Dopo un fracasso di anni in cui ballo e frequento i luoghi sacri del tango, proprio adesso, nel momento della mia piena “maturità tanguera” sono assalita da un dubbio.
SCENARIO: la milonga (non importa se singola o incastonata nel contesto di un evento, quale che sia)
STATO D’ANIMO: io frequento perché desidero ballare. Punto.
COMPORTAMENTO: scelgo il luogo in cui stare e “attendo” l’invito, attivando l’energia positiva di uno sguardo aperto, oppure, segnalando molto chiaramente, e con rispetto, che in quel momento ho bisogno di riposo.
DUBBIO: mi sono resa conto di non dedicarmi all’aspetto “sociale” della faccenda, non chiacchiero quasi mai, salvo scambiare poche parole, sto per le mie, amiche/i presenti non importa.
La domanda secca che mi pongo: come verrà letto questo atteggiamento, questo modo di essere?
Ci ho pensato questi giorni, ospite di una maratona condita da persone assolutamente amabilissime, molte – peraltro – a me ben note, non ho scambiato parole quasi con nessuno. Mi sono detta “strano!” poi ci ho riflettuto e mi sono resa conto che non parlo quasi mai, salvo quando mi trovo a pasteggiare, lì allora sì che non mi ferma più nessuno.
Mi chiedo se questo modo di vivermi le serate/pomeriggi di tango sia capito, oppure se, per “buone maniere”, è opportuno dedicare del tempo anche alla relazione umana.
Dubbi, oggi dubbi…
Pimpra
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