TOSCA 2024. TUTTO CAMBIA, NIENTE CAMBIA. #ditantointango

Non c’è primavera senza la Tosca, “La maratona” italiana per eccellenza. I primi 2 lustri scollinati con l’agilità di una gazzella, ripropone di anno in anno una formula consolidata, rodata nel tempo e garanzia di qualità.

La location ruba ogni volta il cuore, una meravigliosa villa immersa nelle colline toscane, con una pista da ballo allestita in un pavillon con vetrate sul giardino. Vale la pena partecipare anche solo per godere del luogo.

Rimane immutata la qualità dei servizi, puntuali e rigorosi, migliorati – se possibile- per agevolare in tutto e per tutto la vita dei maratoneti. Cibo ottimo, con specialità del luogo che fanno assaporare la bellezza sensuale della Toscana anche attraverso le papille gustative.

Ho perso il conto di quante edizioni di Tosca mi hanno vista partecipare e, spero che con questa mia dichiarazione di longevità, l’anno prossimo non mi vengano chiuse le porte, ho potuto vivere i cambiamenti nella grande vague tanguera degli ultimi 12 anni.

La mia prima nel 2012, la mail di risposta con quella meravigliosa parolina “IN” mi mandò ai matti dalla felicità. Ho ballato insieme al gotha del tango europeo del tempo, insieme, non “con” perché se non eri conosciut* come ballerin* e all’altezza, nemmeno potevi pensare di avvicinarti a una tanda con i mostri. Però ballarci vicino era comunque una sensazione meravigliosa che spronava a studiare per crescere e, chissà, magari un giorno, avere la possibilità di ballarci insieme.

Gli anni passano, e così il parterre muta.

L’edizione di quest’anno è stata più che mai inclusiva, accogliendo in pista anche tangueros acerbi (in termini di chilometri di tango nelle gambe), di entrambi i sessi, coppie comprese. Per noi che siamo oramai la vecchia guardia è una novità, nel senso che la maratona è diventata meno “stressante” da un certo punto di vista. Meno ansia da prestazione, più livelli di ballo, più possibilità di divertirsi per tutti.

In assoluto è questo il cambiamento più grande che ho percepito. Meno imperatori e imperatrici irraggiungibili, nonostante non mancassero i tangueros di categoria altissima, una fascia di ballerini medio alta e pure i pulcini della pista.

Se dovessi dare un titolo alla Tosca 2024 direi “INSIEME”.

Considerato il tempo che stiamo vivendo, con ciò che intorno a noi accade quotidianamente, avere la possibilità di potersi concedere un fine settimana così delizioso, è una fortuna immensa. Poterlo fare condividendo la gioia a 360 gradi, mi pare ancora meglio.

Grazie alle Tosche che non deludono mai. Il mio cuore è con voi.

Pimpra

SI RIAPRONO LE DANZE. TOSCA TANGO MARATHON

Marzo è il mese delle gite scolastiche e della Tosca. Due certezze nella vita che non guastano, specie la seconda.

Mancavo dal lontanissimo 2019, in senso assoluto non è un tempo infinito, lo diventa se consideriamo tutto quello che c’è stato in mezzo, fortuntamente superato, alle spalle, dimenticato o quasi.

I segni degli ultimi terribili anni in realtà si sentono eccome. Un specie di ferita, rimarginata – certamente- ma ancora fresca, troppo fresca.

La villa monumentale e il suo parco accolgono gli ospiti nella consueta magnificenza, varcato l’ingresso gli amici di sempre, le Tosche e il team di supporto regalano sorrisi, abbracci e sguardi che raccontano il piacere e la gioia di ritrovarsi.

La Tosca è casa, non si discute.

Rivedere prima, rivivere poi gli abbracci a lungo lontani è un’emozione potente, capace di far sgorgare quel fiume incontrollato di sensazioni, di ricordi, di momenti incastonati come perle nella memoria.

Ho portato in valigia l’umiltà, dovuta, al mio periodo inglorioso di pausa. Inglorioso perchè, per ciò che si ama, ci si deve battere ed io mi sono lasciata sopraffarre, allontanandomi troppo, dall’oggetto del mio amore.

Ho portato in valigia la curiosità di osservare il cambiamento che è essenza implicita del tango. Sono rimasta sorpresa da quanto ha saputo raccontarmi.

Appoggio quanto sto per scrivere a una breve premessa che mi è utile per definire lo scenario. La Tosca è una maratona. Tradizione vuole che chi sceglie il genere si aspetti un certo tipo di partecipanti e di musica, andando alla ricerca di un’energia molto particolare, che spinge, sostiene, motiva, promuove l’impegno che ogni maratoneta mette nelle lunghissime sessioni di ballo.

