MARATONGUERA 8.0. LA MAGIA DEL CERCHIO #ditantointango

Se dovessi descrivere l’ultimo fine settimana, penserei alla magia di un cerchio. Forma perfetta che tutto contiene.

Una gita tanguera ad alto tasso di chilometri in un paesino incastonato sulla costa sabbiosa e verdeggiante di quel tratto di Liguria.

Maratonguera ha festeggiato la sua ottava edizione eppure, una volta arrivati, sembra il tempo si sia fermato. La locanda del Pilota che ospita l’evento all’aperto è fedele a se stessa dal 1923 conferendo quella patina di sicurezza delle cose che durano nel tempo.

La terrazza a piccolissimi mosaici azzurri, il fiume Magra affronta gli ultimi metri prima di tuffarsi in mare, la brezza non manca mai, la frittura di pesce si gusta tra un D’Arienzo e un Biagi quando scendono finalmente le ombre della sera.

La Maratonguera è un evento atipico, si tratta più di un ritrovo di amici con la stessa passione tanguera che si danno appuntamento in un luogo più o meno comodamente raggiungibile per tutti (triestini a parte, ça va sans dire).

Hai voglia: balli. Hai voglia: chiacchieri. Hai voglia: sorseggi dal tuo calice una bollicina. Le parole d’ordine sono: relax, “scialla”, prendila con calma, qui nessuno ha fretta.

Questo clima è contagioso, perchè, oltre ad impegnarti per sopravvivere al gran caldo che quest’anno è stato davvero poderoso, altro non devi fare che divertirti. I convenuti lo sanno e non perdono un solo attimo di piacevole gaudio.

All’una la musica si ferma e inizia un’altra festa. Il cerchio di persone si forma, il prosecco comincia a riempire i bicchieri perchè bisogna festeggiare. La vita, la gioia di ritrovarsi ogni anno, il piacere di aver ballato insieme.

La notte cala, siamo stanchi ma il potere di quel cerchio che unisce ci tiene legati.

La luna si specchia nella lingua di fiume alle nostre spalle, regalandoci uno spicchio della sua inconfondibile luce. Penso a Sole. A lei, che ci guarda da lassù, e forse sorride del nostro piccolo, meraviglioso cerchio.

Pimpra

MARATONGUERA 7.0: UN MATRIMONIO FELICE. #ditantointango

Dicono che il settimo anno sia quello della crisi, dicono che dopo due anni la coppia può già iniziare a scricchiolare, ma dicono anche che “se funziona, funziona”.

7.0 edizioni di “Maratonguera” due delle quali le ho vissute in prima persona.

Quest’anno mi sono goduta la trasferta come una vera e titolata “tangotrotter”, viaggiando e condividendo l’appartamento con più amici tangueros, il che ha aggiunto piacere e divertimento alla gioia di calpestare le tessere azzurrine del pavimento di mosaico che ricopre la pista dove si balla.

In fondo al mio cuore, lo posso confessare, avevo una piccola preoccupazione, mi chiedevo se l’edizione 2024 sarebbe stata altrettanto brillante come la precedente. Una vocina mi suggeriva di mantenere bassissime le aspettative che non si sa mai, non sempre è domenica.

Sono partita in sordina il venerdì, una pesante settimana di lavoro alle spalle e un lungo viaggio di 5 ore mezza per raggiungere la meta, il corpo non riusciva a slegare le fibre irrigidite dalla stanchezza e la testa non si staccava dai pensieri.

Ci ha pensato la compagnia, l’allegria delle persone intorno a me, la musica a tratti vellutata e impetuosa a creare lo spazio necessario per far posto al tango, a quel momento in cui il corpo è libero da ogni costrizione e la mente razionale spenta, un silenzio pervaso unicamente da musica e abbracci.

Le tre giornate sono state un crescendo di piacere tanguero, una connessione di anime dai pic nic condivisi all’ora di cena, ai discorsi profondi fatti dentro alla notte più scura.

Ho dormito poco, ho mangiato molto, ho ballato ancora di più, sono stata circondata da anime affini, in un luogo magico, che dio lo conservi, per quanto è bello.

Maratonguera 7.0 è un matrimonio riuscito, di quelli che dici “beati loro”.

Grazie a Flavio e Marcella per rinnovare ad ogni edizione la promessa di renderla sempre più bella.

Pimpra

COME UN SOGNO DI ALTRI TEMPI: LA MARATONGUERA.

Ci sono luoghi che, appena li vedi, ti vibrano dentro come se ti sentissi a casa.

Arrivo a pomeriggio inoltrato accompagnata da una brezza di mare che riconosco molto bene, un bel venticello teso, fresco e piacevole che toglie di dosso la stanchezza delle lunghe ore di viaggio e l’arsura di questa estate da poco iniziata.

Le note sono già nell’aria e danzano lievi come i filamenti di un soffione rendendo quel primo impatto ancora più suggestivo.

Sono alla mia prima Maratonguera, incredula di poter finalmente apprezzare di persona quel luogo così particolare affacciato sull’acqua. La realtà supera di molto l’immaginazione e mi procura un’emozione forte come al primo appuntamento con l’amore.

La formula è perfetta: si balla ininterrottamente dalle cinque del pomeriggio a notte inoltrata, chi non ce la fa, si concede una pausa gaudente, tra il buon cibo dell’antica locanda “Il pilota” che allestisce i tavoli a ridosso della pista così che, volendo, tra una portata e l’altra, ci si possa concedere proprio quella tanda speciale lì che è un peccato perdere.

Arrivare in milonga a pomeriggio inoltrato è una strategia ideale che permette agli ospiti di dedicarsi al mare/turismo senza quel retro pensiero di “mi sto perdendo qualcosa la pomeridiana è già iniziata”. E poi, diciamocelo, regala un tempo di recupero utilissimo dalle fatiche del giorno precedente.

Il luogo ha il sapore di bei tempi andati, si balla su tessere di mosaico come si usava posare negli stabilimenti balneari degli anni ’50. È perfetto, cosa posso dire, i piedi non ci provano neanche a lamentarsi che la superficie è dura perché ci pensano gli abbracci, la musica, i sorrisi di tutti i partecipanti a lenire qualsiasi acciacco. E poi c’è il brufen, ma questo i tangueros esperti lo sanno già!

Ad ogni modo l’impianto scenico è nullo se non è animato da quella sana accoglienza che impronta di sé ogni evento ben riuscito e questo lo è stato senza dubbio. Si sa che molta parte dell’atmosfera è data dai padroni di casa e di certo Marcella e Flavio e il loro staff, sanno bene cosa significhi ricevere.

Un miscuglio meravigliosamente stimolante di stili di tango diversi, di persone gioiose e sorridenti in una cornice che regala un sapore di vacanza al mare. Ma che vogliamo di più? Ne vogliamo ancora!

Pimpra

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