DI TANTO IN TANGO. Ciò che è mio è anche tuo.

Che bella sensazione la sveglia di oggi, per la verità agita dalle amate Gattonzole poiché, quella vera, il mio orecchio l’ha bypassata alla grande.

Assonnata, ricoperta da fusa gorgheggianti e strusciate sulle gambe, ho iniziato la mia giornata stanca ma lieve. In una parola: felice.

Ieri sera, per la prima volta, insieme al mio compagno, abbiamo tenuto un laboratorio di tango. Non si tratta di una lezione, perché non siamo insegnanti e ci guardiamo bene dall’immaginarci tali, è stato semplicemente una condivisione di esperienze con altri tangueros.

Ripenso ai miei esordi, a quando, all’epoca dei primi passi, avrei dato non so che cosa per avere più informazioni che mi aiutassero nello studio. 

C’è molta differenza tra una lezione e un “laboratorio”. Nel primo caso si lavora su strutture, si costruiscono le basi, si impara la grammatica.

Nel secondo, si ascoltano le esperienze di ballerini, di come hanno affrontato il loro percorso, di come hanno superato gli ostacoli del “cammino di Santiago tanguero” (mi si passi questa similitudine).

Chi ci è già passato, secondo me, può davvero dare una mano a chi è all’inizio del percorso. Rispondere a domande e a dubbi che tutti attraversano, condividere le strategie adottate per risolvere criticità.

Di sicuro, nel tango, non vi è una Verità Assoluta, credo però fermamente, che le esperienze di altri, possano dare ispirazione e motivare la ricerca di ognuno.

Oggi mi porto dentro l’energia che ho ricevuto dalla classe, le domande che hanno fatto, la curiosità e l’attenzione che ci hanno dedicato.

Mi sento più ricca, come ballerina e come essere umano.

Nel mio mondo ideale dovrebbe esistere sempre il piacere dello scambio. Non perdo nulla se ti dono ciò che ho imparato, anzi.

Saper raccontare il proprio percorso, riuscire a far provare nel corpo di chi ti ascolta ciò che cerchi di definire, è un esercizio grandissimo.

Spiegare significa avere in sé totale consapevolezza. Significa lavorare sul proprio movimento per renderlo chiaro a chi deve capirlo. Quindi un esercizio a due vie: per chi espone e per chi ascolta.

Ringrazio gli amici Maestri che ci hanno coinvolto in questa esperienza e tutti coloro che, con fiducia e curiosità, hanno partecipato. 

Il grazie più grande al mio amatissimo Tango che colora di sfumature sempre nuove la mia vita.

Pimpra

IMAGE CREDIT DA QUI

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