CARO SIGNOR TOPAZ …

AMICHE

Caro Signor Topaz,

siamo due signore di mezza età nate nelle ventose lande del nord est, italianissime al 100% benché vissute nell’estremo lembo di terra che separa la “Vecchia Europa” dai lontani Balcani.

Non si può certo dire che rappresentiamo le tipiche ospiti del suo yacht di lusso estremo … però, caro Signor Topaz, una volta nella vita, potrebbe far salire anche noi, quelle evidentemente “fuori scala”, per età, per altezza, per inutilizzo di silicone, per il conto in banca a mò di colabrodo, per le rughe, per i capelli senza le extension, perchè non usiamo sempre i tacchi e nemmeno il push up…

Caro Signor Topaz, ma che glielo diciamo a fare, ci piacerebbe scattarci una istantanea insieme a Lei, magnate del petrolio e di quanti altri affari non si sa, una foto da far vedere alle amiche, per poter dire di essere state a fianco a un conto in banca che cammina. Sa, di questi tempi, incontrarne come lei, non è cosa di tutti i giorni.

Caro Signor Topaz, mi tolga una curiosità: chi è quel pirla che le ha suggerito un nome così tremendo per una nave del genere, perché, sa, a quella persona lei dovrebbe togliere il saluto, dopo averla depennata dal suo libro paga.

Perchè, caro Signor Topaz, la classe, quella vera, non si può comprare a suon di bilioni, la mia amica ed io lo sappiamo bene, perchè noi, di quella, siamo miliardarie.

Caro Signor Topaz, è stato un piacere.

Buona vita, buona navigazione.

Pimpra & …

IMAGE CREDIT: ANDREA PRESTA TS

I DIALOGHI IMPOSSIBILI: L’IMPERMEABILE

BOGART

Lo sai che c’è? Ho imparato tantissime cose fin qui, cose che servono per vivere, per sopravvivere e per mantenere alto l’umore/l’amore/ e largo il sorriso.

Ma sai che c’è? devo apprendere una delle lezioni più importanti.

Quale?

Devo imparare a “impermeabilizzare“.

?

Sì, rendere impermeabile a tutto/i la pelle, me stessa, il mio cuoricione, la testa.

Addirittura???

Sì, è così.

Però non è una rinuncia alla vita, quella a cui sto pensando, anzi. E’, piuttosto, la più alta presa di coscienza del sè, la difesa di quel che abbiamo di più sacro e inestimabile: noi stessi.

Interessante.

Sì, molto.

Impermeabilizzarsi” equivale a non farsi trascinare nella merda esistenziale di chi ti sta intorno, significa vivere in armonia con se stessi e con l’esistente, non farsi prendere nelle spire di ciò che è sbagliato per noi.

Vuoi un esempio?

Macchetelodicoafare, te lo servo in un attimo: vedi un po’ che ti chiedono di fare un lavoro che tu prepari con coscienza, poi spedisci dove ti viene detto. Attendi un feedback, un riscontro, anche una critica, qualsiasi cosa. E aspetti invano.

E ti arriva una telefonata che ti dice “ci hanno chiamati per parlarne”. Resti ammutolita e chiedi come mai non hanno chiamato te per dirtelo e che loro, li devi incontrare insieme a un altro.

Perchè, fondamentalmente non ha senso: io scrivo a te, tu non mi rispondi, ma convochi lui, dicendo che porti anche te (ma dell’argomento, la sola che sa, sei tu).

Ebbene, tutto questo, a una come me, creerebbe frustrazione gigantissima. Perchè, la sola cosa che posso spendere di me, sono io e il mio (buon) nome. Mentre qui, vogliono togliermi tutto, per prima cosa, la mia identità.

Oggi, però, dopo un attimo di male profondo alle viscere, mi sono tirata su, ho fatto un respiro profondo e indossato il mio impermebile.

Il risultato è che, adesso, ci ripenso e rido, rido della loro bassezza, rido dei loro intenti, rido della loro affannosa ricerca di visibilità, rido della loro ipocrisia, rido della loro limitatissima umanità.

L’impermeabile è caruccio però, lo sto ancora pagando a rate.

E ci rido su…

Pimpra

IMAGE CREDIT DA QUI

STICAZZI III° – (NON HO L’ETA’)

oldyounghands1Di ritorno dal mio primo week end al mare.

Colorito bonne mineumore gaio e una valigia di insegnamenti.

