SECONDO NATURA

campo_di_grano_tramontoSarà capitato a tutti voi di avere un periodo colorato di acciacchi vari, pruriti esistenziali fastidiosi, insomma un classico momento no.

D’estate, il gran caldo poi, esalta ancor più i malesseri.

Sentendomi un catafaro come non mi accadeva da tempo, e avendole provate tutte, mi sono ricordata di uno sciamano conosciuto tanti anni addietro che mise a posto i disturbi miei e dell’allora marito.

Ho preso appuntamento e ci sono andata.

Dall’analisi delle mie unghie, dalle domande, dal test chinesiologico è risultata una fotografia di una me parecchio disarmonica.

Detto fatto, dieta (MALEDIZIONE!!!), e un sacco di rimedi naturali per cercare di rimettere a posto, in armonica coesistenza, i distretti del mio corpo.

Voglio crederci con tutta me stessa, in primis perchè ho avuto un ottimo risultato tantissimi anni fa, in secundis perchè la medicina tradizionale non è mai riuscita ad aiutarmi a risolvere la problematica.

Acquisto i rimedi, accendo un mutuo (questo è il lato negativo di fare una scelta di medicina alternativa) e inizio.

Sapete che c’è? FUNZIONA.

E io non ci posso ancora credere, e mi pare che stavolta il problema che mi affligge troverà la soluzione. E quanto sono contenta.

Che poi, a voler ben guardare, il nostro corpo cerca di parlare sempre con noi che rimaniamo sordi alle sue richieste e ci ammaliamo.

Il solo problema, lo ripeto, è che per vivere “secondo natura” bisogna essere almeno benestanti e forse è anche questa una delle ragioni per cui, moltissimi di noi, evitano accuratamente tutte le scelte ed i percorsi naturali.

E dico che è un vero peccato…

Pimpra

Se volete approfondire, alcuni link interessanti: qui, qui

IMAGE CREDIT QUI

ESTATE

estate

La riconosco dall’odore. In scooter, al mattino.

Ogni stagione ha il suo profumo. A primavera è più facile, la natura esplode nei suoi fiori, l’erba nuovamente brillante, gli alberi si rivestono di fogliame.

L’estate è come una donna nel pieno della sua maturità sessuale. Non ha paura di guardare dentro le tue pupille, anzi le scruta, per trovare i tuoi pensieri nascosti.

L’estate è promessa. Di un “chissà” che forse non si avvererà mai ma che resterà fonte di tensione e desiderio.

E’ leggerezza, non è più affanno. Il corpo va, si lascia andare, è libero dalle corazze della stagione invernale.

I colori, le luci, i chiari e gli scuri cantano liberamente la loro melodia, non sempre in accordo, ma con grande energia.

E, così, estate mi sento anche io. Gatto sonnacchioso e ribelle, pipistrello, grillo, lucertola, gabbiano.

Ed è così che mi piace essere. Libera.

Pimpra

PRIMAVERA SIBERIANA

ramponciniNon resta che “mettersela via”, prenderla con filosofia zen, accendere un incenso, sorseggiare thè caldo e guardare, incolumi, fuori dalla finestra, lo spettacolo azzurrino dei cristalli di ghiaccio attaccati ovunque.

Sono felicemente bloccata a casa e, stavolta, lo stop forzato, non è dato solo dall’influenza che mi ha benedetta a fine marzo, ma dall’impossibilità di uscire di casa: il ghiaccio ha impacchettato di sè la strada, il marciapiede, la salita e, senza “jazzini” è impossibile non essere abbattuti dalla bora che sul pac trova terreno ideale per giocare a bocce con gli umani (scemi) che hanno deciso di sfidare gli elementi.

Allora pensiamo al palazzo d’inverno, alle corse sulle slitte, al tappeto peloso davanti al caminetto, al brandy, alle candele, perchè, ci piaccia o no, siamo nel mezzo dell’inverno!

Ogni perturbazione che si rispetti ha un suo nome e qui a Trieste, per l’occasione, hanno coniato un bel neologismo: “gelicidio”. Mi chiedo quale mente malata possa arrivare a tanto: i nostri vecchi che hanno visto di tutto nella loro lunga vita, magari si spaventeranno a questo nuovo annuncio “Gelicidio sulla città” ma che sarà mai?

