con la geografia collinare della città.

Mi ha insegnato molto questa esperienza che metto nel cofanetto dei tesori, pietra miliare da conservare con cura. Il confronto più intenso con partner stranieri ha evidenziato in modo incredibile le differenze nel “sentire” e quindi nel “vivere” ogni singolo segmento di ballo. Che incredibile arricchimento!

Bisogna sforzarsi e andare, sempre, nella vita e nel tango. Uscire dalla zona confort, sbatterci il muso (le serate no, quelle che non partono e hai voglia di mollare tutto per poi essere ripagata con momenti di pura gioia che arrivano inaspettati). Bisogna starci, godere e a volte soffrire, ma sempre imparare, evolvere, confrontarsi con i propri limiti.

L’organizzazione non ha avuto sbavature, la location meravigliosa, il vecchio mercato riadattato a zona ristoranti, la pista era capiente, i dj set di pregio, un ottimo mix di nazionalità che ha reso la ronda davvero variegata.

Fortunatamente per me, la compagine di italiani era nutrita, la mia copertina di Linus quando mi sentivo Calimero, arrivavano gli amici e mi raccoglievano nel loro affettuoso abbraccio e poi via, mi passava il malumore e tornavo a godermi ogni istante di musica.

Ho apprezzato tutte le cortesie per gli ospiti che Augusto e la sua numerosa squadra ci hanno offerto, il sacchettino maratona, contenete il mug di ferro (indistuttibile!) e il ventaglio. Tre oggetti assolutamente utili che continueremo a usare anche dopo. L’open bar, alcolici compresi, ha dissetato le ugole più esigenti. Il buffet gestito come solo uno chef poteva fare, con ritmo, senza lunghe attese o sbavature di sorta.

L’edizione n. 5 si merita il massimo dei voti chiudendo con lode il cerchio della maratona. Mi resta un po’ di saudade, perchè le esperienze belle è bello poterle rifare, ma qualcosa mi dice che non è veramente finita qui.

Obrigada.

Pimpra

QUANDO DIETRO LE QUINTE CI SONO LE DONNE. BOca TANGO DAY. #ditantointango

Il mio anno tanguero ha preso vita in Emilia Romagna dando un felice imprinting alle mie velleità danzerecce, riportandomi, una volta ancora, nell’accogliente terra del tortellino (e non solo!).

Una formula che amo particolarmente: un “All you can dance” di 14 ore di fila. Un sabato dedicato all’attività preferita: ballare e – soprattutto – ballare bene.

In Emilia Romagna, diciamocelo, sono molto viziati, non c’è parquet che si calpesti dove non si trovi ottima offerta di ballerin* che siano oriundi o in trasferta, di sicuro amano ritrovarsi colà. Me compresa.

Della sede prescelta, Casa Katia Bertasi ne ho già parlato qui, ribadisco la comodità di raggiungerla, specie per la sottoscritta che ha viaggiato in treno, oltre la piacevolezza di ballare in una ampia sala vetrata con affaccio sul verde.

Quale sia la formula di una nuova milonga nel ricco panorama bolognese, non mi è difficile identificarlo: la passione di tre donne, le art director dell’evento, che, oltre alla esperienza come ballerine ed insegnanti di tango, hanno messo la sensibilità e l’organizzazione tipica delle donne.

Programma cristallino: offriamo 14 ore di ballo, piccoli snacks (non vi riempiremo la pancia perciò organizzatevi, ma noi vi forniamo tutte le informazioni per aiutarvi, compresi i cockatil al bar a prezzo convenzionato), una tonnellata di deliziose arance Resca che fanno anche bene alla salute (ps: next time provate a noleggiare il macchinario utile alla spremitura del nettarino frutto così da agevolare gli avventori dell’aranciata), una super coppia di Dj che ci hanno fatto fondere la suola delle scarpe.

Trovo interessante la formula che le tre madrine di BOca tango, Antonella, Luciana e Marianna hanno scelto, il prossimo incontro a marzo per concludere (in questa prima fase) a giugno. Diluire l’evento per dare la possibilità anche a chi non è dei luoghi di organizzarsi il viaggio, e, immagino, anche per non andare contro alle milonghe fisse di Bologna e dintorni. Sensibilità tutta femminile, a mio parere e forse, anche legata alla logistica di sala che, bella com’è, sarà spesso utilizzata per eventi.

