DI GRANELLO IN GRANELLO, IL KEFIR E’ PROPRIO BELLO

Granelli di kefir

In questi magri tempi di crisi si impara ad arrangiarsi, a condividere, a barattare. Per farlo tutti i mezzi sono leciti, in special modo i social network.

Leggo, qualche settimana fa, che un amico di faccialibro offriva i suoi preziosi granuli di kefir a chi fosse interessato.

E come potevo resistere alla tentazione? Mi faccio avanti e lui, gentilmente, mi fornisce la dose per lo start up iniziale.

Quando si inizia la produzione di kefir (se non sapete cos’è leggete qui) è opportuno creare una sorta di “rete di solidarietà” a protezione dei preziosi granellini bianchi.

Vi spiego: il kefir è un latte fermentato di tradizione antichissima, una volta che si parte i grani che servono alla fermentazione, nutrendosi di latte, aumentano di numero, sicchè, ad un certo momento, la sovrapproduzione va “smaltita”.

Ora, la logica razionale prevederebbbe un semplice sterminio invece, se i Baby-kefirini sono in mano femminili, possibilmente di un soggetto “anta”, che non ha figliato, che non ha una famiglia sua, scatta una sorta di accudimento molto vicino a quello che si prova per un animale domestico.

Eccomi, allora, a diffondere la voce di “adozioni kefiriane” alle persone qualificate che possano aver cura dei preziosi fermenti.

Matta, direte voi. Può darsi. Eppure, vi assicuro che i granuli sono rari e quando arrivano nelle nostre case vanno trattati bene.

Ieri ho affrontato le mie prime due adozioni, a due care amiche e … speriamo siano delle brave “mamme” pure loro!

🙂

Pimpra

POLAROID DALLA FINESTRA

Correre

Siamo animali. L’ho sempre pensato e ne ho quotidiana conferma.

Niente mi piace di più del contatto profondo con la nostra dimensione più “naturale”. Il corpo ci parla, lo fa sempre, ma – in media – siamo troppo occupati ad ascoltare altro per sentire la sua voce. E lui insiste, ci prova… poi, arriva il giorno che smette di farlo e iniziano iproblemi veri.

Il mio, oggi, è andato in sintonia perfetta con la luce nuova che entra dalla finestra, ha deciso di assecondare la mattiniera sveglia con allegria, senza il fastidio di dover lasciare il morbido piumone, la calda carezza accogliente del letto.

Ho aperto gli occhi ai primi bip e sono rimasta stupita dal chiarore che proveniva dalla cucina “Ecco, ieri sera ho dimenticato la luce accesa!”, invece no, è la primavera che sta arrivando e bussa alla finestra, ogni giorno più sicura di sè, ogni volta più gaia.

E tutta me è rimasta colpita positivamente e la colazione aveva un sapore più dolce, l’energia saliva al passare dei minuti, come si trattasse del risveglio dal letargo.

Ed è così, l’animale in noi si sta risvegliando, apprezza il nuovo profumo dell’aria (fateci caso), le gocce di luce che arrivano prima e che se ne vanno più tardi.

E con l’animale si sveglia tutta la voglia, il sangue scorre più veloce, i pensieri rifioriscono nella testa che si sente più leggera e, in generale, è come iniziare a stiracchiarsi, dopo ci si  sente meglio.

La mia polaroid del mattino è stata questa, una sferzata di allegria che, spero, possiate gustare anche voi…

Buona Primavera a tutti!

Pimpra

EXPERIENCIA INVERNALE: LO STIMOLO TOTALE!

eXPERIENCIA

Sono sempre più convinta che per stare bene, vivere in armonia con l’esistente, dobbiamo infarcire la nostra vita di stimoli.

Ognuno di noi li cerca in territori diversi, ma l’importante è l’effetto che sortiscono: farci sentire vivi!

Nel mio caso, ma è fin troppo facile dirlo, sono le note del tango che risvegliano tutto l’essere, a volte assopito, di tanto in tanto addormentato, come fosse sedato dalla vita di ogni giorno.

Poi però ti regali un fine settimana rinchiuso in una bellissima villa, nella landa friulana dove sai che troverai accoglienza, musica, ballerini/e, amici/che di gran qualità e, di conseguenza, STIMOLI!