I più audaci tirino fuori i loro “jazzini”, per tutti gli altri, una bella due giorni di “Slow down”…

Parola d’ordine: relax!

Pimpra

DI GRANELLO IN GRANELLO, IL KEFIR E’ PROPRIO BELLO

Granelli di kefir

In questi magri tempi di crisi si impara ad arrangiarsi, a condividere, a barattare. Per farlo tutti i mezzi sono leciti, in special modo i social network.

Leggo, qualche settimana fa, che un amico di faccialibro offriva i suoi preziosi granuli di kefir a chi fosse interessato.

E come potevo resistere alla tentazione? Mi faccio avanti e lui, gentilmente, mi fornisce la dose per lo start up iniziale.

Quando si inizia la produzione di kefir (se non sapete cos’è leggete qui) è opportuno creare una sorta di “rete di solidarietà” a protezione dei preziosi granellini bianchi.

Vi spiego: il kefir è un latte fermentato di tradizione antichissima, una volta che si parte i grani che servono alla fermentazione, nutrendosi di latte, aumentano di numero, sicchè, ad un certo momento, la sovrapproduzione va “smaltita”.

Ora, la logica razionale prevederebbbe un semplice sterminio invece, se i Baby-kefirini sono in mano femminili, possibilmente di un soggetto “anta”, che non ha figliato, che non ha una famiglia sua, scatta una sorta di accudimento molto vicino a quello che si prova per un animale domestico.

Eccomi, allora, a diffondere la voce di “adozioni kefiriane” alle persone qualificate che possano aver cura dei preziosi fermenti.

Matta, direte voi. Può darsi. Eppure, vi assicuro che i granuli sono rari e quando arrivano nelle nostre case vanno trattati bene.

Ieri ho affrontato le mie prime due adozioni, a due care amiche e … speriamo siano delle brave “mamme” pure loro!

🙂

Pimpra

PERCHE’ DIO HA INVENTATO IL MESE DI NOVEMBRE

http://www.rungitom.com/that-november

Mi sono sempre chiesta perchè, nel nostro calendario, ci fosse spazio per il mese di novembre.

Da me considerato come il più tetro, inutile, triste, melanconico, struggente, depressivo inquietante di tutti e 12 i mesi.

Non era meglio, per la sanità mentale di tutti, specie di coloro che hanno la sorte di vivere nel “nord” dell’emisfero, che so, far durare 60 giorni ottobre e poi proiettarci tutti a dicembre che, con la scusa del natale, ci distrae un po’ dall’inverno? Dal buio alle 4 del pomeriggio, dall’umidità, dalla nebbia e annessi e connessi?

Gennaio, febbraio e gli altri mesi ce li teniamo volentieri poichè, dalla boa di capodanno, le giornate incominciano impercettibilmente ad allungarsi e, facesse pure un freddo micidiale, la prospettiva è la primavera in avvicinamento.

A novembre, niente di niente. Si viene precipitati dentro il buio, la resa, l’immobilità, la fine della stagione precedente e dell’anno in corso.

Ebbene, oggi, invece di suicidarmi o di tuffarmi a 4 palmenti dentro la scatola dei biscotti al cioccolato, ho deciso di guardare con occhi “diversi” l’orizzonte che la finestra propone.

Il tempo fa proprio schifo, non c’è speranza. Grigio, immobile, lattiginoso. Terrificante.

Eppure… c’è una calma frenetica dentro l’aria, ricca di pensieri, di movimenti d’anime, di una vita dai colori solo meno sgargianti, più caldi e intensi.

Novembre è il tempo del silenzio, del dialogo dentro di noi.

E’ il momento di accordare i nostri stumenti, di ascoltare le note stonate e di metterci distesi ad ascoltare il silenzio, su un letto di foglie rosse.

Se riusciamo a sintonizzarci su queste frequenze, anche una giornata così diventa piena di significato e di ricche emozioni.

Una bella immersione nelle profondità di noi stessi, azione che di solito dimentichiamo di fare ma estremamente rivitalizzante per tutti coloro che non hanno paura di immergersi…

Pimpra

PAESE CHE VAI, MISURE CHE TROVI!

