SESSO E ROBOT

Non è un caso che abbia scelto l’immagine di una donna con il suo sex robot maschio

Metto subito le mani avanti: non è la crisi della terza età. E anche se lo fosse, non ci vedo nulla di male.

Il fine settimana scorso ho partecipato a un’interessante conferenza di presentazione del libro “Sex robot. L’amore al tempo delle macchine“, di Maurizio Balistrieri.

Ci sono andata su segnalazione di un amico filosofo, la cui testa acuta mi piace assai. I ragionamenti ci portano quasi sempre agli antipodi, lui è l’intellettuale io no, ma il bello sta proprio lì.

Non ho pregiudizio alcuno non sapendo nulla dell’argomento, ho solo sentito la notizia molto gossip, rimbalzata sugli organi di stampa, su quel casino al silicone che, poco tempo addietro, è stato aperto a Torino e immediatamente chiuso. Grandissimo scandalo fare sesso con bambole di silicone. Chissà perché, mi chiedo.

Tornando alla conferenza, mi si è aperto un mondo.

Innanzitutto avere di fronte tre (belle) teste pensanti, una giornalista e due filosofi, ha immediatamente stuzzicato il neurone, l’argomento ha fatto il resto.

Perché fare sesso con i robot? E’ bene o male? Costi e benefici, il significato dell’utilizzo di robot nella società moderna e futura, pro e contro, i giudizi morali, i possibili utilizzi terapeutici, varie ed eventuali.

Peccato che la durata dell’incontro sia stata breve, perché il tema meritava di essere sviscerato.

Allora sesso con i robot sì o no? [il libro devo ancora leggerlo]

Come la penso io: ovviamente sì.

Il sesso è un campo semantico che si presta alle derive moralistiche più estreme. Spesso, quando si affronta l’argomento, entrano in gioco le più grandi moralizzazioni, i tabù e tutta quell’architettura di pensieri e comportamenti che mirano ad eliminare la radice più forte del sesso: la libertà.

Se accettiamo che il sesso è espressione naturale di libertà di ognuno (ma dobbiamo avere ben chiaro cosa significhi), probabilmente, l’idea di poter utilizzare anche un robot, non ci farebbe così storcere il naso.

Ma il fulcro del discorso non sta nel mero e pragmatico uso di una macchina. La bellezza del ragionamento, quando hai di fronte due filosofi, è il ragionamento stesso, su più livelli, sui diversi significati di questo uso, sui perché.

A quanto pare la robotica in questo settore è studiata anche per curare patologie sessuali e mi pare un percorso interessante.

Non so come la pensiate voi, da parte mia, credo che ogni avanzamento della tecnologia, specie se tocca aree significative della nostra vita, ci lascia sempre basiti, a volte molto sconcertati e impauriti. Di norma, quel che non si conosce crea distanza, allontanamento cautelativo.

I robot impareranno a pensare e chi verrà dopo di noi dovrà affrontare nuove sfide morali, intellettuali, sociali ma, il progresso tecnologico non si può fermare quindi, invece di essere (quasi sempre) spettatori passivi di quanto accade, è bene iniziare a riflettere in anticipo, per prepararsi e per maturare un pensiero proprio.

Quanto al robot sessuale, pare che allo stato attuale il costo si aggiri attorno ai 6.000 euro per un modello di buona fattura, dico questo: mi accontento dei sex toys.

Ma, non vedo l’ora mi propongano a prezzo accettabile il robot casalingo, quello che si occupa delle faccende e di cucinare. In quel caso è sicuro che correrei in banca per accendere un mutuo ed affrontare la spesa!

Per approfondimenti seri sull’argomento sex robot, leggete l’interessante articolo di Pierpaolo Marrone (filosofo) qui . 

Pimpra

IMAGE CREDIT DA QUI

SESSO GRATTA E VINCI

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Devo premettere che la geniale perifrasi è di quel simpaticone dell’Andrea P., collega di gabbietta nonchè quotato milonghero, e non farina del mio sacco.

Che ci azzecca? Parliamone.

Il tema “sesso”, specie d’estate, assume portanza elevata, considerata la minore presenza di strati di abiti sulla pelle, il clima vacanziero che libera il cervello da ansie e pensieri e il bisogno di evadere dalla routine.

D’estate il sesso diventa come la fetta d’anguria sotto il solleone: necessario.

Ora, il problema di procacciarsi il frutto proibito,  si pone con maggiore accanimento per alcune categorie di persone:

  • per gli accoppiati di lungo corso
  • per gli accoppiati di lungo corso alla boa dei 55-65
  • per i single
  • per i single “diversamente giovani”
  • per i single “diversamente giovani” e, magari, con un reddito basso.

Analizziamo il problema:

Per i punti n. 1 e n. 2 dell’elenco è presto detto: parola d’ordine è resistere. A tutto: alle tentazioni (fuori dalla coppia), alla noia (dentro alla coppia), al gran caldo, ai mostruosi pigiamini di lui o di lei (le coppie di lungo corso hanno perso il piacere di dormire nudi da tanto, tantissimo tempo), al generale degrado di chi non si guarda più, non si annusa più, non si tocca più… Che sia matrimonio o convivenza, resta la tomba dell’amore, figuriamoci del sesso.

Per il punto n. 3, se persone “normodotate”, ovvero uomini e donne “senza infamia e senza lodo” (se non fossero così “normali”, presumibilmente non sarebbero tanto single, o forse no), l’estate del sesso o il sesso dell’estate resta una sfida da cogliere, un momento per uscire dalla tana e mettersi in gioco. La loro parola d’ordine: coraggio. Da tirare fuori e da spendere. E chissà cosa può succedere…

Per i punti n. 4 e n. 5 invece la prova è tostissima. Bulli che sfoderano addominali guizzanti su distese di pelle ambrata luccicante d’olio solare, giovinette negli anni verdi che esternalizzano senza limite al pudore ogni dono di madre natura… ebbene con uno scenario del genere, vincere la partita della seduzione, diventa un’impresa quasi impossibile. Se, a questo, aggiungiamo anche un portafoglio che non permette di “mostrare le piume”, la situazione si fa ancora più critica. La parola d’ordine: mettersi nelle mani di dio e sperare che vi ami. E aspettare il miracolo, senza farsi troppe illusioni.

Per tutti gli altri c’è “il sesso gratta e vinci” che altro non è che una speranza, una tensione della mente e del corpo, l’illusione dell’eterna seduzione e una sfida con se stessi.

E nella vita non vinci, se non giochi mai!

AUGURI!

Pimpra

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