IMAGE CREDIT: Claudio Visintin_Borgoricco
Torno da una milonga – graditissima – dove ho finalmente, liquefatto la suola delle scarpette.
Musica dal vivo strepitosa, la bella atmosfera di un luogo familiare, i sorrisi degli amici che non vedo oramai quasi più e il tango che amalgama, mixa la bella gente che partecipa alla festa.
Ho ballato con una variopinta sfumatura di umanità maschile, da quelli malati di tango a coloro che lo vivono in una dimensione meno eccessiva, dagli esperti a quelli che hanno meno chilometri sulle gambe.
In tutto questo bel caleidoscopio, sono stata molto colpita da un – nuovo per me – fenomeno.
Sono finiti gli abbracci.
Questi uomini, non sanno o non vogliono più “abbracciare” la ballerina. Ora, non intendo dilungarmi con un lunghissimo pippolotto su cosa significhi “abbracciare”, il web è popolato su discorsi a tema e non mi aggiungerò al coro.
Per me è stato un piccolo choc, una grande delusione, in primis “esistenziale”.
Se danzare, nella moda corrente, significa porgere il tocco di una mano, un abbraccio finto o virtuale in nome di una dinamica che si vuole il più possibile vorticosa, ecco, c’è qualcosa che non mi quadra più.
Non passa l’emozione. E, anche il tango, diventa una speciale “performance” dentro una sorta di “trance ritmica” nella quale le altre sfumature vanno perdendo colore.
Ricordo nel mio viaggio in Argentina dello scorso anno che i maestri insistevano molto sul punto “abbracciami”, dopo che – a mio modo di vedere europeo – non era immaginabile abbracciarli più di così… invece il modo c’era, e, nell’esatto istante in cui loro “abbracciavano” me, passava una speciale scintilla che illuminava il tocco e il tango si animava di magia.
Io non ballo con gli argentini o, se lo faccio, accade troppo di rado, io ballo con i miei conterranei. I miei conterranei non mi abbracciano più e, quando a me viene naturale di farlo, capisco che non è più cosa gradita.
E mi chiedo:
- sono vecchia e si sentono a disagio?
- abbraccio in modo troppo intenso e loro non “tengono botta”
- copro la loro visibilità e/o credono che, così facendo, metta le radici nel pavimento e non mi muova più?
So che resteranno interrogativi senza risposta.
Nel frattempo devo solo decidere se uniformarmi o mantenere viva la mia passione per questa danza straordinaria, continuando – nell’abbraccio – a mettere la mia anima a nudo. Perchè farlo, a me, non fa paura…
STICAZZI.
Pimpra
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