GITA SCOLASTICA

Stamane, mentre cercavo – inutilmente – di cancellare i segni dei bagordi del fine settimana, mi sono detta che, per restare giovani, giovani veramente, ovvero  nell’animo, bisogna regalarsi dei momenti in cui riavvolgere la matassa del tempo.

Mi spiego.

Chi ha girato la boa “anta” comincia a farsi delle domande, si osserva con occhi diversi, prende coscienza del cambiamento e non sempre questa tappa di consapevolezza è facile da gestire, da vivere.

Ho scoperto il rimedio: concedersi una bella gita scolastica, come si faceva ai tempi del liceo.

Per me è abbastanza facile, il tango argentino offre mille e una occasioni di svago. L’ultima è stata una bella manifestazione a Lubiana (Slovenia) “Dias de la juventud“, dal bel titolo evocativo.

Sono stata ammessa nel gruppo vacanze delle wonder woman del tango triestino: le 4 L. Insuperabili organizzatrici di trasferte tanguere in ogni possibile destinazione.

Che posso dire: un successo incredibbile!

Prendere possesso del delizioso appartamentino, organizzare luculliane colazioni/brunch/pranzo-cena che con gli orari di una maratona non si sa bene quando/come si mangia perchè i parametri vitali consuetudinari saltano clamorosamente, i turni per la doccia, le infinite sessioni di trucco, gli “embè cosa mi metto? Come mi sta?”, sono stati un portentoso salto indietro nel tempo.

Un meraviglioso salto indietro.

A questo aggiungiamo che il gruppo era composto più o meno da coetanei e il gioco è fatto!

Ogni ruga, ogni segno che porto oggi sul viso, a testimonianza delle molte ore ballate e delle poche dormite, sono, in realtà, il tratto più prezioso di un gran bel momento trascorso, di gioia e allegria!

GRAZIE AMICI!

Pimpra

PS: nell’appartamento c’erano questi nella dotazione utensili. In tre giorni non siamo stati capaci di trovare il loro corretto utilizzo, usandoli però  in svariati modi… chi sa a che cosa servono precisamente? 🙂

CHE COSA E

INNO ALLA VITA

Rosellina

Ci sono giorni in cui ti prende  il piacere di fare le piccole cose.

Annaffiare i verdi della terrazza, l’ulivo che resiste a tutto, alla bora, al gelo, alla neve, al caldo, all’afa, all’umidità. L’ulivo ama la vita, ma proprio tanto.

Io lo guardo da lontano, doveva essere un bonsai, invece era solo un cucciolo di olivo, quando mi è stato donato.

E lui cresce e se ne fotte del mondo, della gente e della sua essenza di olivo. Vive a nord est, sul mio terrazzo. E sticazzi se d’inverno fa (molto) freddo, lui resta lì ad aspettare fiducioso l’arrivo del clima più mite. E non chiede nulla, non manifesta disagio. L’ulivo c’è, vive dentro la sua autonomia.

Lo amo tantissimo. Se dovessi associarlo a un animale, direi con certezza che l’ulivo è un gatto. In tutto e per tutto.

Mi ama anche lui. E’ per questo che si è adattato, per starmi vicino.

E poi c’è la micrometrica piantina di rose, quella di cui ho scritto qui che continua a darmi soddisfazioni, ha messo il suo primo bocciolo. E’ viva anche lei e mi ama.

Casa mia è il “non luogo” di una donna, mancano tutti quei classici segni della femminilità, non c’è precisamente la grazia armoniosa che si ritrova in alcune magioni curati dalle sapienti mani femminee.

Chez moi è libertà, un po’ di confusione organizzata eppure, mi ci trovo tanto bene. E’ la  mia tana- a volte, il mio nido- quasi sempre, il rifugio.

Ed evidentemente anche i verdi ci stanno bene. E continuano a riempirmi la giornata di… piccole gioie…

Pimpra

EFFETTI COLLATERALI

C’era da aspettarselo: venerdì in piumino, bagnati da catini di pioggia, immersi dentro una nuvola di umidità appiccicosa e fredda. Il lunedì seguente in maniche corte, dentro una trionfante primavera che, finalmente, brilla nell’aria.