Una giornata di lavoro passata in una città molto vicina in termini chilometrici da quella in cui abitualmente vivo, ma distantissima sotto numerosi altri punti di vista.

Innanzitutto, molti degli udinesi che ho visto, riescono a raggiungere il luogo di lavoro in bicicletta (cosa inaudita per un triestino, considerati tutti i saliscendi che disegnano la geografia della città), molto spesso ci arrivano a piedi.

Gli udinesi, almeno quelli che ho visto io oggi e che sono dipendenti pubblici, al contrario di quanto pensavo, si vestono quasi peggio dei triestini (il che è tutto dire!) e usano anche in età non più verdissima, le scarpe da ginnastica per recarsi al lavoro (sarà l’effetto bici?)

Anche le donne portano spessi i capelli corti, non si truccano particolarmente, hanno, in generale, uno stile dimesso. Non sono appariscenti.

La mia osservazione riferisce alla fascia di età 30-50, perchè i più giovani, oggi, non si sono visti.

Ma la cosa che più di ogni altra mi ha fatto divertire è questa.

Finita la giornata di lavoro, sono andata a farmi un giro nei centri commerciali della zona. Guarda che ti guarda, arrivavo ad un certo punto della mia peregrinazione, al reparto intimo.

Ebbene quale stupore scoprire che gli scaffali erano fornitissimi di taglie che andavano dalla terza misura di reggiseno in su.

Sulle prime mi sono detta che era un caso, quando poi al quarto negozio visitato ho scoperto che di seconda se ne trovavo ce n’era solo una, mi sono messa a ridere da matti!

A Trieste, succede il contrario!!!

Io, che sono portatrice sana di una seconda misura, mai e poi mai ho avuto difficoltà a trovare la mia taglia! Semmai, amiche ben più fornite (4 e 5 abbondanti), loro faticavano un po’ a trovare biancheria che contenesse le loro grazie (a Trieste, lo ripeto!)

Mi ha messo un’allegria pazzesca prendere in mano le coppe che mi sembravano gigantesche, quasi enormi wock e immaginare le poppe delle donne che le indossavano.

Poi, tornata in me mi sono detta che, forse, sono più contente loro, con le formose grazie, di me, soprannominata un tempo da un caro amico “Carestia”! 🙂

Mi rimane, comunque, una voglia pazzesca di ridere!

Chissà cosa potrebbe osservare un friulano di passaggio a Trieste! Ci sarebbe tanto da ridere anche lì!

Pimpra

ESTATE INDIANA

Mi sveglio, poco convinta, alla solita ora. La sfumatura della finestra mi offre una visuale ancora ovattata di notte.

A colazione conclusa, godo finalmente delle prime timide sfumature di una luce che si fa via via più intensa.

Lo so, l’estate è già un ricordo che si stempera nella memoria.

Lo so, è autunno.

 

 

L’armadio guardaroba è nel suo momento peggiore – l’interregno – ovvero il passaggio ancora incompiuto, da una stagione a un’altra.

Ogni mattina è una sfida. A iniziare dal rito della “cipolla”. Strati casuali di abiti che durante la giornata, scivolano via e, verso il tramonto vengono indossati nuovamente.

In questo periodo di transito, anche la mia vita “transita”. Non ho ancora capito dove mi porterà l’inverno, che cosa farò.

Per il momento sto così, a godermi questi ultimi tiepidi raggi di sole di questa calda estate indiana.

Pimpra

 

W L’ERBA!

Sono una burlona, lo so. Chissà cosa vi sarà venuto in mente, leggendo il titolo…

Ci sono, in effetti, tantissimi tipi e qualità di erba, a partire da quelle che si fumano fino ad arrivare, molto più naturalmente, a quelle che si calpestano.

Ecco, è a queste ultime che facevo riferimento con l’esclamazione del titolo: evviva l’erba!

Ma ci pensate quante cose è bello fare su un manto erboso? Da bambina, appena il terreno lo permetteva, mi piaceva da matti rotolare giù dalla collina verdeggiante, arrivare a valle e risalire per godermi l’ebbrezza di quella corsa che faceva perdere l’orientamento.