La maratona non incontra i gusti di coloro che prediligono un genere di evento più “intimista”, raccolto, dalle vibrazioni molto soffuse – sebbene potenti ma, in qualche modo, interiorizzate.

Il maratoneta ha una testa e un ballo di pulsazione più marcata, nel senso che ingaggia, si muove molto, a volte rischia, spesso esagera. Per queste ragioni, deve essere tanguer* preparat*, dal momento che “la potenza è nulla senza il controllo”.

Il primo clamoroso cambiamento che ho percepito è stato nel linguaggio musicale. Ho assistito a sessioni in cui le tandas proponevano una ricerca di gesto necessariamente intimista e raccolta, ho ascoltato numerosissimi blocchi di brani con una venatura particolarmente malinconica, a tratti cupa, struggente, estremamente romantica. Il ritmo, le battute, senza guizzi come a dipingere un cuore stanco, provato da una lunga sofferenza.

Prima del buco nero degli anni Covid, il racconto in note durante la maratona era un’esplosione di colore: si ballava sulle onde di un mare molto mosso, seguendo un’onda che ti portava via veloce, lasciandoti senza fiato, senza forze ma carico di una gioia vitale che ricompensava ogni energia spesa.

Oggi è come se la gioia facesse paura, o fosse, oramai, una emozione di cui non fidarsi perchè – e lo abbiamo imparato a nostre spese – può esserci tolta da un secondo all’altro.

L’intimismo musicale si è tradotto in un messaggio diverso rimandato dagli abbracci che si sono fatti più avvolgenti e calorosi.

Ho goduto dei momenti in cui l’onda cresceva per poi lasciarmi cullare dalla sua morbida risacca, nel flusso di un respiro dolce.

Tutto cambia. A volte è faticoso accettarlo ma standoci dentro noi stessi diventiamo cambiamento e scopriamo nuove forme, nuove frasi, nuovi linguaggi.

Grazie, per una volta ancora, a questa maratona del cuore e a chi con fatica, cura e dedizione la organizza da 13 anni. Ogni edizione è una nuova scoperta.

Pimpra

TANGO E PANDEMIA. Una ricorrenza che non avremmo voluto celebrare

Tempus fugit. Meno male, dico a me stessa, mentre constato che sono circa 365 giorni che non frequento più una milonga, per non parlare di una maratona, festival o weekend “tango esclusivo”.

Nella mia carriera di tanguera, non ho mai superato le due settimane di inattività, se e quando accadeva, il motivo era sempre e solo uno: l’infortunio.

365 giorni sono una piccola vita. Un bimbo che inizia a muovere i primi passi nel mondo, a gorgheggiare le prime parole.

Un anno di stop per me e per moltissimi appassionati rappresenta un sacrificio enorme, di certo impossibile da paragonare rispetto a coloro – e ne conosco un’infinità -che nel tango esercitavano la professione, si guadagnavano da vivere, mantenevano la famiglia.

Per questa gloriosa comunità spero che la luce in fondo al tunnel non tardi ad arrivare, anche se, fatico ancora a credere la fine della pandemia sia vicina. Possiamo solo aspettare.

Nel frattempo spesso mi chiedo come sarà quella prima volta in cui rimetterò piede su una pista da ballo. E’ un sogno che faccio spesso, ripercorrendo con la mente i luoghi che mi sono più cari. L’immaginazione mi sta giocando uno scherzo crudele poichè li presenta alla memoria sempre vuoti.

Torna dinnanzi allo sguardo il salone a vetrate della Tosca, percepisco la musica e i ballerini in ronda con il musicalizador al centro, degno deus ex machina, burattinaio delle danze e del divertimento. Ho negli occhi i colori degli abiti delle donne, sgargianti, seducenti, espressione unica di una femminilità conquistata e vissuta con allegria e consapevolezza. E gli sguardi, quanto mi mancano quegli sguardi che, magnetici, si agganciavano nell’etere per poi convergere in un abbraccio denso di promesse e di misteri che la tanda avrebbe raccontato.

Ho ballato per tre lustri senza mai fermarmi, con ardore, mossa da una passione che bruciava e mi spingeva a continuare, a cercare, a scandagliarmi, in ogni abbraccio che ho dato e che ho ricevuto.

Oggi è come essere rimasta orfana di una parte importantissima di me, di quel lato prezioso e intimo, ma anche estroverso e solare, la sensibilità del corpo e dei sentimenti come rarefatta e in attesa.

