Non ci avevo mai fatto caso prima, ma, nel tango, le dimensioni contano eccome!
Espressioni come un “grande” ballerino o una “grande ballerina, piuttosto che un “grande “evento”, una “grande” sala, un “grande” tj.
Quando ci vogliamo divertire il metro di misura che utilizziamo è sempre quello: GRANDE.
Mi chiedo: ragiono anche io allo stesso modo?
La risposta è: ahimè, sì.
Perché “ahimè”.
Se accettiamo il postulato che le cose piccole sono quelle preziose, che piccolo è bello, che la dimensione più ridotta delle cose fa sì che le stesse vengano pensate, curate, prodotte con più cura, ecco che il “grande” evento di suo, rischia di perdere quell’elemento di qualità che è insito nel “piccolo” evento.
Ma sarà poi vero?
Un piacevole dibattito con un amico che preferisce l’orbita “encuentro” a quella di “maratona” e che sia pure un “piccolo” encuentro da massimo 120-130 persone, perché, secondo lui, nel piccolo la socialità si esalta, anche se, forse, si può perdere quel bel mix di qualità/livello di ballo che, un “grande” numero potrebbe – e sottolineo potrebbe – offrire.
Mi ha fatto riflettere: sarà poi vero?
Allora ho fatto un veloce brainstorming sugli eventi a cui ho partecipato e, le mie conclusioni sono che:
- evento GRANDE, è super wow se e solo se, gli organizzatori hanno due palle così (perdonate il francesismo), ne sanno (ovvero a loro volta hanno partecipato a tantissimi eventi), non sono divorati dal “fare business” ma pensano ai loro ospiti (prima priorità), insomma hanno “mestiere”.
Va detto che, se l’evento è assolutamente aperto a tutti, come un Festival, ad esempio, tirare le fila della qualità è molto più ostico e bisogna lavorare sulla lunga distanza. Ripenso a quella favola che è stato il Festival di Fivizzano, quello di Mantova, solo per citarne due. Anni di lavoro, di qualità offerta con costanza e caparbietà, fino ad “educare” i partecipanti e, per una strana alchimia, a selezionarli verso il meglio. Non serviva essere già dei super ballerini, ma di certo era necessario avere quella voglia matta di studiare e di confrontarsi con gli altri, di osservare e di imparare. Quindi, nel tempo, questi “allievi festivalieri” sono diventati ballerini di tutto rispetto. - evento GRANDE vuole spazio grande, metri quadrati di pista, spazio “sociale”, se si è tanti bisogna potersi anche “incontrare”, magari lo si fa fuori della pista e poi si entra e si mixa piacevolmente ballo e non solo ballo, amicizia, chiacchiere, leggerezza.
E’ capitato più volte che l’elemento spaziale fosse una variabile trascurata ed è un imperdonabile errore. - GRANDE QUALITÀ’ su tutto. Dai signori TJ che con le loro performance firmano e danno colore all’evento. I “musici” non si scelgono alla “cazzomaniera”, solo perché uno costa meno o l’altro era impegnato e metto insieme scarpe e zoccoli che tanto ai miei ospiti va bene tutto. E no! Non è così! Se vado a una maratona mi aspetto una certa particolare onda, lo stesso vale per il mondo milonguero.
Mi fermo qui, su queste macro aree per non far la maestrina dalla penna rossa che tanto mi sta sulle scatole.
Quindi, per tirare le somme, l’equilibrio migliore dove si trova?
Nel mio mondo dei sogni l’ideale è un Grande evento curato nei minimi dettagli come se… fosse un piccolo evento! Che, tradotto significa: voglio la moglie piena e la botte ubriaca! 😀
Pimpra
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