TROVA LE DIFFERENZE

spritz aperol

A chi mi dice che non sopporta il caldo, le zanzare, l’umidità la gente in spiaggia, gli uomini in flip flop, indici ineludibili del periodo estivo, dico che questa stagione, al contrario, è meravigliosa.

Il caldo si sopporta, le zanzare si sterminano, l’umidità si combatte con il condizionatore  e per gli uomini in flip flop… beh, purtroppo per quelli non c’è rimedio…!

Una semplice uscita serale con gli amici diventa un momento piacevole, più piacevole di quanto non sia, lo stesso incontro, d’inverno.

Si sta fuori, la temperatura accarezza la pelle, si indossano sempre meno vestiti… gli ormoni sono in fibrillazione… si percepisce indistintamente un’energia particolare.

Aggiungiamo, a tutto questo, un ingediente speciale… uno spritz Aperol!

Ieri sera, una cara amica udinese, in quel di Udine, prima della serata di practica, mi porta in una carinissima trattoria/bar vicina a una roggia. Lei ordina un prosecchino, io lo spritz.

Arriva il calice e mi accorgo immediatamente che è diverso da quelli che servono a Trieste: il colore è molto più intenso, il ghiaccio e l’alcol creano una specie di corrente all’interno del bicchiere che evidenzia indiscutibilmente che la parte alcolica è di molto superiore a quella acquosa.

Dal primo sorso  una saetta raggiunge  dritta il cervello mandando  in tilt tutte le lampadine neuronali. E’ fatta, in un istante sono ubriaca.

Sticazzi.

La mia amica, accortasi perfettamente del mio mutato stato cerebrale si è messa a ridere pesantemente di me, dicendo “Mia cara, come si vede che non sei di queste parti!”

… Con le pive nel sacco, ho dovuto riconoscere il mio ko.

E mi chiedo come mai a casa mia, a Trieste, di sprtiz Aperol posso berne anche più d’uno e non subire tali effetti collaterali, mentre un solo bicchiere udinese è stato in grado di mettermi al tappeto!

Amici Cari, ma che ve lo dico a fare, buon fine settimana!

Pimpra

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DONNE D’ACCIAIO

Tonificazione1-960x400La vita non smette mai di sorprendere.

Un lunedì qualunque del calendario decidi di provare una lezione in palestra che l’insegnante ti ha invitata stuzzicando il tuo cuore sportivo “Vieni, ti divertirai di sicuro!”.

Lei è una ragazza giovane dall’età indefinita, nel senso che potrebbe avere dai 22 ai 35 anni e sarebbe uguale. Una triestina doc: bionda, occhi azzurri, abbronzata, vivacissima, iper sportiva, allegra, sempre con il sorriso.

Insegna in palestra, ma credo che lavori anche in ufficio, ha una passione in quello che fa che mi colpisce. La vedo sempre durante le sue lezioni di zumba, io corro sul tappeto e seguo le sue evoluzioni dall’alto. Coinvolge pure me con la sua carica e le mie zampettone si muovono più leste.

Ieri mi sono lasciata convincere assicurandomi che non si trattasse di fare coreografie per cui sono negata. “Stai tranquilla, è molto facile, schematico, vedrai che riesci a seguire senza problemi”.

Detto fatto, mi presento già sconvolta che, con l’idea che sono una belva, prima della “ginnastichina delle donne”, mi serviva far montare le pulsazioni, sudare. In una parola stancarmi.

… una mossa davvero molto furba la mia.

Tra il lusco e il brusco mi sono trovata dentro a un allenamento preparatorio a una gara da Iron man, donne potentissime, toste, motivate che si allenavano assiduamente!

Alla facciaccia mia e della mia arroganza sportiva! Ho tenuto botta, con una certa dignità, per la prima metà dell’allenamento, confesso che poi  ho dovuto attingere a tutta la mia forza di volontà per non fare la figuraccia di quella che molla il colpo!

Aerobico a ritmo elevato e resistenza e addominali e braccia- spalle – glutei  ce n’era per tutto il corpo!

MORALE:

  • 1.5 kg meno di ieri. Significa che mi sono liberata di 1,5 litri d’acqua. Favoloso!
  • il corpo è più scattante, sento lievi doloretti qua e là, sintomo che ho lavorato bene, in un crescendo giusto di sforzo
  • ho l’umore alle stelle: fuori è estate e sto surfando su un’onda di endorfine!!!

