LOGICHE TRASVERSALI

iron maiden

Trieste è, o per lo meno era, una città tutto sommato abbastanza tranquilla. Un numero di popolazione adeguato alla sua geografia marittimo carsica, popolazione per lo più diversamente giovane, respiro ancora, tutto sommato, abbastanza mitteleuropeo.

Certo le “invasioni barbariche”- e non scatenatevi su questa definizione che vuole essere leggera e scherzosa- , stanno cambiando il volto della città anche in questo estremo lembo del nord est. Ma, pare, siano questi i tempi moderni e non ci si possa opporre.

Al mattino, prima di entrare al lavoro, in quella che da anni definisco la mia “gabbietta”, faccio sempre lo stesso percorso: parcheggio lo scooter sull’albero (metafora per dire che, in zona piazza Unità, è impresa quasi impossibile trovare un posto regolamentare pure per un due ruote), mi reco alla Torrefazione Triestina, dove il caffè, per il mio palato viziato, fa moderatamente orrore ma i banconieri che ci lavorano sono così gentili che anestetizzo le mie esigentissime papille gustative e sorseggio, tra due chiacchiere, l’immonda bevanda.

Piazza Cavana è davvero una piccola agorà, i cui richiami antichissimi, trasudano ancora dalle case medievali rimesse a nuovo dai progetti comunitari. Certo, manca la puzza di umidità e di piscio che era la marca odorosa della vecchia Città, ma, diciamocelo, è meglio come è diventata oggi. Si sono perse pure le puttane, questo va detto, che in strada, attendevano gli attempati clienti e, come questi ultimi, vecchie pure loro , probabilmente il Tempo se le sarà prese.

Ogni mattina incontro gli stessi volti, persone a me sconosciute e pur note , ognuna con il suo andare, chi veloce chi quieto, a dar corso alla loro giornata.

Questa è Trieste.

Poi, un giorno, annunciano un grande evento che, a ben guardare, sembra incredibile possa svolgersi proprio qui. Non dimentichiamo che siamo la città del “no se pol” e forse per questo “non fare” che viene mantenuta nel tempo quella particolare allure che tanto piace ai foresti.

Sbarca un gruppo musicale che, ai tempi della mia gioventù faceva furori, gli Iron Maiden , e che vanta ancora una schiera di fedelissimi tra giovani e meno giovani.

Loro, i musicisti, sono un collage di anziani signori con criniere tenute su dalla lacca e volti fossilizzati da quintali di silicone, eppure se la ridono, dormendo sogni d’oro sui miliardi guadagnati in 40 anni di carriera.

Ma ciò che ho trovato di più esaltante è vedere, in questi luoghi a me così cari e familiari, riversarsi il popolo dei loro fan: agguerriti, a caccia del posto migliore fin dalle prime ore del pomeriggio, sotto una canicola devastante, tutti vestiti di nero, come da copione.

T-shirt cattivissime, scritte e grafismi inquietanti, ventri grandi come otri di birra, barboni, occhialini, tatuaggi cattivissimi ovunque.

E poi li osservi meglio e in quei signori attempati, rivedi tutta la loro sfiorita giovinezza, gli anni verdi oramai lontani, ma il desiderio che rimane vivo sempre, la vita che continua a pulsare anche se, il corpo si è fatto decisamente pesante e mostra i segni tutti della vita trascorsa.

Ma di bello c’è che con i padri ci sono i figli e le loro compagne, ci sono le mogli che, poveracce, sono pure peggio dei loro partner, perché, il metallo pesante, su una signora, conferisce ancora più anni di quelli registrati all’anagrafe.

A me questa umanità che segue il sogno della sua gioventù piace, e piace tantissimo, anche se la loro musica è orrore per le mie orecchie. Però li rispetto, e spero che, questo piccolo passaggio in questa piccola città del nord est possa risvegliare in tutti loro, una nuova scintilla…

Pimpra

 

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2 commenti

  1. Von Calypso

     /  26 luglio 2016

    ahahah si, una cosa davvero particolare quella di vedere ben tre generazioni assieme a questi concerti…è un fenomeno osservabile comunemente da chiunque frequenti l’ambiente metal…

    Sono una signorina da metallo pesante (ancora più pesante degli iron, per inciso, che non ascolto) e credo lo rimarrò il resto della mia vita…ma dubito fortemente che avrà l’effetto che dici sulla mia apparenza fisica perchè non sopporto proprio rendermi ridicola (come ho visto fare a molte. Purtroppo ti devo dare ragione su gran parte delle signore)…e di norma biasimo chiunque lo faccia (ho anche io la mia dose di intolleranza)…

    E si anche a me mette allegria…vedere questa moltitudine di gente giovane e meno giovane che si gode un live… senza preoccuparsi di quello che pensa e giudica la gente non-metal attorno a loro. E mi manca poter andare a vedere questi concerti perchè è davvero un occasione unica per spurgare pacificamente molte tossine tra cui la rabbia e l’aggressività che da una certa ansia e rabbia sociale deriva.

    Nonostante il dresscode “cattivo” infatti…la comunità metal è coesa e tra loro ho sempre trovato sincera amicizia e solidarietà a differenza degli ambienti punk ed hardcore dove il nichilismo si attua anche e soprattutto nel modo di comportarsi ai live…urtando e facendo male agli altri avventori con la scusa del pogo e fregandosene altamente delle conseguenze…in alcuni casi molto gravi come una tizia che aveva fatto stage diving – lanciarsi dal palco sul pubblico che ti trattiene, e la folla si è divisa e questa è caduta sul pavimento, rimanendo tetraplegica…per sempre in carrozzella.

    Goditi queste invasioni pseudo-barbariche…:-)

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    • Grazie della tua spiegazione del mondo metal che mi è completamente estraneo. Condivido con te, mi sembrano persone tranquille, nonostante si nascondano dietro abiti e tatuaggi… kattivissimi!!!! 😀

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