Organizzare eventi di tango in questo periodo è diventata una vera sfida. Di settimana in settimana fioriscono nuove milonghe, maratone, festival, e chi più ne ha più ne metta. Tutti quegli incontri che potremmo definire “storici” vedono minate le basi del loro pubblico di fedelissimi, rischiando di chiudere o – peggio- di organizzare un evento fallimentare.
Nel weekend appena trascorso, solo in Italia abbiamo contato almeno due maratone, un encuentro milonghero, e numerose milonghe. È facile che la popolazione tanguera si disperda in mille rivoli facendo sì che i pienoni di un tempo possano diventare lontani ricordi.
Nonostante questo rischio, la varietà, se supportata da qualità di offerta e capacità organizzative, è sempre benvenuta, nella gioiosa illusione che la quota di tangueros aumenti e le giovani generazioni prosperino felici. E noi “antichi” possiamo divertirci insieme a loro, perchè no.
Premessa doverosa per definire il quadro tanguero attuale nel quale la storica maratona Romagna Porteña ci ha accolti a braccia aperte durante il fine settimana appena trascorso.
Il lunedì arriva una sola volta alla settimana. Meno male! Sono devastata di stanchezza ma con un morale così radioso come non mi accadeva da tempo.
Ovviamente la panacea dei miei fastidi esistenziali trova la sua cura nella calorosa terra dell’Emilia Romagna.
Ho trascorso un weekend pazzesco dove ho ballato come non mai (vedi il record di passi/giornata), con un tale gusto che fatico a rendermene conto.
La Romagna Porteña è una maratona con una storia alle spalle, solo io ne ho frequentate almeno 3 edizioni. Ci torno sempre con grande piacere ed ogni volta mi porto a casa un sapore nuovo, una nuova emozione.
Questa edizione ha spostato alla fine di settembre le sue danze, regalandoci comunque una piccola illusione d’estate. Certo trascorrere il fine settimana a Riccione senza sguazzare nelle acque del suo mare è curioso (alcuni l’hanno fatto eccome!), ma le attività extra maratona non sono comunque mancate.
Non so ancora quale sia il loro segreto ma la crew degli organizzatori ci sa davvero fare perché la sala è stata immersa di good vibes -musica pazzesca, ghiottonerie irresistibili e conseguenti abbracci indimenticabili!- per tutta la durata della festa.
Personalmente sono partita male il venerdì, troppo stanca della settimana, dalla giornata stessa di lavoro, dal lungo viaggio. Cenato, il mio corpo urlava di tuffarmi nel letto invece di andare a ballare. Al motto di “non si molla mai” mi sono presentata. Dovevo ascoltarlo: ho ballato con la fluidità di un asse da stiro, altro che giaguara danzante! Poveri ballerini che mi hanno presa quel venerdì sera, mi scuso anche da qui per la pessima ballerina che sono stata.
La notte di sonno, l’entusiasmo hanno fatto il resto e dalla pomeridiana di sabato non mi sono fermata un attimo. Tanda dopo tanda un piacere a crescere, una gioia che mi ha preso ogni cellula.
30.000 passi non sono pochi specie se ballati per la quasi interezza. E sono la testimonianza più grande che una maratona costruita con il cuore si fonde con il cuore dei suoi partecipanti regalando emozioni belle, di quelle che ti porti a casa.
Non mi resta che passare dalle mani della mia fisioterapista per rimettermi in sesto tutti i pezzi di corpo che mi fanno ancora male per giocarmi i prossimi 30.000 con la stessa allegria!
Romagnoli siete una garanzia!
Pimpra
IMAGE CREDIT Alessandro Demontis .
Ps Qui la Pimpra nella sua versione “asse da stiro” tra le mani di un pazientissimo e adorabile tanguero.



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