Nessun uomo della sala pesi ha avuto il coraggio di affrontare la lezione.

E le “donnine” se la ridono, piccole “Iron Man” travestite da pulcini!

… e il merito va alla bravissima Anna Paola!

Pimpra

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O’ SOLE MIO!

LatoB

Trieste è una città adorabile.

Piccola quanto basta, senza essere eccessivamente provinciale, storicamente “metropolita” per ragione del suo porto, asburgica per vocazione, orientale per posizione geografica, strana per i suoi abitanti.

Soffermiamoci sulla razza dei triestini.

Innanzitutto sarebbe divertente capire in che cosa consta la “stirpe”. Con una semplice parola, ce la caviamo con un “bastarda”. Non voglio offendere nessuno, sia chiaro, ma noi triestini, siamo mix di tanti popoli, di tante genti, di tante storie.

Siamo confine, siamo porto, siamo est e nord est. Siamo semplici e complicati, ciarlieri e profondi, intellettuali e mercanti.

E poi, siamo amanti del sole.

Chi ha il piacere di razzolare in città si accorge con stupore che, dai primi raggi del disgelo (e qui quando fa freddo, fa freddo), gli ameni abitanti si presentano in quel di Barcola o ai Topolini o al Pedocin per godere delle prime carezzine del sole.

E’ qui che il triestino si distingue da tutti gli abitanti della costa regionale. Egli riesce ad esprimere un grado di coloritura vicina al cioccolato fondente dal  mese di marzo (in stagioni “normali”, quest’anno ha posticipato per necessità, ma non si è fatto trovare pallido ai primi assalti del sole, arrostendo la pelle sotto le lampade abbronzanti).

La sottoscritta, figlia maggiore della mozzarella di bufala, e perciò portatrice sana di efelidi, cuperose, nei e quant’altro legato ai danni provocati dall’esposizione sconsiderata, vuole mandare un’appello ai suoi concittadini affinchè prevengano i danni gravissimi che il sole moderno regala.

Avere il colore del cuoio di Russia, oltre a non essere precisamente segno distintivo di eleganza, può portare i seguenti danni:

  1. invecchiamento precoce della pelle
  2. tumori della pelle (nel migliore dei casi il basalioma, nel peggiore il melanoma)
  3. macchie
  4. rughe che più ne ha più ne metta
  5. pelle cadente
  6. ecc ecc

Il sole è nostro amico se proteggiamo la pelle con le creme a fattore protettivo (dalla protezione 10 in su, sotto come niente), se evitiamo di cucinarci dalle 12.00 alle 15.00, se ricordiamo di rimetterci la crema per più volte durante l’esposizione e dopo i bagni.

Ecco, zia Pimpra ha detto quello che doveva, perchè vede in giro troppi concittadini letteralmente “bruciati, cotti, invecchiati” ed è dispiaciuta perchè vorrebbe vedere tutti sempre sani, belli e giovani!

BUON SOLE!

Pimpra

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NUOVI (DISCUTIBILI) TREND

 

flip flopMi sono resa conto di diventare vecchia, quando, nel mio girovagare il mondo, osservo – con disgusto – certe manifestazioni del sè soggettivo o “nuovi trend”.

Mi pregio di avere uno spiccato senso estetico. Il “bello” di ellenica memoria, il “καλὸς “, so scovarlo. Quasi sempre.

Non sfugge ai miei occhi, sebbene, non sempre, io possa definirmi suo baluardo e, al contrario, presentarmi “alla cessa maniera”, ma – per lo meno- ben consapevole di esserlo.

Il concetto non esprime l’idea di un “bello” solo estetico ma insieme a un buono, la famosa kalokathia (rinfrescatevi la memoria leggendo qui).

Ciò premesso, al momento, l’aberrazione più insopportabile del virtuoso concetto, la vivo in palestra.

Tempi moderni  e gente – tristemente – “moderna”, hanno portato a un decadimento dei costumi che non ha eguali. (DIO COME SONO VECCHIA!!!) 🙂

Adesso voglio che qualcuno, cerebrodotato, mi spieghi perchè, in palestra, d’estate, l’uso delle scarpe da ginnastica, sta scomparendo.

Si assiste all’esibizione di piedi maschili, tappezzati di peli sulle dita, il più delle volte non curati, con unghiacce lunghe e gialle o – peggio – sporche, nelle sale deputate allo sport.

