
Le pause servono, hanno sempre un senso se si usano nel modo giusto. Dopo la pandemia è la seconda volta che ho smesso di ballare prendendomi un mese sabbatico.
Luglio mi è scivolato dalle mani: al mattino ho nuotato nella piscina all’aperto, sono stata ad un concerto, ho fatto un weekend a Veglia – da cui mancavo da tantissimi anni- una gita bellissima in mare, un’altra gita a Pirano arrivandoci in battello. E ho passato molto tempo da sola, in silenzio, tra me e me.
La pausa dalla vita sociale e dai social che oramai ne fanno parte, mi ha permesso di ritrovare il filo che unisce le mie parti più profonde, a volte anche oscure, ma integranti.
Ok, questa è la premessa. Poi, agosto è ripartito alla grande con una bellissima milonga a Parma: Violetas.
Una milonga molto conosciuta in un crocevia ideale per il centro- nord Italia, Friuli Venezia Giulia escluso: per noi 3-4 ore di macchina sono una costante.
È stata la mia seconda Violetas. La prima non è andata benissimo. Non ho quasi ballato, nonostante conoscessi -di vista e non solo- praticamente tutti i partecipanti.
Così, spinta da una certa voglia di riscatto (e anche dalla correttezza degli organizzatori), ho deciso di tornare. E ho imparato che le seconde chances vanno sempre concesse.
La seconda Violetas, anche per me, è stata come me l’avevano sempre descritta: una bellissima festa.
La location è incantevole: si balla in uno spazio al coperto ma senza le pareti, arioso e piacevole. La struttura che ospita la milonga è un ristorante attrezzato per matrimoni e banchetti e, a cena (fa parte del biglietto d’ingresso), si viene coccolati con un’offerta alimentare ricca, varia e di grande qualità.
L’unico neo è il pavimento di piastrelle che a fine serata si fa sentire su piedi e articolazioni. Ma tutto non si può avere.
I padroni di casa sono stati davvero molto gentili, augurandomi una bella pomeridiana. Così è stato. E sono rimasta davvero molto soddisfatta.
A Violetas si incontrano tangueros emiliano romagnoli, ovviamente, ma anche milanesi, toscani, veneti e non solo un mix stimolante e irrinunciabile. La formula pomeriggio+notte è assolutamente vincente, soprattutto per chi viene da lontano: si può fare una scorpaccitata di ottimo tango.
Dall’esperienza Violetas ho tratto una lezione che conoscevo molto bene, ma che ho dovuto ripassare: se non balli la colpa sei tu.
Devo ammetterlo: il mood energetico del ballerino, uomo o donna che sia, influisce pesantemente sulla scelta del partner.
L’energia che mettiamo nell’aria, pur in modo inconsapevole, non ci lascia scampo, parla per noi: se è negativa ci penalizza. Punto.
Credevo di essere di ottimo umore la prima volta. Ero curiosa, entusiasta di partecipare a una milonga che mi avevano tanto decantato. Invece qualche pensiero sotterraneo mi ha offuscato pesantemente. Morale: sono rimasta seduta a lungo.
Nella vita e nel tango è importante farsi un’analisi critica, evitando di dare colpe che spesso sono nostre, al di fuori.
Ho ancora il sapore di buono, quella vivacità e quella gioia che le belle tande ti lasciano addosso.
E pure una graziosa vescica sotto il piede, testimonianza fedele di ore ballate senza fermarmi.
A Parma il tango profuma di buono.
Le Violetas lasciano un segno delicato e profondo di tandas perfette.
Pimpra


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