Doveva essere una delle mie “solite” avventure tanguere, un festival condito da mare e piscina che, sulla carta, è uno dei mix che preferisco.

Sulla carta, appunto.

Parto benissimo con la prima milonga a bordo piscina, non fosse che, guardandomi in giro, mi accorgo che l’età media è tra i 28 e i 32 anni. Ragazze dai corpi flessuosi e magre come giunchi, ragazzi “imberbi”, nessuna compilation di rughe o di cellulite infestante. A quell’età non sono problemi conosciuti.

Suona il primo campanello d’allarme.

[Sticazzi]

Mi preparo per la milonga serale, quella che ti traghetta fino all’alba.

Sono allegra, ho ballato bene, gli amici sono deliziosi, il clima mite.

Mi presento alla serata e le antenne mandano immediatamente un segnale negativo. Non le voglio ascoltare.

Errore.

Resto seduta, sono invisibile, mi muovo nel grande salone, sono trasparente.

Comincio ad accusare il colpo.

Davanti ai miei occhi solo figa, figa, figa, figa.

Svestite, provocanti, sensuali, patatone, giovani e, le maledette, pure brave. [Se sei figa, ne hai 20 o poco più, mandi segnali atti ad attizzare l’ormone e non sei una “antiballerina”, i migliori ti inviteranno sempre e tu, danzatrice in erba, brucerai le tappe della tua crescita di ballerina  e – maledizione!- diventerai brava sul serio!]

[Sticazzi]

Morale: alle 3.30, con le pive nel sacco, un giramento di palle epocale, sono tornata a piedi in hotel.

Il giorno dopo mi sono presentata in milonga alle 4.50, così da rendere l’agonia più breve e togliermi la soddisfazione di vedere l’alba. Ed è stata la scelta giusta.

MORALE:

ci sono eventi, situazioni,  che ti sbattono in malo modo in faccia la tua età. Che ci vogliamo credere, oppure no, se sei negli “anta” (anche se sono i primi anta) sei VECCHIA. Punto e basta. Nessuna altra verità è accettabile oltre la maledetta realtà della data sul tuo passaporto.

Ed è difficile, maledettamente difficile accettarlo. Perchè, dentro, senti di avere ancora 25 anni…

…NON HO [più] L’ETA’ … cantava qualcuno…

STICAZZI.

Pimpra

Image credit: QUI

LA LATINA 2013: EDIZIONE STRAORDINARIA!

Image credit: Pimpra

Image credit: Pimpra

Sono ancora sull’onda perfetta che mi ha tenuto sulla sua cresta per l’intero fine settimana.

Il mio lunedì, oggi, è vissuto da lontano. Tutta me è ancora lì, su quel pavimento, in quell’albergo, ai bordi della piscina, sul prato, negli abbracci che mi hanno cinta…

Ho vissuto la mia prima maratona perfetta. L’onda che aspetti per mesi, quella che senti nell’aria ma che non raggiungi mai.

I fantastici 4 Mascalzoni Latini hanno esagerato, questa volta, che nemmeno Enzino, il più scafato wedding planner italiano, poteva fare meglio.

Non mi riesce di trovare una sbavatura, un difetto, una manchevolezza.

Ho visto 300 persone folli di gioia, cariche di energia, sudate e sorridenti, insieme a ballare, a nuotare, a ridere, a buttarsi in piscina, a fare la seduta di yoga, a sbafare quintali di banane, a bere litrate di caffè, a fare amicizia.

In uno spazio creato e pensato per il benessere di ognuno dove, oltre al tango, volendo, si poteva trovare la solitudine preziosa del giardino o l’allegria schiamazzante della piscina.

Ho ballato per ore, senza rendermene conto, perchè scivolavo di tanda in tanda portata per mano da tj set favolosi, con l’energia del pomeriggio e l’onda lunga della notte.

Ho visto l’alba dentro un abbraccio, rendendomi conto che la musica aveva traghettato tutti nel farsi di un nuovo giorno, come fosse la cosa più naturale del mondo.

Credo che il senso profondo di una maratona di tango sia questo: la fusione del corpo, della mente, dei sensi, della pelle, nella quarta dimensione, dove, per entrarci, ti porta solo chi sa.

Solo chi ha vissuto centinaia di questi eventi conosce l’ingrediente segreto per rendere unica l’atmosfera che farà di quella maratona, della sua maratona, un momento indimenticabile.

E ho la certezza che una Latina così  sarà difficile da eguagliare!

