Seguire i telegiornali, di questi tempi, è come assistere alla proiezione di un film dell’orrore: alla pandemia e ai suoi danni orami siamo abituati, che si per sé ha dell’incredibile, non bastasse, ci si mette pure la Natura impazzita con temperature infernali e incendi.
Mi fermo e, dolorosamente, riconosco che siamo noi la fonte di tutto lo scempio che stiamo vivendo. La responsabilità ci appartiene in toto e dobbiamo assumercela.
Detto questo, mi è chiaro che, io per prima, dalle parole devo passare ai fatti. Ma, come fare?
Innanzitutto la coscienza ambientale va costruita, possibilmente, da bambini, insegnando alle generazioni future a prendersi cura del nostro tanto bistrattato pianeta.
Poi ci siamo noi, gli adulti che dovrebbero dare il buon esempio. Magari.
Da pochi mesi ho cambiato ufficio, approdando in un nuovo contesto lavorativo che si occupa di ambiente, energia e sviluppo sostenibile. Ogni giorno scopro e imparo cose nuove, alimentando, allo stesso tempo, una coscienza ambientale che – lo ammetto – era piuttosto carente.
Iniziare a vivere “green” senza impiastricciarsi la bocca di parole che vanno di moda e basta, nel mio caso, significa iniziare con piccoli e virtuosi comportamenti.
Le immondizie che produco, ne sono il primo esempio.
Ho imparato che ogni risorsa può e deve essere riciclata per entrare in un virtuoso circolo in cui gli sprechi possano essere ridotti al minimo a beneficio delle risorse naturali.
L’inquinamento che produciamo può essere ridotto a partire dai piccoli gesti.
Ho citato le immondizie: plastica, carta, vetro e alluminio trovano sempre la corretta collocazione nei rispettivi canali di raccolta e smaltimento. Certo, mi sono dovuta organizzare, inutile negarlo, i bottini della differenziata non sono esattamente sotto casa, ma comunque raggiungibili.
Si tratta di fare un piccolo atto di volontà, un minimo sacrificio per un bene collettivo davvero molto grande. Piccoli gesti capaci di creare una lunga onda di comportamenti virtuosi.
Vogliamo mettere il piacere di immergerci in un mare libero dalle microplastiche? Pieno di pesci felici di sguazzare in acque cristalline? Per adesso sembra solo un’utopia, ma se ci impegniamo con costanza e determinazione, possiamo farcela. Anche perché siamo praticamente arrivati al punto di collasso del pianeta.
Io scelgo GREEN.
Pimpra
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