Mi chiedo spesso se avrò paura di avvicinarmi all’altro, di appoggiare con fiducia il mio corpo al suo, di abbracciarlo come se tra di noi non ci fosse ostacolo alcuno, perfetta simbiosi di due essenze in una sola, come nell’amore.

Sono molto stanca di avere paura, perché amo profondamente la mia comunità tanguera, nelle sue infinite sfumature e provenienze.

Ma mi chiedo come sarà, come sarò e non trovo la risposta.

Il salone delle feste del giardino d’inverno di Villa Castelletti è ancora chiuso, le luci spente, la musica silenziosa, il parquet perfettamente lucido. Solo la goccia di una lacrima cade a terra, è la mia.

Ma torneremo, ne sono certa.

Pimpra

DI TANTO IN TANGO. LA PRIMA VOLTA NON SI SCORDA MAI. FTM MARATHON

27907644_10214138700037395_4858396170760010900_oLa prima volta non si scorda mai, lascia un segno indelebile nella memoria. Come è bello crescere ed avere la possibilità di viversi ancora “prime volte”.

Francoforte Tango Marathon la mia prima maratona all’estero.

La stessa intensa emozione della mia prima maratona in assoluto, la Tosca. La stessa curiosità, il desiderio di una nuova esperienza, la voglia di confronto e, sotto, anche quella sottile agitazione che regala il pizzico di sapore in più all’avventura.

Proprio di avventura si è trattato, voli cancellati il giorno prima che lo sciopero e il meteo avverso hanno provato in ogni modo a fermare i cuori appassionati di molti tangueros provenienti da tutta Europa, ma, nonostante le difficoltà e i costi lievitati come la pizza, siamo arrivati a destinazione.

Mi ha colpito subito l’atmosfera rilassata, easy che ho percepito fin dai primi istanti, una sensazione che mi ha messo immediatamente a mio agio.

Inizio l’avventura mangiando a quattro palmenti, essendo arrivata all’ora di cena, affamata come una lupa. Quale graditissima sorpresa! Io che di catering me ne intendo, posso dire che – raramente – ho avuto il piacere di gustare una cucina che sapeva di casa, di buono, di mani della nonna che ti preparano quella lasagna lì che ti piace tanto.

Premetto che la mia quotidiana lotta con la bilancia, fa sì che non sia precisamente una di quelle persone che ai buffet si avventano, ma, confesso pubblicamente, di avere fatto il bis delle pietanze, tanto mi trovavo affamata, quanto apprezzato mi fosse il cibo.

Menzione SPECIALE (per i gusti della sottoscritta) va la macchinetta del caffè espresso a cialde a disposizione. Gentilezze per gli ospiti (specialmente italiani e viziati quando si parla di caffeina), affiancate all’altra chicca: la macchina professionale per la spremuta di arance che manco al bar te la fanno così buona e te ne puoi bere quanta ne vuoi.

Questi ed altri aspetti legati all’ospitalità mettono i partecipanti all’evento in uno stato di grazia decisamente superiore.

Parliamo di tango.

Un mix interessantissimo di provenienze, bilanciato in modo da dare una pennellata quasi alla pari tra danzatori tedeschi e italiani poi resto d’Europa e mondo. Scrivo questo perché, diciamocelo, gli italiani sono caciaroni ed esportando questa allegra confusione all’estero, hanno, in qualche modo, spinto gli amici europei e non, a seguire questa buena onda di allegria.

La mossa molto intelligente degli organizzatori è stato creare un bel gruppetto di italiani, facendo attenzione a che non si creassero – pure all’estero – i fastidiosi gruppi chiusi del “io ballo solo con gli amichetti miei” (allora restatene a casa.)

E’ stata la maratona della sauna, il caldo ha raggiunto vette straordinarie, mettendo a dura prova la volontà che  –  ben supportata da altissima motivazione – ha saputo surfare sul sudore. In fondo sudare fa perdere tossine quindi bene così. Sono tornata a casa pure più magra, quindi, ovviamente più felice. 🙂

Mi sono trovata così bene che ho già voglia di rifarlo.

In più, mi è arrivato un grande insegnamento dagli abbracci ricevuti colà, ma questo sarà argomento per un’altra storia.

Come la mia prima, indimenticabile, Tosca, anche quella di Francoforte sarà la mia prima maratona europea di cui, per sempre, conserverò un gioioso ricordo!

Grazie a Paolo, Ilaria e a tutto lo staff che si è prodigato per coccolarci e farci sentire davvero a casa, nella grande casa del nostro Tango.

