Amo moltissimo partecipare alle maratone. Ognuna lascia su di me un segno, sia come ballerina e, perché no, come persona.
Tanti amici, tangueri e non, cercano di capire cosa mi spinga a massacrarmi anima e corpo per il godimento – concentrato – di un intero fine settimana.
Credo che la risposta sia semplice: il senso di “comunità”. L’energia esplosiva del gruppone di maratoneti che fanno di tutto per ritrovarsi dentro i loro abbracci preferiti, in un piccolo mondo chiuso che coccola, avvolge e protegge.
In maratona il tango è il catalizzatore, la scusa danzante per vivere e viversi con tutta l’intensità di cui si è capaci. Poi c’è il resto.
Basta vedere i volti, sudati eppure freschi, gioiosi, rapiti, estatici a volte. E’ la magia che si ripete ad ogni tanda, ad ogni ora che passa.
In maratona il rito della mirada è “abbreviato” diventa atto di complicità manifesta, quasi un occhiolino gaio, anche pescando ad occhi chiusi, si prende bene.
Ogni anno che passa, confesso, tirare chiusura, arrivare alla fatidica meta dell’alba, mi costa più fatica, come se il corpo mi imponesse limiti temporali più definiti. E quindi si va di strategia, per sopravvivere alle ore che ti vorresti ballare tutte, ai ballerini con i quali surfare sulle onde della musica, in una pista che è – doverosamente – una piazza d’armi.
Poi c’è l’ingrediente segreto, oramai è chiaro: è il gruppo di chi organizza che dà quel sapore speciale.
Vabbè l’avete capito, questo fine settimana ero in maratona, in una di quelle che amo particolarmente, perché sono maratone divertenti, gaie, solari, dove il concetto del “ce l’ho solo io” resta fuori dalla porta, perché se non sei almeno incredibilmente simpatico, oltre che un danzatore di livello, te ne stai fuori dalla porta. Ecco.
E, da Pimpra quale sono, non posso non apprezzare l’atmosfera allegra, la location straordinaria e il calore giocoso con cui ognuno di noi è stato accolto, come uno scolaretto di prima elementare, con un sorriso e l’abbraccio accogliente della maestra.
Collegiali, vi abbraccio tutti, ci vediamo l’anno prossimo! OLE’!
Pimpra
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