L’erba ha un suo odore che muta a seconda della stagione, del tipo di pianta, dell’ora della giornata in cui l’annusiamo. Dopo la pioggia è uno dei profumi più struggenti, appassionati e melanconici che conosca.

Poi c’è l’erba consumata, calpestata di continuo, piegata dagli eventi atmosferici eppure sempre fedele al suo prato, unico baluardo attaccato alle zolle che la ospitano.

Questo è il manto erboso eroso e consumato da milioni di caplestii che ho amato oggi, l’erba del campo di atletica, dove ho ritrovato i sorrisi degli amici di sempre e il verde slavato che ha, una volta ancora, accolto il mio trottare tranquillo.

E gioire di una semplicissima sgambatina all’aria aperta è uno dei piaceri della vita, perchè nulla vi è di più fantastico della natura e delle sue forme!

Pimpra

VISITE DALL’AL-DI-LA’ (DELLA FINESTRA)

Presa a ticchettare sui tasti del pc, ad un certo momento sento distintamente battere alla finestra, mi volto e vedo il pennuto che mi guarda.

E’ stato un momento particolare, l’uomo e l’animale con lo sguardo fisso nelle altrui pupille, un’occhiata rubata alla vita dell’altro.

Lui mi osservava, dall’alto della sua libertà fatta di vento e aria. Chissà cosa avrà pensato.

Ha battuto il becco più di una volta, come volesse richiamare la mia attenzione e propormi di volare via con lui.

Oggi ero senza le ali. Peccato. Torna a trovarmi.

Pimpra

MONDO GATTO

La meravigliosa creatura a quattro zampe che mi accompagna da 12 anni e che amo profondamente, non ha capito che, il suo richiestissimo “servizio sveglia” deve assolutamente disattivarsi, nel fine settimana…

Puntuale come la pioggia quando lasci a  casa l’ombrello, si presenta in camera da letto un minuto esatto (come fa???) prima che suoni la sveglia. Come se volesse evitare ai miei padiglioni auricolari il fastidio di sentire, prima manifestazione di vita della giornata, l’orribile bip della sveglia, molto meglio un bel “miao” profuso con grande amore…

E’ forte la Pimpra, mi segue in bagno, in cucina, aspetta il suo cibo con la codona tirata su e uncinata in cima, chiaro segnale di affetto (così spiegano i testi di etologia). Poi inizia il lavorio delle mascelle, cric croc, il suono di qualche croccantino sotto i denti e, d’un balzo, è sul tavolo dove faccio colazione.

Lo schema è questo: tovaglietta americana con il necessaire, mug con il caffè, pc con fb, bottiglietta di yogurth. Da che  prendo posto la gatta si siede all’altezza dello schermo del pc, mi guarda deliziandomi con una serie modulata di fusa che dal collo arrivano ai polmoni guardandomi e socchiudendo gli occhi, in un momento di grande intimità tra noi due.

Non fa nulla, non mette il naso nel caffè e men che meno lecca le fette biscottate, mi fa, semplicemente, compagnia. E’ il “mondo gatto” di dire “buongiorno!”. Una grattatina sotto il collo è sempre molto gradita, le fusa che si fanno più forti e il momento di comunione reso ancora più intimo.

Solo chi vive con un gatto e ha imparato a comunicare con lui, mi può capire. Gli altri sicuramente diranno che sono animali egoisti, interessati solo al cibo e alla casa. Non è così, credetemi.

Comunque, ciò che stupisce è il loro dominio sul tempo, è come se sapessero sempre che ora è. Il gatto mi aspetta puntuale sull’uscio di casa quando rientro dal lavoro, più o meno alla solita ora e manifesta evidente disappunto se ritardo (non riceve cibo di sera, quindi la reazione non è collegata), è consapevole del giorno della settimana in  cui la notte non ci sono, insomma pieno controllo di quanto succede nella nostra vita familiare.

Adesso, mentre scrivo, il nostro rito a due si è compiuto e lei può dedicarsi al suo passatempo preferito… zzzZZZzzz in qualche posto morbido e caldo della casa…

E con questa bella immagine di serenità, Amici Cari, vi auguro di trascorrere un lieto fine settimana anche se, mi sa che sarete indaffarati con i preparativi che precedono il natale!

Pimpra

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