Pimpra

 

ESSENZA DI TOSCA

Tosca14

E meno male che oggi splende il sole, la temperatura è mite, il cielo al mattino si fa, di giorno in giorno, più chiaro e, insomma, la primavera rallegra… perchè… se così non fosse…sai la traggggedia…?!!!

Torno dalla “mia” maratona, quella che ha dato il via a tutte le altre, quella che, ogni volta si aprono le iscrizioni, mi fa sussultare “sarò nel gruppo?”

Per svariate ragioni, indipendenti dalla mia volontà, non ho potuto godermela appieno, nel senso che ho vissuto solo un “estratto” di Tosca eppure…

La Tosca è tornata a casa, dove è stata concepita dall’inizio, alla Fattoria Medicea, luogo bellissimo, carico di una sua energia particolare. La pista è dura e ci sono le fughe, ma, confesso, ho vissuto tandas così belle che mi sembrava di stare su morbide nuvole.

La mia natura godereccia, non può non rilevare l’ottimo servizio di catering perchè, diciamocelo chiaramente, è tanto difficile dar da mangiare a così tanti ballerini affamati (pare fossimo sui 450!!!) e farlo con qualità, con specialità del luogo, preparate bene, con un servizio ininterrotto per più di 4 ore! Bravi!

Dell’atmosfera, dei partecianti, ma cosa posso dire se non che vi adoro, che mi sono sentita a casa, che è stato bello rivedere quanti ho conosciuto in giro per la penisola e incontrare persone che non ho conosciuto mai.

Che poi, diciamocelo chiaramente, il bello di eventi come questo è che danno la possibilità di “assaggiare” diversi abbracci e tutti succulenti, sfiziosi, interessanti con un condimento di ottima musica, suonata da meravigliosi Tj.

Sapete che vi dico, non scrivo più, che non trovo parole abbastanza intelligenti e concetti che non siano banali per dire che… per come l’ho vissuta, è stata una maratona FANTASTICA!!!

Grazie alle Tosche, grazie allo staff, per l’organizzazione e l’accoglienza.

Grazie a tutti coloro che mi hanno portata dentro un viaggio musicale, abbracciandomi in una tanda.

Grazie.

Oggi, il lunedì è molto meno nero. STICAZZI!!! 🙂

Pimpra

IMAGE CREDIT: PIMPRA_TS

BRICIOLE E MIMOSE

torta-mimosa-al-fior-darancioCon l’8 di marzo alle porte, ho un pensiero speciale per le mie amiche, per le donne.

Dato che non portò scrivere il post in diretta che mi starò trastullando anima e scarpette nella “maratona del mio cuore”, la Tosca, tanto per non farle pubblicità, ho un messaggio che desidero tanto destinarvi.

Non mi dilungo in parole, ma leggete questo allegato qui .

La festa della donna a cui voglio pensare, è, in primis , la celebrazione dell’amore, del rispetto che la donna ha per se stessa, per i suoi sentimenti e per il suo cuore.

Per tutto il resto c’è …  [Mastercard]. 😉

[Sticazzi]

Pimpra chevivuoletantobene

Dedicato, in particolare alla cara V.

IMAGE CREDIT E RICETTA QUI

TOSCA TANGO MARATHON – alla ricerca della tanda perfetta!

Le prime volte della vita. Questo fine settimana è stata una delle mie “prime volte”.

Una vera maratona, correndo, non l’ho mai fatta, una mezza, sì. Mancava quella con le scarpette con il tacco, con gli abiti leggeri e svolazzanti. Quella con la musica. Mancava la maratona di tango.

La location calda, come i partecipanti della kermesse, popolo internazionale, venuto dall’Europa intera a festeggiare -ballando- la bellezza di un territorio senza confini.

Il ballo lega, il tango collega. Anime, cuori, vite.

Da esordiente ho, più che altro, ammirato i “master”, quelli che alle maratone partecipano da anni, i “tango-trotters”, come mi piace chiamarli che viaggiano in ogni dove alla ricerca della tanda perfetta.

Nel mio piccolo, le emozioni sono arrivate comunque, dolci e preziose come una sfogliatina napoletana, ricordi e parole da tenere nello scrigno di quelle esperienze da non dimenticare.

Sono rimaste le note a tenermi compagnia in questo soleggiato lunedì, in cui la testa non vuole connettersi con il mondo e riprendere la vita di sempre.

Vi vedo ancora abbracciati, legati insieme, presi, concentrati a regalarvi al più bella emozione. Siete ancora lì e state ballando…

Amici Cari, alla prossima maratona, fatta la prima… non ci si può più tirare indietro!

Pimpra

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