Pimpra

GITA SCOLASTICA

Stamane, mentre cercavo – inutilmente – di cancellare i segni dei bagordi del fine settimana, mi sono detta che, per restare giovani, giovani veramente, ovvero  nell’animo, bisogna regalarsi dei momenti in cui riavvolgere la matassa del tempo.

Mi spiego.

Chi ha girato la boa “anta” comincia a farsi delle domande, si osserva con occhi diversi, prende coscienza del cambiamento e non sempre questa tappa di consapevolezza è facile da gestire, da vivere.

Ho scoperto il rimedio: concedersi una bella gita scolastica, come si faceva ai tempi del liceo.

Per me è abbastanza facile, il tango argentino offre mille e una occasioni di svago. L’ultima è stata una bella manifestazione a Lubiana (Slovenia) “Dias de la juventud“, dal bel titolo evocativo.

Sono stata ammessa nel gruppo vacanze delle wonder woman del tango triestino: le 4 L. Insuperabili organizzatrici di trasferte tanguere in ogni possibile destinazione.

Che posso dire: un successo incredibbile!

Prendere possesso del delizioso appartamentino, organizzare luculliane colazioni/brunch/pranzo-cena che con gli orari di una maratona non si sa bene quando/come si mangia perchè i parametri vitali consuetudinari saltano clamorosamente, i turni per la doccia, le infinite sessioni di trucco, gli “embè cosa mi metto? Come mi sta?”, sono stati un portentoso salto indietro nel tempo.

Un meraviglioso salto indietro.

A questo aggiungiamo che il gruppo era composto più o meno da coetanei e il gioco è fatto!

Ogni ruga, ogni segno che porto oggi sul viso, a testimonianza delle molte ore ballate e delle poche dormite, sono, in realtà, il tratto più prezioso di un gran bel momento trascorso, di gioia e allegria!

GRAZIE AMICI!

Pimpra

PS: nell’appartamento c’erano questi nella dotazione utensili. In tre giorni non siamo stati capaci di trovare il loro corretto utilizzo, usandoli però  in svariati modi… chi sa a che cosa servono precisamente? 🙂

CHE COSA E

CARA BELEN (e a tutte quelle come lei) …

Belen RodriguezHo fame dalle 10.30 di questa mattina.

Dalle 11.30 ho fame e mal di testa.

Mi sembra che il tempo si sia fermato, perchè le 13.00 non arrivano mai.

Alle 13.00 il “lauto pranzo” mi aspetta.

MORALE: questa dieta fa schifo (ma lo sapevo già).

MORALE 2: il corpo inizia ad usare le riserve energetiche (leggi grasso) e quindi sono sulla buona strada.

MORALE 3: CHE PALLE.

Vorrei soffermarmi sulla Morale 3.

Chi mi conosce non fa che dirmi che sono una cretina, che non ho bisogno di mettermi a dieta, perchè non sono grassa.

Lo so, Amici Cari, che non sono precisamente grassa. Per compiacere alla mia estetica mi vorrei con 5 kg di meno e 2 kg in più di tette (oltre a 10 cm in più di gamba), ma so che non è possibile e, forse, nemeno così necessario.

MI TOCCA FARE LA DIETA, PER INSEGNARE ALLA MIA MENTE A CONTROLLARSI.

No, dico, vi rendete conto?

E’ che a me piace la vita, mi piace godere. Del cibo, delle cose belle, dei piaceri che “chi più ne ha più ne metta” e, quindi, per continuare a frequentare l’amata terra per un periodo di tempo più lungo possibile, ogni tanto mi tocca entrare in ramadan.

Il cibo è il mio solo piacere fuori controllo, gli altri sono capace di “gestirli”.

E vai di dieta, perchè devo insegnare a quel selvaggio/ribelle/fuori dagli schemi del mio testone a sapersi fermare, nel tempo giusto.

Ieri, ad esempio, ho calcolato di aver masticato ben 5 pacchetti di cingomme (altro che le 3 dichiarate qui) con conseguenze letali sul mio intestino… A questo mi serve la dieta, a tenere a freno questi eccessi…

E poi vedo la mitica Belen (nel mio universo estetico, il corpo/viso di quella donna sono stabilianti) che, a 2 mesi dal parto, è più in forma di prima. Zero difetti, zero cellulite, zero pancia, zero ritenzione idrica, zero…

Al che, mi tocca considerare che ci sono esseri umani particolarmente fortunati: o non hanno proprio le mie stesse voglie, o le sanno gestire, o su di loro, gli effetti negativi non si vedono.

