Sono una sostenitrice accanita della “poetica delle piccole cose”, istanti di vita quotidiana che si palesano allo sguardo carichi di bellezza.
Vivo in una piccola città del lontano nord est adriatico, uno scrigno di tesori disseminati qua e là dalle raffiche di bora.
Dalle alture del carso, le generose fronde degli ippocastani centenari delle osmize offrono un approdo di gioiosa tranquillità, fino a scendere in riva al mare, dove il respiro dell’Adriatico infrange, sugli scogli di Barcola, la sua risacca.
Un piccolo mondo fatto di tante delicate perle, le passeggiate in Cittavecchia, arricchite dalla gaiezza di numerosi localini che offrono ai curiosi ogni tipo di scelta enogastronomica.
Ai triestini piace fare festa. Nella consuetudine burbera di alcune giornate in cui i volti che si incrociano per strada sono piuttosto tesi, manifestando un conclamato fastidio, specie il lunedì, arrivata l’estate, si rilassano in un giocondo sorriso.
La casa è rifugio obbligatorio solo in certe gelide giornate d’inverno, quando la bora nera si impossessa della città frustandola con le sue spire di ghiaccio. Solo allora, le pareti domestiche diventano ricovero necessario e quindi amato.
Ma d’estate…
L’invito dell’amica del cuore a fare il “TOCETO” del tardo pomeriggio, a Barcola. Ci andiamo in scooter, in doppia, approfittando del tragitto per scambiare una trama fittissima di parole. La costa è popolata come fosse giorno, non me lo aspettavo. Si direbbe che verso le 18.30 ci sia proprio un “cambio di turno” tra coloro che hanno trascorso l’intera giornata al mare e i nuovi arrivati.
Il sole è basso e poco prima dell’abbraccio al mare, colora l’orizzonte di un rosa intenso che sfuma in una calda nota arancione.
L’acqua è tiepida, offre un’immersione di liquido amniotico, il corpo si rilassa lasciandosi accarezzare dalle lievi increspature del mare.
Dalla bisaccia escono due calici, una piccola bottiglietta e del melone a tocchi, l’aperitivo perfetto, nel luogo perfetto, con la compagnia giusta.
Tutto vibra di gioia satura che mi viene voglia di fare il ponte, lì, sul mio asciugamano. La mia amica si vergogna un po’ ma mi lascia fare, è abituata oramai alle mie stranezze.
Il tempo ci scivola sulla pelle umida di salsedine, mentre ci godiamo questi attimi piccoli ed estremamente preziosi.
Tu chiamala estate.
Pimpra
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