Ci sono giorni in cui ti prende il piacere di fare le piccole cose.
Annaffiare i verdi della terrazza, l’ulivo che resiste a tutto, alla bora, al gelo, alla neve, al caldo, all’afa, all’umidità. L’ulivo ama la vita, ma proprio tanto.
Io lo guardo da lontano, doveva essere un bonsai, invece era solo un cucciolo di olivo, quando mi è stato donato.
E lui cresce e se ne fotte del mondo, della gente e della sua essenza di olivo. Vive a nord est, sul mio terrazzo. E sticazzi se d’inverno fa (molto) freddo, lui resta lì ad aspettare fiducioso l’arrivo del clima più mite. E non chiede nulla, non manifesta disagio. L’ulivo c’è, vive dentro la sua autonomia.
Lo amo tantissimo. Se dovessi associarlo a un animale, direi con certezza che l’ulivo è un gatto. In tutto e per tutto.
Mi ama anche lui. E’ per questo che si è adattato, per starmi vicino.
E poi c’è la micrometrica piantina di rose, quella di cui ho scritto qui che continua a darmi soddisfazioni, ha messo il suo primo bocciolo. E’ viva anche lei e mi ama.
Casa mia è il “non luogo” di una donna, mancano tutti quei classici segni della femminilità, non c’è precisamente la grazia armoniosa che si ritrova in alcune magioni curati dalle sapienti mani femminee.
Chez moi è libertà, un po’ di confusione organizzata eppure, mi ci trovo tanto bene. E’ la mia tana- a volte, il mio nido- quasi sempre, il rifugio.
Ed evidentemente anche i verdi ci stanno bene. E continuano a riempirmi la giornata di… piccole gioie…
Pimpra
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