Il piacere diffuso dell’abbraccio che ti accoglie e raccoglie, portandoti via a inseguire le note, disegnando sul pavimento il tuo piacere, misto di condivisione con l’altro e immersione nel proprio sè.

Una Experiencia Milonguera totale, come lo sono sempre. E fai il pieno di tutto quello che ti serve e ti presenti al lavoro, il lunedì mattina, senza un filo di trucco perchè ti vedi bella, tanta è la luce che hai dentro!

Lo farei ogni fine settimana ma so bene che tutte le cose preziose vanno accolte e custodite con particolare cura e questo evento, merita tale premurosa attenzione.

E che dire se non che aspetto la prossima volta con gioia sapendo che le endorfine che ne ricaverò saranno la più potente cura antietà finora scoperta!

Pimpra

LEGGE DI SEMPLIFICAZIONE

plume

Il tema mi sta molto a cuore, avendone parlato in più di una occasione.

Mai come in quest’ultimo periodo ho avuto modo di toccare con mano quanto sia fondamentale per godere di una qualità di vita più alta, l’abbandono delle aspettative.

Quasi sempre, specie se siamo persone dotate di fervida immaginazione, sensibili e romanticone, amiamo disegnare una realtà parallela a quella in cui viviamo costellandola di quanto di più caro per noi il cervello è capace di produrre.

Così, l’uomo che dovremo ancora incontrare sarà il salvatore della nostra anima perduta, il nostro capo saprà valorizzarci a dovere nelle nostre mansioni lavorative, saremo apprezzate dagli altri, faremo un viaggio che più bello non si può e via andare con le più variopinte creazioni ideali…

Ma la realtà, la vita, le persone, non sono frutto di nostre fantasie. Non sono immagini irreali, non si comportano come noi vorremmo, non pensano come/quello che crediamo noi, non percepiscono nemmeno a nostro stesso modo, il mondo.

Perchè, io sono me e tu sei tu.

E quindi, inutile perdere tempo e risorse mentali fantasticando sul periodo ipotetico della potenziale irrealtà.

Le aspettative ci rovinano la vita.

E non è molto più bello farsi sorprendere da tutto ciò che non avevamo immaginato, lasciare che il fiore ci venga donato un giorno che non sia il nostro compleanno, che un semplice fine settimana sia grandioso che nemmeno l’ultimo safari è stato tanto bello?

Stupore, sorpresa, abbandono, flusso.

Perchè anche per restare a dieta è importante non farsi aspettative di risultato che ci crea solo ansia e voglia di ingozzarci di più.

La vita può essere molto più ricca e gaudente se impariamo a non imbrogliarne i fili con i nostri desideri.

In fondo la parola d’ordine per stare bene è “LEGGEREZZA”.

E con questo mantra nel cuore, me ne vado a pranzo…

Pimpra

COMPITO PER CASA

trivella_oliodinamica

Ogni momento è buono per farsi qualche domanda di quelle giuste e, possibilmente, trovare una risposta che soddisfi.

A pranzo, tra il conteggio kilometrico per raggiungere la prossima milonga e la domanda inquietante sul meteo previsto, è partita come un siluro la “domanda trivella”.

Mai sentito parlarne? Probabile…

Dicesi “domanda trivella” quella che ti fai (o che ti pongono) capace di entrare dritta nel testone e rimanerci fino a che, nel processo sublime del mumblemumble quotidiano, non arriva alla risposta che cercava.

Una classica del genere è “Ma tu, che cosa desideri per te?” che, tradotta, potrebbe suonare come un “cosa cerchi, come immagini la tua vita”?

A questa annosa questione, una volta arrivati al nucleo caldo della risposta che cercavamo, dobbiamo rispondere convinti (a noi stessi, non serve fare outing con gli altri) per almeno tre volte con un convinto “Sì, è questo che desidero per me”.

Allora saremo arrivati da qualche parte, almeno dentro al fumetto, appena abbozzato della nostra vita, “mi piacerebbe disegnarci un albero, su questo foglio bianco” potrebbe essere il seguito.

Compito per casa: porsi la damanda trivella e cercare la risposta.

Non è detto che tutte le trivelle riescano con il buco ma voi insistete, le grandi verità vanno conquistate giorno per giorno.