Trovo sia un comportamento DISGUSTOSO!!!

Ieri, distesa sulla panca, quindi a poca distanza dal pavimento, c’era il mio naso sensibilissimo da felino e il piedone orrendo di un deficiente in flip flop!!!

Mi sono trattenuta dal non fare commenti o, meglio, di non farmi scivolare dalle mani sul piede puzzolente del cretino un peso di 5 chili, mi sono trattenuta perchè sono una (vera)  signora.

L’apoteosi della monaggine, ieri se l’è conquistata colui che, sempre in infradito, ciabattava allegramente sul tappeto rotante!!!! Ma, dico, si può essere più cretini? un appoggio messo male e ti ritrovi lungo disteso, dopo aver lasciato tutta la dentiera sull’appoggiamani!

Mi stupisco che, comportamenti del genere, pericolosi oltre che maleducati (NON VOGLIO, PER NESSUNA RAGIONE AL MONDO, ODORARE LA PUZZA DEI TUOI PIEDI, GIA’ CHE SONO COSTRETTA A FARE I CONTI CON L’ODORE DELLE TUE ASCELLE!!!), non vengano proibiti dai gestori delle palestre.

Perchè, se un giorno di questi alla Pimpra girano, il peso le scivolerà dalle mani… e se il poverino si vedrà rotte 5 falangi… sarà solo un problema suo!

Mala tempora currunt...

Pimpra

LA LATINA 2013: EDIZIONE STRAORDINARIA!

Image credit: Pimpra

Image credit: Pimpra

Sono ancora sull’onda perfetta che mi ha tenuto sulla sua cresta per l’intero fine settimana.

Il mio lunedì, oggi, è vissuto da lontano. Tutta me è ancora lì, su quel pavimento, in quell’albergo, ai bordi della piscina, sul prato, negli abbracci che mi hanno cinta…

Ho vissuto la mia prima maratona perfetta. L’onda che aspetti per mesi, quella che senti nell’aria ma che non raggiungi mai.

I fantastici 4 Mascalzoni Latini hanno esagerato, questa volta, che nemmeno Enzino, il più scafato wedding planner italiano, poteva fare meglio.

Non mi riesce di trovare una sbavatura, un difetto, una manchevolezza.

Ho visto 300 persone folli di gioia, cariche di energia, sudate e sorridenti, insieme a ballare, a nuotare, a ridere, a buttarsi in piscina, a fare la seduta di yoga, a sbafare quintali di banane, a bere litrate di caffè, a fare amicizia.

In uno spazio creato e pensato per il benessere di ognuno dove, oltre al tango, volendo, si poteva trovare la solitudine preziosa del giardino o l’allegria schiamazzante della piscina.

Ho ballato per ore, senza rendermene conto, perchè scivolavo di tanda in tanda portata per mano da tj set favolosi, con l’energia del pomeriggio e l’onda lunga della notte.

Ho visto l’alba dentro un abbraccio, rendendomi conto che la musica aveva traghettato tutti nel farsi di un nuovo giorno, come fosse la cosa più naturale del mondo.

Credo che il senso profondo di una maratona di tango sia questo: la fusione del corpo, della mente, dei sensi, della pelle, nella quarta dimensione, dove, per entrarci, ti porta solo chi sa.

Solo chi ha vissuto centinaia di questi eventi conosce l’ingrediente segreto per rendere unica l’atmosfera che farà di quella maratona, della sua maratona, un momento indimenticabile.

E ho la certezza che una Latina così  sarà difficile da eguagliare!

Pimpra

GITA SCOLASTICA

Stamane, mentre cercavo – inutilmente – di cancellare i segni dei bagordi del fine settimana, mi sono detta che, per restare giovani, giovani veramente, ovvero  nell’animo, bisogna regalarsi dei momenti in cui riavvolgere la matassa del tempo.

Mi spiego.

Chi ha girato la boa “anta” comincia a farsi delle domande, si osserva con occhi diversi, prende coscienza del cambiamento e non sempre questa tappa di consapevolezza è facile da gestire, da vivere.

Ho scoperto il rimedio: concedersi una bella gita scolastica, come si faceva ai tempi del liceo.

Per me è abbastanza facile, il tango argentino offre mille e una occasioni di svago. L’ultima è stata una bella manifestazione a Lubiana (Slovenia) “Dias de la juventud“, dal bel titolo evocativo.

