Pausa pranzo. Aprile.
Mi accompagno ai miei pensieri che si scontrano in un tilt di emozioni, ingorgo mentale e caos assoluto.
Fa caldo, sono vestita a strati, meno male.
Musica sparata a palla nelle orecchie, a voler tacere i pensieri. Mi aiuta la vista del mare, quieto, di fronte a me.
Non è facile la solitudine, devi fare i conti con il tuo io che può essere immenso o ridotto a una briciola di pane. Era quello che stavo pensando, tra me e me, quando, dinnanzi al mio sguardo corrucciato, vedo quelle due.
Una mamma con la sua bimba, intente a discorre di chissà cosa e a guardare l’orizzonte. E’ un attimo, prendo il cellulare e scatto.
Vedo me e la mia infanzia lì davanti, le sento nella pancia, sulla pelle accarezzata dai primi raggi del sole. Sento la voce di mia madre quando rispondeva alle mie domande di bimba e, spesso, si rideva insieme.
Anche io amavo portare le codine e sedermi a terra, ad osservare il mondo.
Ho interrotto per un attimo la mia passeggiata pensante e mi sono goduta questa piccola polaroid di vita, di un giorno qualunque di aprile, all’ora di pranzo.
Pimpra
FOTO MIA
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