E il mantra continua: parola d’ordine: RESISTERE!

🙂

Pimpra

che, vista l’ora, vi augura anche BUON PRANZO!!! Ma cosa mangiate di buono, voi, oggi??? 😉

PAROLA D’ORDINE: RESISTERE!

chewing-gum1Credo di aver masticato almeno 3 pacchetti di cingomme per sopportare i morsi della fame del secondo giorno della dieta proteica che, unita alla PMS incombente, rende l’impresa di perdere qualche grammo, davvero titanica!

Onde rafforzare la volontà nella stoica lotta ai carboidrati, alle voglie di dolce degli ormoni premestruali, al cervello che vuole lo zucchero (ovvero liquirizia gommosa a manate), ieri ho riattivato l’abbonamento scaduto alla palestra, secondo la migliore scuola di pensiero del: “NO PAIN, NO GAIN”.

Mi presento all’appuntamento con il terrore di passare davanti a tutti quegli specchi che tappezzano la palestra a voler dire “Guarda che fisico di merda ti ritrovi!” o, ai pochi fortunati, “Ma quanto figo/a sei!!!” [inutile dire che rientro nella prima categoria].

Affronto il tappeto rotante e, miracolosamente, le gambe girano. Il fiato è un’altra storia e stantuffo come una vecchia locomotiva. Certo, corro più veloce degli altri 3 compagni di fatica, ma faccio un rumore imbarazzante. I giovani mi guardano un tantino schifati, ma che ci fa nel regno della figa, una vecchia locomotiva sudata e rumorosa come quella?

Me ne fotto. Oppure devo cambiare palestra: me ne fotto.

Passo agli addominali, mentre il mio corpo cerca di eliminare le tossine accumulate in mesi di baldorie alimentari, e sudo, e sono paonazza, e da cesso divento una cloaca.

Ripeto: me ne fotto.

Tappetino, peso da 2,5 kg, palla da pilates e inizio la serie.

Vicino a me un ragazzo, giovane, molto giovane che è lì da almeno mezz’ora e non ha nessuna intenzione di smettere. Con un occhio lo guardo, anzi lo ammiro, per la flessuosità, per la resistenza, per l’originalità dei suoi esercizi e, per non sudare una sola goccia, per non respirare di un solo decibel più intensamente. Tutto così naturale, fluido, come se stesse sul divano a guardare un film.

Finisco ciò che dovevo fare e lo lascio ancora continuare le sue prodezze addominali.

Dopo poco la mia seduta è tolta. E’ il primo giorno, mi fermo qui.

Una cena senza nulla di cui avesssi voglia e, il mattino seguente, prova bilancia: 1.8 kg in più rispetto la mattina prima.

Prendo la pistola per suicidarmi con un colpo secco ma, haimè, ho finito le pallottole. Rimando.

Insisto, la parola d’ordine è: RESISTERE (sto facendo la dieta in cordata con un amico che non posso tradire).

Secondo giorno. Un inferno. Ho fame alle 11 del mattino. Pranzo a frutta alle 13. Alle 3 del pomeriggio lecco la scrivania.

E’ dura, molto dura.

Ma insisto, la parola d’ordine è: RESISTERE.

E per caso scopro che il mio vicino di addominali del giorno prima è un ballerino del musical Priscilla e capisco tante cose.

E, mi convinco ancora di più che… la parola d’ordine è: RESISTERE!!!!

😀

Pimpra

MASCHERE

specchio

Tra una foglia di insalata, un frullato di kefir  e una svizzera fredda con i peperoni, nelle chiacchiere della pausa pranzo è apparso molto evidente come nel tango e quindi nella vita, sia di fondamentale importanza “esserci”, “esistere”, “avere un nome”, possibilmente essere “famosi” e non “famigerati”, ma in fondo, va bene anche quello.

Dato che l’assioma tango/vita è scientificamente appurato funzioni appare cosa buona e giusta, anche nella vita reale, di  “ammantarsi” di “fama”. Ci serve. Ne abbiamo bisogno per vivere (meglio).

Cerchiamo quindi  di capire come crearcene una.

LA PERSONALITA’

Teoricamente per emergere dalle masse informi della gente, un tratto di personalità deciso, iperconnotato, ineressante, “fuori da coro”, potrebbe – apparentemente-  essere l’atout necessario per la la costruzione del “personaggio”.