Cosa posso aggiungere se non che è sempre un piacere assistere a un “ciack si gira” di una prima edizione che finisce con l’esclamazione “buona la prima”!

Felice di essere stata presente e ballare il vostro successo!

Pimpra

ESTATE 2023. QUI E ORA

La ricorderò questa estate 2023. Nessun viaggio in mete lontane, nessuna festa da fuochi d’artificio, eppure è stata un’estate carica di significato, densa di un fluido di benessere e pienezza che mancava nella mia vita, da troppo tempo.

Ho riscoperto passioni antiche. L’acqua, primo fluido che ha accolto una mini me, dopo quello del ventre di mia madre. L’acqua azzurra di una piscina all’aperto in cui ho ritrovato gesti familiari, sensazioni intime e profonde che sonnecchiavano da qualche parte, nascoste.

Avevo bisogno di meditare in silenzio, ma il silenzio vuoto dell’aria si riempiva ogni volta di pensieri che mi portavano lontano, in acqua non è così, si sta. Nella mente, solo il numero delle vasche nuotate, come un faro ad indicare la strada del porto, nel mentre, nel ritmico susseguirsi di bracciate e di respiri, ecco manifestarsi prepotente quel Vuoto tanto atteso, carico di un pieno immenso di coscienza presente. Si affaccia e mi guarda.

In acqua sono tornate le amicizie del tempo ed altre se ne sono aggiunte, rendendo la piscina comunale un luogo magico, carico dell’odore familiare di candeggina, un tempio di gioia.

Quest’estate ho indossato per la prima volta le scarpe da trekking e ho camminato su sentieri di montagna, accompagnata da un allegro e coinvolgente gruppo di amiche. Il mantello verdeggiante delle colline dapprima e dei monti poi ha vibrato nei miei occhi come un delicato suono d’arpa. Non ho resistito e ho scattato un selfie con la mucca pezzata nocciola e beige come quella che ho sul letto di casa. Adoro le mucche, mi procurano tenerezza e rispetto.

Il mare cittadino, nel luogo a me più caro, ha regalato giornate roventi del calore delle amicizie incontrate e di quelle celebrate che hanno, troppo presto, lasciato questo corpo fisico. Erano tutte lì, a godere insieme a me della semplicità di un asciugamano appoggiato sulla terrazza del Bivio, ad abbronzarsi in compagnia, tra nuotate, chiacchiere e qualche aperitivo sotto le stelle.

Il tango non è mancato, anche se, quello che oramai sta più vicino al mio cuore, ha lasciato la città, lo ritrovo in altro luogo, fisicamente lontano. Come l’amore cambia forma, anche il tango cambia luoghi, cambia cuori, e vive di un nuovo respiro.

La pioggia esagerata, seppur crudele in certe sue manifestazioni, ha portato a galla i ricordi di un passato molto lontano, in un altrove davvero distante da qui. L’ho celebrata correndo insieme alle gocce grasse, godendo di quella sensazione unica che nasce dalla profonda connessione con gli elementi. Siamo Natura, terra, acqua, fuoco, aria. Sentirli tutti dentro la pelle, nel sangue che scorre, nei profumi che arrivano a stimolare l’olfatto, mi ha resa potente, immersa nell’immensità del Tutto, come ne facessi interamente parte.

Estate 2023, metafisica e immanente, ambrosia d’anima, dolce come una freccia che trafigge il cuore e lo fa traboccare di senso.

Sono grata.

Pimpra

Image credit da qui

COME UN SOGNO DI ALTRI TEMPI: LA MARATONGUERA.

Ci sono luoghi che, appena li vedi, ti vibrano dentro come se ti sentissi a casa.

Arrivo a pomeriggio inoltrato accompagnata da una brezza di mare che riconosco molto bene, un bel venticello teso, fresco e piacevole che toglie di dosso la stanchezza delle lunghe ore di viaggio e l’arsura di questa estate da poco iniziata.

Le note sono già nell’aria e danzano lievi come i filamenti di un soffione rendendo quel primo impatto ancora più suggestivo.

Sono alla mia prima Maratonguera, incredula di poter finalmente apprezzare di persona quel luogo così particolare affacciato sull’acqua. La realtà supera di molto l’immaginazione e mi procura un’emozione forte come al primo appuntamento con l’amore.