Lunedì, vi interrogo! 🙂

Pimpra

ALLA FACCIA DELLA GUIDA MICHELIN

Scopro di avere un lato profondamente reazionario, nascosto nelle pieghe del mio carattere.

Me ne rendo conto ogni giorno un poco di più. Inizio a sentire prurito per gli eccessi vuoti (di contenuto) di tante persone e situazioni e modi e mondi.

Non percepisco il seme della vera originalità, dell’anticonformismo, dell’eccentricità profonda e pregna di ricerca concettuale, in coloro che tali amano definirsi e che credono di vivere vite all’insegna di queste bandiere.

Il vuoto pneumatico, cosmico.

E così accade che, nel pragmatismo duro della vita reale,  ti presentino un risotto che a guardarlo, ti viene da vomitare.

Ad Assisi, qualche giorno fa, in un sedicente ristorante “marchiato” con tanto di adesivo rosso Michelin ed altri, “prestigiosi” riconoscimenti, mi sono vista servire un risotto allo zafferano con finferli che aveva un aspetto (e un gusto) abominevoli.

Nella civiltà dell’immagine a tutti i costi, dove “sostanza” è divenuta semplice attributo della “forma”, mi hanno servito un piatto che non si poteva guardare, tanto era brutto!

In cima a una micro porzione (ci vogliono tutti magri), campeggiava istrionica e sfottitrice una schiuma biancastra e oleosa che nemmeno Seveso ai tempi della diossina era così.

risottozafferanoporciniIl contorno semicremoso del risotto, colorato con lo zafferano, aveva l’aria di essere tuorlo d’uovo crudo.

A vedere il bizzarro accostamento, mi è scappata una faccia di disgusto (detesto l’odore e il sapore dell’uovo crudo) ma mi sono fatta coraggio e ho portato alla bocca un bocconcino semicolloso, dai colore variegato e lucido di unto.

Dolore alle papille percependo che la schifezza non sapeva d’uovo (meno male), ma non aveva proprio nessun sapore!

Ho corretto con abbondante pepe e mi sono sentita chiedere dal cameriere come mai. Imbarazzante.

Nel pomeriggio, avevo mal di pancia e così il mio compagno di avventura.

Immagino i funghi non fossero freschi e l’imbarazzante schiuma di grasso abbia fatto il suo per rendere la portata ancora più indigesta.

… e continuo a non capire perchè continuiamo a farci prendere in giro in questo modo.

Pimpra

C3H6O3

acidolatticoSiamo nel pieno dell’inverno, dobbiamo prendere un bel respiro, tapparci il naso ed aspettare che passi.

La sveglia del mattino ci proietta ancora tutte le ombre della notte e sorseggiare il primo caffè, guardando fuori dalla finestra totalmente spenta, non sembra nemmeno giorno.

E così il corpo asseconda il clima e viene una voglia pazza di mettere in bocca ogni meraviglia che sappia vellicare le papille gustative, dolce o salata che sia.

Aggiungiamo che l’età avanza, il metabolismo rallenta ed ecco pronto il cocktail letale che ci porta di filato a perdere la nostra bella linea. Sempre faticosamente cercata, mantenuta con resistenza e che non abbiamo nessuna voglia di perdere (ancora).

Allora te ne vai nel tempio del fitness della tua città, ti affidi a chi ne sa più di te in materia di tonificazione, rimessa in forma, combattimento all’adipe, ringiovanimento cellulare. Ti tocca sgobbare, sudare, stancarti e sperare che il tuo corpicino non sia così stronzo da non rispondere alla “cura”.

Ho appena finito la mia prima settimana di “buona condotta”, ho fatto 3 allenamenti di cui 2 anaerobici e uno aerobico.

Ieri sera, sconvolta, ho parlato con il mio guru della remise en forme invitandolo a dirmi tranquillamente che gli sto sulle palle. Mi ha guardata ridendo dicendomi “E’ dura vero?”

 Dura è un eufemismo da ricotte, è tremendamente dura! Non c’è parte del mio corpo che non urli vendetta, che non si lamenti, che non dolga.

Sono dentro una vasca di C3H6O3 che mi riempie di sè…

E mi immagino tra tre mesi, perfetta fidanzata di Hulck!