Effetti collaterali:

  • il cambio di stagione degli armadi
  • colite a nastro
  • piedi gonfi
  • fisico che, a causa dello choc termico, ha mandato in tilt il sistema endocrino.

Ma è solo primavera, nulla di preoccupante!

Ieri ho trascorso una domenica davvero bella, ripescando dal fondo dell’armadio le scarpette da corsa, per troppo tempo dimenticate.

Il ritrovo delle partecipanti previsto alle 9.00 ha fatto sì che, per l’emozione, il mio orologio biologico mi tenesse sveglia dalle 5 del mattino e non si trattava, per me, nemmeno di una corsa competitiva!

E’ stato tanto bello ritrovare i gesti di sempre, prima di una gara. I riti che ogni atleta ripete, sempre uguali, sempre gli stessi: dalla scelta dei calzini alla maglietta, al modo di annodare le scarpette, alla coda, all’elastico della coda, agli occhiali da sole…

So che fa ridere e l’amica che ho coinvolto in questa avventura, infatti, rideva, ma ero davvero così emozionata da non sapermi trattenere.

Ed è stato bello accorgermi che il mio piccolo demonietto competitivo è sempre lì, pronto ad uscire dal cilindro, se stimolato. Anche se, e qui son dolori, la mente- quella – invece, ad un certo momento ha detto “basta”.

Il male da_per_tutto, il fiato_troppo poco, la salitina finale, l’aver esagerato in partenza, tutti errori che ho pagato poi.

Ma mi sono davvero tanto divertita che, questa sera, bis.

E, mi auguro, un passo avanti l’altro, riprenderò la mia passione di sempre… adagio…

E questo è un altro EFFETTO COLLATERALE: a primavera fioriscono i… BUONI PROPOSITI! 🙂

Pimpra

SAPORI ANTICHI

Torno  in gabbietta dopo quasi una settimana di provvidenziale influenza. Avevo proprio bisogno di una pausa.

Il tempo l’ho infarcito di niente: di abbandono, relax, uno stato di galleggiamento dentro una simbolica placenta. Devo dire che ha funzionato, oggi sto meglio, mi sento più lucida, carica, con le idee.Ma continuo a tossire.

All’uopo quindi mi sono recata nella mia drogheria preferita, di cui ho già parlato qui, ho fatto scorta di caramelle alla menta, liquirizia e, il gentilissimo titolare (che ha una particolare simpatia per me) , contro la tosse stizzita mi ha consigliato le tavolette di zucchero caramellato.

“Grazie, ma sa che non le gradisco particolarmente?” e lui “Nemmeno io ne vado matto, però funzionano!” e me ne ha date un po’ da provare. “Poi la me disi come la se gà trovà”.

Sorrido e ringrazio.

Questi piccoli gesti mi rimettono in pace con il mondo, in fondo basta così poco per fare stare bene il nostro prossimo e lasciare di noi stessi, un piacevole ricordo.

E poi, mentre riempie il sacchettino di semi di sesamo, mi chiede “La gà colorà i ovi?”

Una frase così semplice ha saputo riportarmi alla mia lontana giovinezza, quando, a Pasqua, con la nonna, si coloravano le uova sode e si decoravano con le decalcomanie.

Da Toso si possono trovare le polverine necessarie e i decori per poter riassaporare i gesti antichi, di tradizioni passate ma, in fondo, tanto belle, specie da fare in compagnia.

Credo che mi lascerò tentare e, per la mia Pasqua in famiglia, mi presenterò con le uova colorate e decorate!

Pimpra

PRIMAVERA SIBERIANA

ramponciniNon resta che “mettersela via”, prenderla con filosofia zen, accendere un incenso, sorseggiare thè caldo e guardare, incolumi, fuori dalla finestra, lo spettacolo azzurrino dei cristalli di ghiaccio attaccati ovunque.

Sono felicemente bloccata a casa e, stavolta, lo stop forzato, non è dato solo dall’influenza che mi ha benedetta a fine marzo, ma dall’impossibilità di uscire di casa: il ghiaccio ha impacchettato di sè la strada, il marciapiede, la salita e, senza “jazzini” è impossibile non essere abbattuti dalla bora che sul pac trova terreno ideale per giocare a bocce con gli umani (scemi) che hanno deciso di sfidare gli elementi.