Sono stata ammessa nel gruppo vacanze delle wonder woman del tango triestino: le 4 L. Insuperabili organizzatrici di trasferte tanguere in ogni possibile destinazione.

Che posso dire: un successo incredibbile!

Prendere possesso del delizioso appartamentino, organizzare luculliane colazioni/brunch/pranzo-cena che con gli orari di una maratona non si sa bene quando/come si mangia perchè i parametri vitali consuetudinari saltano clamorosamente, i turni per la doccia, le infinite sessioni di trucco, gli “embè cosa mi metto? Come mi sta?”, sono stati un portentoso salto indietro nel tempo.

Un meraviglioso salto indietro.

A questo aggiungiamo che il gruppo era composto più o meno da coetanei e il gioco è fatto!

Ogni ruga, ogni segno che porto oggi sul viso, a testimonianza delle molte ore ballate e delle poche dormite, sono, in realtà, il tratto più prezioso di un gran bel momento trascorso, di gioia e allegria!

GRAZIE AMICI!

Pimpra

PS: nell’appartamento c’erano questi nella dotazione utensili. In tre giorni non siamo stati capaci di trovare il loro corretto utilizzo, usandoli però  in svariati modi… chi sa a che cosa servono precisamente? 🙂

CHE COSA E

CARA BELEN (e a tutte quelle come lei) …

Belen RodriguezHo fame dalle 10.30 di questa mattina.

Dalle 11.30 ho fame e mal di testa.

Mi sembra che il tempo si sia fermato, perchè le 13.00 non arrivano mai.

Alle 13.00 il “lauto pranzo” mi aspetta.

MORALE: questa dieta fa schifo (ma lo sapevo già).

MORALE 2: il corpo inizia ad usare le riserve energetiche (leggi grasso) e quindi sono sulla buona strada.

MORALE 3: CHE PALLE.

Vorrei soffermarmi sulla Morale 3.

Chi mi conosce non fa che dirmi che sono una cretina, che non ho bisogno di mettermi a dieta, perchè non sono grassa.

Lo so, Amici Cari, che non sono precisamente grassa. Per compiacere alla mia estetica mi vorrei con 5 kg di meno e 2 kg in più di tette (oltre a 10 cm in più di gamba), ma so che non è possibile e, forse, nemeno così necessario.

MI TOCCA FARE LA DIETA, PER INSEGNARE ALLA MIA MENTE A CONTROLLARSI.

No, dico, vi rendete conto?

E’ che a me piace la vita, mi piace godere. Del cibo, delle cose belle, dei piaceri che “chi più ne ha più ne metta” e, quindi, per continuare a frequentare l’amata terra per un periodo di tempo più lungo possibile, ogni tanto mi tocca entrare in ramadan.

Il cibo è il mio solo piacere fuori controllo, gli altri sono capace di “gestirli”.

E vai di dieta, perchè devo insegnare a quel selvaggio/ribelle/fuori dagli schemi del mio testone a sapersi fermare, nel tempo giusto.

Ieri, ad esempio, ho calcolato di aver masticato ben 5 pacchetti di cingomme (altro che le 3 dichiarate qui) con conseguenze letali sul mio intestino… A questo mi serve la dieta, a tenere a freno questi eccessi…

E poi vedo la mitica Belen (nel mio universo estetico, il corpo/viso di quella donna sono stabilianti) che, a 2 mesi dal parto, è più in forma di prima. Zero difetti, zero cellulite, zero pancia, zero ritenzione idrica, zero…

Al che, mi tocca considerare che ci sono esseri umani particolarmente fortunati: o non hanno proprio le mie stesse voglie, o le sanno gestire, o su di loro, gli effetti negativi non si vedono.

E il mantra continua: parola d’ordine: RESISTERE!

🙂

Pimpra

che, vista l’ora, vi augura anche BUON PRANZO!!! Ma cosa mangiate di buono, voi, oggi??? 😉

EFFETTI COLLATERALI

C’era da aspettarselo: venerdì in piumino, bagnati da catini di pioggia, immersi dentro una nuvola di umidità appiccicosa e fredda. Il lunedì seguente in maniche corte, dentro una trionfante primavera che, finalmente, brilla nell’aria.

Effetti collaterali:

  • il cambio di stagione degli armadi
  • colite a nastro
  • piedi gonfi
  • fisico che, a causa dello choc termico, ha mandato in tilt il sistema endocrino.