Del resto… no pain, no gain!

😀

Pimpra

PS: sapete cos’è C3H6O3, vero? 😉

IL TEMPO CHE CI VUOLE

Le cose migliori di sempre, dal buon vino, al cibo, alle più spettacolari opere d’arte, a un figlio, hanno sempre avuto bisogno di … tempo.

L’idea, la sua gestazione, la messa in opera, non sono attività da improvvisare repentinamente.

Il brandy si gusta prima che sul palato, odorandone l’aroma, e per farlo si deve scaldare il bicchiere, aspettare che il liquido aumenti la temperatura per sprigionare il meglio del suo bouquet. Non lo mettiamo dentro il microonde per fare prima. Ci vuole tempo.

Ho capito che ho bisogno di tempo anche io. Di un tempo che dimentica il suo ritmo scandito da minuti, ma lento, dentro a una bolla vuota dove io possa stare come sospesa.

Pochi giorni di riposo forzato mi hanno proiettata in una dimensione di cui non ricordavo il sapore e mi stanno regalando moltissimi colori e sfumature di vita che, nel mio forsennato quotidiano, avevo letteralmente perso di vista.

La più sorprendente scoperta è che sono proprio donna e mi piace assai.

E’ che di solito mi manca il tempo (o faccio in modo di non ricavarmelo) per qualsiasi attività che non sia maschia.

Non trovo un piccolo spazio neppure per le attività che mi renderebbero più bella [e a quale donna non piace sentirsi meglio nella sua pelle?] come dipingersi le unghie, cucinare qualcosa di meno triste di una insalata (che non si cucina, infatti) o di un hamburger di soya.

E’ la fuga dentro l’adreanlina che anestetizza quella parte “femmina” che, al contrario, tanto avrebbe da dire e da dare. E da chiedere.

Ringrazio questi pochi giorni di pausa, perchè non è vero che non so fare nulla in cucina e la casa sono capace di renderla confortevole, pulita e in ordine (come piace a me), non è vero che detesto stare ai fornelli perchè, se non devo contare i nanosecondi che mancano al prossimo appuntamento, trovo che sia un’attività molto creativa a stimolante.

Oggi ho rimesso mano al “Ricettario di casa” che comprai, novella sposa, tanti anni addietro. Ed è stata emozione rileggere le ricette che mi ero appuntata, appartenenti a cuoche meravigliose che, negli anni, mi hanno passato la loro conoscenza. E ho sentito forte il bisogno di preparare qualcosa, come da tempo non mi accadeva.

Ho capito che, come per il brandy, ogni donna ha bisogno del suo giusto tempo per poter esprimere al meglio la sua, complicata, essenza…

Pimpra

Ps … ho appena infornato biscotti! 🙂

NO BIO? NO BUONO!

NOI SIAMO QUELLO CHE MANGIAMO

E’ un assunto assolutamente condivisibile. Fatti due veloci ragionamenti, mi rendo conto che sono messa male.

Tolte le depravazioni con cui amo vellicare le parti molli del mio cavo orale, non posso di sicuro affermare di nutrirmi in modo ineccepibile.

Ciò detto, e a fronte di ripetuti stress da vita moderna, il mio povero stomaco ha deciso di ribellarsi mettendosi sul piede di guerra regalandomi una gastrite di quelle con i fiocchi.

Dopo la visita, la prescrizione di un sacco di pilloline, ho pensato che, considerata la situazione, era bene passare al supermercato “bio”, per coccolare un po’ il pancino dolente. Detto fatto.

Alghe, gomasio, tofu, thè e qualche altra sciocchezzuola e il conto alla cassa è schizzato verso l’alto come fosse un razzo!

Alla mia richiesta di acquistare una borsa di tela, onde evitare il richio di danneggiare i preziosi vasetti di vetro, mi vedo chiedere € 4,90 per la borsa di cotone bio!!!!

No, dico, ci rendiamo conto??? Per una borsa della spesa!

E chissenefrega se il cotone è biologico!! Mica me la devo mangiare!!!

MORALE: per nutrirsi bene, bisogna essere ricchi o avere un latifondo o una campagna che altri coltivano in propria vece e goderne dei frutti.

Per tutti gli altri … cibo spazzatura!