Allora pensiamo al palazzo d’inverno, alle corse sulle slitte, al tappeto peloso davanti al caminetto, al brandy, alle candele, perchè, ci piaccia o no, siamo nel mezzo dell’inverno!

Ogni perturbazione che si rispetti ha un suo nome e qui a Trieste, per l’occasione, hanno coniato un bel neologismo: “gelicidio”. Mi chiedo quale mente malata possa arrivare a tanto: i nostri vecchi che hanno visto di tutto nella loro lunga vita, magari si spaventeranno a questo nuovo annuncio “Gelicidio sulla città” ma che sarà mai?

I più audaci tirino fuori i loro “jazzini”, per tutti gli altri, una bella due giorni di “Slow down”…

Parola d’ordine: relax!

Pimpra

DI GRANELLO IN GRANELLO, IL KEFIR E’ PROPRIO BELLO

Granelli di kefir

In questi magri tempi di crisi si impara ad arrangiarsi, a condividere, a barattare. Per farlo tutti i mezzi sono leciti, in special modo i social network.

Leggo, qualche settimana fa, che un amico di faccialibro offriva i suoi preziosi granuli di kefir a chi fosse interessato.

E come potevo resistere alla tentazione? Mi faccio avanti e lui, gentilmente, mi fornisce la dose per lo start up iniziale.

Quando si inizia la produzione di kefir (se non sapete cos’è leggete qui) è opportuno creare una sorta di “rete di solidarietà” a protezione dei preziosi granellini bianchi.

Vi spiego: il kefir è un latte fermentato di tradizione antichissima, una volta che si parte i grani che servono alla fermentazione, nutrendosi di latte, aumentano di numero, sicchè, ad un certo momento, la sovrapproduzione va “smaltita”.

Ora, la logica razionale prevederebbbe un semplice sterminio invece, se i Baby-kefirini sono in mano femminili, possibilmente di un soggetto “anta”, che non ha figliato, che non ha una famiglia sua, scatta una sorta di accudimento molto vicino a quello che si prova per un animale domestico.

Eccomi, allora, a diffondere la voce di “adozioni kefiriane” alle persone qualificate che possano aver cura dei preziosi fermenti.

Matta, direte voi. Può darsi. Eppure, vi assicuro che i granuli sono rari e quando arrivano nelle nostre case vanno trattati bene.

Ieri ho affrontato le mie prime due adozioni, a due care amiche e … speriamo siano delle brave “mamme” pure loro!

🙂

Pimpra

IL RISVEGLIO DELLA ROSA

Rose in vasoHo scoperto che la piccola piantina di rose che abita sul mio terrazzo, di quelle comprate all’IDl e già mezze defunte quando ti arrivano a casa, è ricoperta di piccole foglioline verdi. La mia piantina di rose è viva.

L’immagine di un essere vivente così piccolo, delicato e abbandonato al suo destino che reagisce all’inverno, alle incurie del giardiniere e combatte nonostante tutto, mi ha fatto molto riflettere.

Mi ritrovo con uno sguardo “adulto” sul mondo e sulla vita, avendo perso (temo per sempre), l’allegria del sogno e la freschezza del desiderio che vorrei vedere realizzato.

Osservo il mio orizzonte  increspato e unto di nebbia. Non percepisco rosee aspettative e, soprattutto, sto imparando a scalzarle dall’immaginazione ogni volta mi si presentano davanti. Ma lo sguardo lungo vede e ci vede benissimo.

Perciò, oggi, con il pesante cappello di queste nubi infauste che gravano tutte sulla mia cervicale, voglio raccontarmi come si fa ad essere felici.

E’ l’esercizio che mi sono data, la mia scommessa.

Ovviamente non so da che parte cominciare ma so che troverò la mia risposta.

Nel frattempo,un suggerimento arriva da Repubblica on line con questo articolo.

Scriviamoci queste semplici regole che ci possono aiutare a far durare le nostre relazioni:

1. “trova il tempo per fare l’amore”

2. “saluta sempre il tuo partner con gioia”

3. “mantieni vivo il romanticismo, anche se ci sono i figli”

4. “fai chiarezza sulle questioni economiche”

5. “tieni a bada la rabbia”.