Ma è solo primavera, nulla di preoccupante!

Ieri ho trascorso una domenica davvero bella, ripescando dal fondo dell’armadio le scarpette da corsa, per troppo tempo dimenticate.

Il ritrovo delle partecipanti previsto alle 9.00 ha fatto sì che, per l’emozione, il mio orologio biologico mi tenesse sveglia dalle 5 del mattino e non si trattava, per me, nemmeno di una corsa competitiva!

E’ stato tanto bello ritrovare i gesti di sempre, prima di una gara. I riti che ogni atleta ripete, sempre uguali, sempre gli stessi: dalla scelta dei calzini alla maglietta, al modo di annodare le scarpette, alla coda, all’elastico della coda, agli occhiali da sole…

So che fa ridere e l’amica che ho coinvolto in questa avventura, infatti, rideva, ma ero davvero così emozionata da non sapermi trattenere.

Ed è stato bello accorgermi che il mio piccolo demonietto competitivo è sempre lì, pronto ad uscire dal cilindro, se stimolato. Anche se, e qui son dolori, la mente- quella – invece, ad un certo momento ha detto “basta”.

Il male da_per_tutto, il fiato_troppo poco, la salitina finale, l’aver esagerato in partenza, tutti errori che ho pagato poi.

Ma mi sono davvero tanto divertita che, questa sera, bis.

E, mi auguro, un passo avanti l’altro, riprenderò la mia passione di sempre… adagio…

E questo è un altro EFFETTO COLLATERALE: a primavera fioriscono i… BUONI PROPOSITI! 🙂

Pimpra

SUBLIME PROFUMO DI … ADRENALINA

WOMEN RUN TRIESTE

La botta che ti scende verso le gambe e immediatamente arriva in testa, il cuore palpita più forte, la mente si illumina e l’anima, all’improvviso, si risveglia dal torpore.

E’ bastata una boutade alla fine di una riunione di lavoro per cambiarmi all’improvviso l’umore e la giornata.

Adesso sono felice.

Dopo 4 anni in cui ho tristemente appeso le scarpette al chiodo, il destino mi ripropone l’amata corsa.

L’aria sul viso, il sudore che appiccica la maglietta al busto, i dolori su tutto il corpo che si fa sempre più vecchio e  meno elastico. Per non parlare del risveglio del giorno dopo, in cui alzarsi dal letto, è  un’impresa: acido lattico a volontà e male ovunque.

Chi se ne importa. Per me, questa è la vita, la mia vita. Così mi sento viva e felice.

E’ troppo tempo che ho lasciato la mia macchina corporea giacere nel garage dei pigri, di quelli che hanno sempre di meglio da fare che “soffrire”, perchè lo sport, fa – anche – male. A volte, fa molto male.

Mi sento un leone dalla criniera ingrigita ma sempre pronto a dimostrare a se stesso di essere leone.

E riderò tanto, domenica prossima qui, quando i km mi sembreranno più lunghi dei metri effettivi e la schiena e il fiato e i piedi e le articolazioni mi guarderanno in faccia dicendomi “Brutta pigrona!!! Adesso paghi tutto il conto!”

E, sebbene a pezzi, saprò godere di ogni momento e di ogni doloretto… 🙂

Pimpra

LA MIA GASTRONOMIA MOLECOLARE

Ferran Adrià

Ferran Adrià

Come dice Ferran Adrià (da qui) ” L’obiettivo  è di “creare un inaspettato contrasto di sapori, temperature e colori. Niente è quel che sembra. L’idea è di provocare, sorprendere e deliziare.” Questo, combinato con una buone dose di ironia e senso dell’umorismo, rende le sue portate molto impressionanti. Come dice lui: «Il cliente ideale non viene a El Bulli per mangiare, ma per provare un’esperienza».

 

Con grande enfasi posso annunciare che il mio pranzo di oggi ha avuto la durata temporale di 2 minuti ed ha risposto perfettamente alle attese di Ferran.

Il solo neo è che non ho “provato l’esperienza” di cui parla lo chef.

Direi che il mio pasto è stato piuttosto “niente è quel che sembra”. Ovvero: niente che sembri un pasto.

beverone-herbalifeIl mio primo pranzo a beverone.

Mi sento molto “molecolare”, perchè sono micro particelle di cibo quelle che ho ingerito.

Embè alla moda, direi! 😉

Pimpra

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