Pimpra

VIRUS LETALE

Molti amici mi chiedono come sia possibile avere un virus così letale ed essere tanto felici.

Provare per credere!

Sono stati 4 giorni di immersione totale nella dimensione che preferisco: natura, terme, tango, tango, tango, tango!

Sommando le ore di sonno arrivo più o meno a 4, 30 per notte (pochino per non essere rovinata di stanchezza il giorno dopo), lezioni a bizzeffe e di ottima qualità, milongas piacevolissime.

Come fate a non capire che, chi si “ammala” di tango, è un paziente inguaribilmente soddisfatto, gioiosamente distrutto di fatica, a volte frustrato per pessime performances eppure sempre motivato a riprovare?

La magia e il mistero sono questi: la potenza che scaturisce da un abbraccio.

Passa tutto. Non ci si può nascondere. Quello che siamo, l’altro è in grado di sentirlo, di accorgersene.

Ho ballato con uomini consapevoli, divertenti, “maschi_maschi”, arrendevoli, timidi insomma ogni tandas mi raccontava qualcosa di interessante e incredibilmente vero, della persona che cingevo.

Non si può fingere… e non tutti hanno il coraggio di togliere la maschera e farsi vedere nella loro realtà.

Anche io ho vissuto la mia crisi tanguera esistenziale dopo che ho visto esibirsi una straordinaria ballerina. Sono rimasta letteralmente folgorata dalla sua grazia, sensualità, eleganza, tecnica sopraffina, abilità, flessuosità, generale e strepitosa bellezza (per usare un eufemismo)  e mi son detta – tristemente – “ma che ci faccio io sulla pista?”

Ma il tango, se si sente amato, viene in soccorso. Ed ecco gli amici che ti dicono le paroline tenere e ti danno il “pat pat” sulla spalla di cui, in quel momento, hai tanto bisogno e poi, come per magia, arriva la tanda perfetta.

Ma che ve lo dico a fare, tuffatevi nell’abbraccio, fatevi contagiare, respirate a pieni polmoni il virus letale e… BALLATE! 🙂

Pimpra

  • TAG

    2013 2014 2015 2016 abbraccio amiche amici Amici e amiche amicizia amore Amore Andar per maratone Andar per Milonghe Anima anno nuovo vita nuova anta e ribalta attimi Attimi belli Attualità Bel Paese blog blogger CARATTERE cazzate cronache dal mondo panda dare tempo al tempo Dillo alla zia Pimpra di tanto in tango Donne e valigie emozioni fine settimana Friuli Venezia Giulia immagini incontri i saggi consigli di Nonna Papera Italy Lavoro milonga momenti mondo panda Mondo Panda mondo tango Natura pausa pranzo pensieri pensieri leggeri pensieri sparsi pensiero positivo PERSONALITA' Pimpra milonguera riflessioni RISVEGLI Salute e benessere Senza categoria social network Società e costume Sport sticazzi STICAZZI storytelling Tango Tango argentino tango marathon Tango milonguero tango trotters tanto tango Trieste Uncategorized uomini e donne vecchiaia in armonia Viaggi viaggio Vita di coppia vita moderna vita sui tacchi a spillo
  • Archivi

  • ARTICOLI SUL TANGO

    Se cerchi gli articoli che parlano di tango cerca "di tanto in tango" nel banner TAG o fai la ricerca nel bannerino CATEGORIE
  • I post del mese

  • LA TRIBU’

    • Avatar di Gr33n Raindeer
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Affiliate Marketing
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di koredititti
    • Avatar di orestepatrone
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Dario
    • Avatar di WuOtto
    • Avatar di Anele
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Logan Wilkins
    • Avatar di themessofthewriter
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di La Massaia Contemporanea
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Cookingsio
    • Avatar di Catering Grasch
    • Avatar di Eterea
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di deborahbonadei
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Francesco Giovanni Bissoli
    • Avatar di Stefano Ligorio
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Noah Abbott
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Francesco Randazzo
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Ms Purrington
    • Avatar di Rich Wanderlust
    • Avatar di Kaleb Mcknight
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di thebear67
    • Avatar di Laura Giarré
    • Avatar di Sconosciuto
    • Avatar di Sconosciuto
  • Pagine

  • Categorie