Ci penso da un po’ e continuo a capirci poco e niente.
Si fanno continuamente gli stessi errori di cui ci accorgiamo sempre troppo tardi.
E ci lamentiamo, ci lamentiamo che sul fronte “amore” si combatte come in trincea e che la guerra è una brutta cosa, specie se è di posizionamento.
L’altro diventa il nemico da battere e per farlo si usano tutte le armi, convenzionali e non. Ci si difende con corazzate di orgoglio, si sganciano veleni vari, si fanno le imboscate dentro i silenzi.
Amare diventa farsi del male. Che poi, se stiamo sempre in guerra con il prossimo, più che fare del male a lui, lo facciamo a noi stessi.
Guardando in silenzio il mare cerchiamo di capire dove si è rotto l’ingranaggio del sistema perchè, quasi nessun umano è fuori da questa guerriglia, tutti combattiamo, prima o poi, la nostra guerra. E la guerra dell’amore è un ossimoro che provoca conati di vomito. E’ troppo stupido.
C’è che bisogna sapere che l’altro non lo cambi, e nemmeno noi. Allora vale la pena di cercare e/o illudersi di trovare qualcuno che sia affine. Nel suo bene, nel nostro male e viceversa.
Il problema, molto spesso, come saggiamente evidenzia l’amico A. P., non risiede nel sentimento dell’amore, quanto piuttosto nel modo in cui ognuno è capace di manifestarlo/viverlo. Insomma nel “comportamento d’amore, nel modo di amare”.
La differenza è sostanziale.
Un esempio per tutti: una lei gelosissima che non può accettare l’idea che il partner possa avere una piccola tranche de vie che sia solo sua, uno spazio privato all’interno della relazione. Uno spazio nel quale risiede il rispetto, la stima profonda e piena dell’altra persona ma, allo stesso tempo, una sfera di soggettività personale. E’ quasi certo che, prima o poi, comportamenti amorosi così distanti, mineranno il rapporto, la relazione.
Meglio sarebbe se la lei del caso incontrasse un lui con la stessa visione, il rapporto sarebbe una claustrofobica gabbia dove però i due, probabilmente, troverebbero un buon terreno di intesa.
Senza contare poi che l’amore dura finchè non finisce, che l’amore è solo un’idea immaginaria, che nessuno vuole o è più capace di stare in relazione ecc ecc.
MORALE DELLA STORIA:
- il cinico preferirà la solitudine. E qualche scopata con amici/che con benefit
- il pauroso annullerà se stesso, le sue idee, la stima di sè per paura della solitudine
- il casanova e la zoccola, non si porranno mai il problema (beati loro)
e per tutti gli altri?
STICAZZI AMARISSIMI.
Ci vuole tanta fortuna, rispetto e dignità per se stessi e per il proprio valore e il coraggio di cercare la verità e di guardarla in faccia, costi quel che costi.
Per tutto il resto, c’è MasterCard…
Pimpra
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