La formula è perfetta: si balla ininterrottamente dalle cinque del pomeriggio a notte inoltrata, chi non ce la fa, si concede una pausa gaudente, tra il buon cibo dell’antica locanda “Il pilota” che allestisce i tavoli a ridosso della pista così che, volendo, tra una portata e l’altra, ci si possa concedere proprio quella tanda speciale lì che è un peccato perdere.

Arrivare in milonga a pomeriggio inoltrato è una strategia ideale che permette agli ospiti di dedicarsi al mare/turismo senza quel retro pensiero di “mi sto perdendo qualcosa la pomeridiana è già iniziata”. E poi, diciamocelo, regala un tempo di recupero utilissimo dalle fatiche del giorno precedente.

Il luogo ha il sapore di bei tempi andati, si balla su tessere di mosaico come si usava posare negli stabilimenti balneari degli anni ’50. È perfetto, cosa posso dire, i piedi non ci provano neanche a lamentarsi che la superficie è dura perché ci pensano gli abbracci, la musica, i sorrisi di tutti i partecipanti a lenire qualsiasi acciacco. E poi c’è il brufen, ma questo i tangueros esperti lo sanno già!

Ad ogni modo l’impianto scenico è nullo se non è animato da quella sana accoglienza che impronta di sé ogni evento ben riuscito e questo lo è stato senza dubbio. Si sa che molta parte dell’atmosfera è data dai padroni di casa e di certo Marcella e Flavio e il loro staff, sanno bene cosa significhi ricevere.

Un miscuglio meravigliosamente stimolante di stili di tango diversi, di persone gioiose e sorridenti in una cornice che regala un sapore di vacanza al mare. Ma che vogliamo di più? Ne vogliamo ancora!

Pimpra

GOOD VIBES ONLY

La giornata grigia e piovigginosa di dicembre, un lunedì per giunta, non aiuta a tenere gli occhi aperti sul mondo. Sono davanti al pc dell’ufficio con il corpo, solo con quello.

Sto inseguendo pensieri colorati, girandole di emozioni vibranti, spicchi di allegria scanzonata che mi hanno accompagnato durante il weekend bolognese.

L’Emilia Romagna è sempre un bel stare. Quale che sia l’ingrediente segreto non so di preciso, ma azzardo nel dire che sta custodito negli abitanti. A Bologna c’è casa, quella che sa di tortelli, di quintalate di carboidrati che ti mettono allegria per forza, di popolosa gioventù che i miei occhi non sono abituati a trovare.

I colori stessi della città, o quantomeno del suo centro, sono caldi e terrosi, a differenza dei toni ghiacciati del neoclassico di casa mia, all’estrema periferia “dell’impero”.

A Bologna si è, in totale pienezza.

Ho rimesso piede su un parquet dopo molto tempo, con l’anima in subbuglio, in un misto di adrenalinica emozione e un pizzico di ansia. Ho legato alle caviglie i laccetti delle scarpe preferite, ritrovando, nell’affacciarsi mogano dello smalto passato sulle dita, un punto di vista familiare.

Ero pronta e tremante, vibrante di una vita rimasta troppo a lungo come sospesa.

Le prime note sono entrate potenti e, senza pensarci, una mano amica mi ha condotto nei solchi di quella musica grassa di argilla e di stelle, e il mio corpo, come se nulla fosse, si è connesso.

Noi che abbiamo questo potente alleato nella nostra vita, dovremmo sempre ricordarci di onorarlo. Noi balliamo il tango, siamo dentro il flusso della sua vita che scorre, sempre, anche se a volte non la vediamo, come un fiume carsico.

Si è mostrato davanti a me, tremate e sudata, mi ha rincorso, abbiamo giocato insieme, a prenderci a nasconderci, insieme abbiamo suonato una nuova musica, la nostra, accompagnata dai diversi abbracci e dalle orchestre che creavano un prisma colorato di gioia.

Questi i doni che mi porto a casa, ebbra di me e di lui, di questo assurdo e fenomenale tango meraviglioso che mi ha sua. Per sempre.

La mia magia assoluta si chiama Amarcord. Perchè solo chi ama veramente, sa come si crea amore.

Grazie Antonella Fabio e crew per questo nuovo dono.

Pimpra

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