Trieste è una città adorabile.
Piccola quanto basta, senza essere eccessivamente provinciale, storicamente “metropolita” per ragione del suo porto, asburgica per vocazione, orientale per posizione geografica, strana per i suoi abitanti.
Soffermiamoci sulla razza dei triestini.
Innanzitutto sarebbe divertente capire in che cosa consta la “stirpe”. Con una semplice parola, ce la caviamo con un “bastarda”. Non voglio offendere nessuno, sia chiaro, ma noi triestini, siamo mix di tanti popoli, di tante genti, di tante storie.
Siamo confine, siamo porto, siamo est e nord est. Siamo semplici e complicati, ciarlieri e profondi, intellettuali e mercanti.
E poi, siamo amanti del sole.
Chi ha il piacere di razzolare in città si accorge con stupore che, dai primi raggi del disgelo (e qui quando fa freddo, fa freddo), gli ameni abitanti si presentano in quel di Barcola o ai Topolini o al Pedocin per godere delle prime carezzine del sole.
E’ qui che il triestino si distingue da tutti gli abitanti della costa regionale. Egli riesce ad esprimere un grado di coloritura vicina al cioccolato fondente dal mese di marzo (in stagioni “normali”, quest’anno ha posticipato per necessità, ma non si è fatto trovare pallido ai primi assalti del sole, arrostendo la pelle sotto le lampade abbronzanti).
La sottoscritta, figlia maggiore della mozzarella di bufala, e perciò portatrice sana di efelidi, cuperose, nei e quant’altro legato ai danni provocati dall’esposizione sconsiderata, vuole mandare un’appello ai suoi concittadini affinchè prevengano i danni gravissimi che il sole moderno regala.
Avere il colore del cuoio di Russia, oltre a non essere precisamente segno distintivo di eleganza, può portare i seguenti danni:
- invecchiamento precoce della pelle
- tumori della pelle (nel migliore dei casi il basalioma, nel peggiore il melanoma)
- macchie
- rughe che più ne ha più ne metta
- pelle cadente
- ecc ecc
Il sole è nostro amico se proteggiamo la pelle con le creme a fattore protettivo (dalla protezione 10 in su, sotto come niente), se evitiamo di cucinarci dalle 12.00 alle 15.00, se ricordiamo di rimetterci la crema per più volte durante l’esposizione e dopo i bagni.
Ecco, zia Pimpra ha detto quello che doveva, perchè vede in giro troppi concittadini letteralmente “bruciati, cotti, invecchiati” ed è dispiaciuta perchè vorrebbe vedere tutti sempre sani, belli e giovani!
BUON SOLE!
Pimpra
Image credit da qui
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