Ogni città trendy di mare, ha le sue spiagge cool, luoghi in cui ritrovarsi e far bella mostra di sè, conoscere, frequentare, ammiccare, flirtare… e godere edonisticamente dell’estate, senza porsi troppe domande e darsi risposte inopportune.
Di sicuro definire Trieste una città trendy è, di per sè, una forzatura che, qui, siamo tutto fuorchè trendy.
Eppure…
Una domenica sulla riviera barcolana che, se me lo dicevano qualche anno fa, prendevo il revolver e mi sparavo un colpo secco alla tempia, passata a far finta di abbronzarmi, ma soprattutto ad osservare la variopinta umanità.
Qualcuno conosce “Barcola”? La riviera più assurda d’Italia.
Fino a pochi anni addietro si prendeva il sole a fianco alla strada panoramica che, dalle alture carsiche portava alla città: spettacolo di rara bellezza, il golfo di Trieste che, dai faraglioni si apre alla vista. Una volta giunti all’altezza del mare, gli occhi vengono premiati dalla visione di corpi danzanti o mollemente adagiati su teli colorati, lucidi di creme e sudore, bagnati, ma sempre belli, giovani e tonici.
Perchè arrivando in città si atterra nella parte di costa chiamata “bivio beach” e poi la Marinella e via via a scendere fino a raggiungere i Topolini e la pineta di Barcola.
Ogni tratto di costa ha il suo pubblico e i suoi corpi e le sue età…
Domenica ho fatto un balzo indietro nel tempo perchè, il Bivio della mia adolescenza era popolato dagli stessi frequentatori dell’epoca!
Li ho visti invecchiati, male per lo più. Alcuni ragazzi che allora mi mandavano l’ormone in fermento, mi hanno lasciato di stucco per il crollo del loro sex appeal: imbolsiti padri di famiglia, senza fascino e senza più luce negli occhi.
Attonita, ho continuato a scandagliare il popolo della domenica mattina dietro le lenti verdi dei Ray Ban, notando che il topless delle signore di mezza età è tornato di gran moda!
Le tette non più fresche delle mie coetanee esibite con appagante nauralezza, vicino alle pudiche (o sagge?) ventenni che, al contrario, indossavano convinte il due pezzi.
Al Bivio non si smette mai di imparare.
Il mio telo accanto a quello di un gruppo di culturisti.
Loro, piccoli Big Gim gonfi di steroidi, le loro compagne, gonfie bambole di silicone strafatte di ormone della crescita. … Avevano una voce maschia e roca che rendeva difficile distinguerle le une dalle altre.
Sono state due ore divertenti, passate a guardare in giro, a godere delle infinite sfaccettature dei comportamenti sociali degli umani che, mezzo svestiti, si incontrano…
… e non vi racconto dei lui in costume bianco… va là… 😉
Pimpra
Image credit da qui
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