E per continuare nella nostra ricerca della felicità, teniamo a mente anche queste parole:

“E’ solo quando sai quello che vuoi che non prendi tutto quello che passa” (cit. Massimo Bisotti)

Buona fortuna…

Pimpra

LEGGE DI SEMPLIFICAZIONE

plume

Il tema mi sta molto a cuore, avendone parlato in più di una occasione.

Mai come in quest’ultimo periodo ho avuto modo di toccare con mano quanto sia fondamentale per godere di una qualità di vita più alta, l’abbandono delle aspettative.

Quasi sempre, specie se siamo persone dotate di fervida immaginazione, sensibili e romanticone, amiamo disegnare una realtà parallela a quella in cui viviamo costellandola di quanto di più caro per noi il cervello è capace di produrre.

Così, l’uomo che dovremo ancora incontrare sarà il salvatore della nostra anima perduta, il nostro capo saprà valorizzarci a dovere nelle nostre mansioni lavorative, saremo apprezzate dagli altri, faremo un viaggio che più bello non si può e via andare con le più variopinte creazioni ideali…

Ma la realtà, la vita, le persone, non sono frutto di nostre fantasie. Non sono immagini irreali, non si comportano come noi vorremmo, non pensano come/quello che crediamo noi, non percepiscono nemmeno a nostro stesso modo, il mondo.

Perchè, io sono me e tu sei tu.

E quindi, inutile perdere tempo e risorse mentali fantasticando sul periodo ipotetico della potenziale irrealtà.

Le aspettative ci rovinano la vita.

E non è molto più bello farsi sorprendere da tutto ciò che non avevamo immaginato, lasciare che il fiore ci venga donato un giorno che non sia il nostro compleanno, che un semplice fine settimana sia grandioso che nemmeno l’ultimo safari è stato tanto bello?

Stupore, sorpresa, abbandono, flusso.

Perchè anche per restare a dieta è importante non farsi aspettative di risultato che ci crea solo ansia e voglia di ingozzarci di più.

La vita può essere molto più ricca e gaudente se impariamo a non imbrogliarne i fili con i nostri desideri.

In fondo la parola d’ordine per stare bene è “LEGGEREZZA”.

E con questo mantra nel cuore, me ne vado a pranzo…

Pimpra

COMPITO PER CASA

trivella_oliodinamica

Ogni momento è buono per farsi qualche domanda di quelle giuste e, possibilmente, trovare una risposta che soddisfi.

A pranzo, tra il conteggio kilometrico per raggiungere la prossima milonga e la domanda inquietante sul meteo previsto, è partita come un siluro la “domanda trivella”.

Mai sentito parlarne? Probabile…

Dicesi “domanda trivella” quella che ti fai (o che ti pongono) capace di entrare dritta nel testone e rimanerci fino a che, nel processo sublime del mumblemumble quotidiano, non arriva alla risposta che cercava.

Una classica del genere è “Ma tu, che cosa desideri per te?” che, tradotta, potrebbe suonare come un “cosa cerchi, come immagini la tua vita”?

A questa annosa questione, una volta arrivati al nucleo caldo della risposta che cercavamo, dobbiamo rispondere convinti (a noi stessi, non serve fare outing con gli altri) per almeno tre volte con un convinto “Sì, è questo che desidero per me”.

Allora saremo arrivati da qualche parte, almeno dentro al fumetto, appena abbozzato della nostra vita, “mi piacerebbe disegnarci un albero, su questo foglio bianco” potrebbe essere il seguito.

Compito per casa: porsi la damanda trivella e cercare la risposta.

Non è detto che tutte le trivelle riescano con il buco ma voi insistete, le grandi verità vanno conquistate giorno per giorno.

Lunedì, vi interrogo! 🙂

Pimpra

21.12.2012 – 25.12.2012

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Facciamo bei pensieri, bei sogni, visualizzazioni positive.

Pensiamo all’Amore universale, all’evoluzione interiore dell’uomo, alla bellezza dei doni che abbiamo ricevuto: salute, amicizia, famiglia, amore.

E con questa attitudine positiva, solare, aperta, entriamo nel flusso cosmico e di coscienza tutti insieme e contribuiamo così alla nascita della nuova era, del nuovo mondo.

A chi passa per di qua, il mio augurio di AMORE E PACE.

Pimpra

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