Non credo sia affatto richiesto possedere doti “positive”, di quelle che piacciono ai genitori  – per intenderci – nessuno resta affascinato da un carattere solare/positivo/buono/bello e bravo.

Anzi, che noia.

Meglio condire il tutto con dosi di stronzaggine, di fanculismo, sticazzi a volontà, egoismo sublimato, iperautocelebrazione sempre e comunque.

Di solito sono questi i soggetti che ci rubano qualche curiosità, che ci attizzano il neurone spento.

LA FANTASIA

Esiste poi tutta una categoria di quelli che definisco i “creativi” capaci, come sono, di inventarsi realtà parallele talmente ben architettate da sembrare quasi vere. Uno guarda alla loro vita e, minimo, si sente una nullità che a lui non succedono mai simili avventure, che mai si sognerebbe di dire/fare/pensare/baciare il tal maniera.

I “creativi” sono l’ultima generazione dei furbi, dei manipolatori, dei venditori di sogni, di cui, quasi tutti noi, abbiamo bisogno o – almeno crediamo – desiderio.

A ben pensare non è così difficile, basta lasciarsi andare alle proprie più sfrenate creazioni mentali, usare i social network e il gioco è fatto.

Non resta che provare, giocare un po’ a “essere” solo una proiezione olografica di noi stessi e vedere quello che succede…

Tempi moderni…

Pimpra

QUESTIONE DI PALLE

palloni

Oggi è una brutta giornata.

Pms che definire infestante, è dire poco. Ci aggiungiamo che mi sono svegliata alle 5.30 del mattino, chi lo sa il perchè, e che in gabbietta ci sono problemi.

Il punto è che ho tristemente toccato con mano alcune delle mie profonde “inabilità” e ci sto male, male da matti.

  • non sono capace di difendere le mie posizioni al lavoro, di conquistare nuovi territori, di affermare i miei credo
  • non sono capace di dire di no senza sentirmi in colpa
  • non sono capace di affermare che, no, anche quella cosa non la faccio, oppure mi pagate
  • non sono capace di trovare, con la dovuta dose di convinzione, il chirurgo plastico
  • non sono capace di dire a me stessa che voglio più considerazione e rispetto
  • non sono capace di non essere collaborativa
  • non sono capace di non essere sempre sintonizzata sulle esigenze degli altri e poco sulle mie

E mi fermo che l’elenco è fin troppo lungo.

E l’incazzatura aumenta perchè so benissimo che la fonte di tutto quello che non funziona nella mia vita sono solo io e il mio comportamento sociale.

Desidererei, più di ogni altra cosa, poter frequentare un corso di “stronzaggine al 100%”, di “vita mea, mors tua e chissenefrega”, e infine laurearmi in “STICAZZI”!

E’ che mi hanno allevata con l’idea che “è tuo dovere”, “devi”, “devi”, “devi”, “devi”… e se non “fai”, “fai”, “fai”… sei una merda indegna, un essere inferiore di serie B.

E, comunque, gli altri sono meglio.

Ci sono giorni in cui, il leone è forte e combatte, oppure se ne fotte bellamente, allegramente, trallallà. Altre volte invece… è come se lo avessero letteralmente evirato e, ciao, la vita diventa un fiume di merda.

Il desiderio di oggi?

Ritrovare le mie palle perdute. O andare a riprenderle ovunque siano finite. Perchè, per sopravvivere ne ho bisogno, davvero bisogno.

Pimpra

GOCCE DI SCHIZOFRENIA

Primavera

Mi sono svegliata, come sempre, all’alba e, con gioia e stupore, ho visto che la finestra della cucina era pennellata di un delicato azzurrino, tenue, acquoso. Il colore della primavera che, timidamente, si annuncia.

… E il mio cuoricione tenero non può non risentire della dolcezza di questo sguardo trasparente e mi viene voglia di sorridere e di essere felice perchè il primo caffè del mattino non è più imbottito di notte.

La notte… già.. la notte…

E’ un altro il buio che ci circonda: il nostro paese è destinato ad andare a catafascio, più di quanto non lo sia già.

Non ho parole per esprimere il dispiacere di quanto è emerso dal voto degli italiani, di quanto siamo ciechi e ottusi e poco visionari.

E’ questo il buio che mi toglie il gran sorriso che la primavera vuole regalarmi, tutte le volte che si ripresenta.

E una parte di me è felice, una parte piange.

Schizofrenia tutta italiana.

Poveri noi.

Pimpra

 

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