
Alzi la mano chi non ha mai stramaledetto la tanda eseguita, magari per distrazione, con un “medioman” tanguero.
Dicesi Medioman tanguero quel tanguero che dopo percorsi di studio o frequentazione di più o meno svariati corsi di tango, non riesce ad esprimere interpretazione della musica, propone una due o tre sequenze di passi che sono sempre uguali, balla tango-milonga-vals, Pugliese, D’Arienzo, Troilo come se fossero la stessa cosa. Insomma il leader che è la classica X sulla schedina del piacere: non si può dire un disastro ma neppure un fuoco d’artificio, ma, soprattutto, si connota per essere troppo prevedibile.
Per non fare sconti a nessuno, esiste la medesima figura pure per lei. La Mediowoman tanguera è quella follower senza infamia e senza lode, quella che, sente D’Arienzo, Pugliese o Vargas, non modifica nulla nella sua energia, nei suoi movimenti, come se l’onda potente delle note non la riguardasse.
Si muove facilmente, leggera, come una foglia al vento.
Personalità non pervenuta.
Quando due medioman si incontrano nell’abbraccio ce ne accorgiamo: lui impasta le sue sequenze tutte uguali, lei lo segue con distacco. Manca la scintilla, quella connessione vibrante di anime.
Non posso smettere di chiedermi perchè ostinarsi a ballare così, senza colore, con poche forme, senza varietà, almeno energetica.
Allora penso entrino in gioco dinamiche più legate alla psiche che al puro sapere tanguero.
Il leader sente di aver bisogno del controllo per evitare l’errore. Tiene saldamente la regia della tanda. Immagina che un pacchetto preconfezionato di passi/strutture/movimenti possa soddisfare la follower.
Spesso accade che lei non si prenda spazio, non osi, non si esponga. Sta e basta. Quasi passiva mi verrebbe da dire, anche se a marca, esegue.
Qui sta il punto: eseguire non è ballare.
Esecuzione è movimento, gesto, linea. Senza l’emozione che nasce dall’incontro tra musica e abbraccio rischia di essere una combinazione vuota. Magari eseguita tecnicamente in modo ineccepibile, ma assolutamente priva di scintilla.
Ogni danza necessita di un bagaglio che deve necessariamente essere tecnico ed espressivo.
Il tango argentino credo possa essere una delle massime espressioni di questa diade: corpo e cuore.
Come follower mi aspetto, specie da leader navigati, la capacità di ballare per esprimere, non per muoversi. Se voglio solo muovermi, vado in palestra.
So che è molto difficile, specie per il leader: gestire la ronda sempre più impazzita, impegna moltissimo la concentrazione portandola via alla creatività della tanda. Ciononostante vorrei un leader che si sentisse libero di osare anche se- a causa di forza maggiore, il rischio di sbagliare è più alto.
Preferisco una tanda “sporca” ma vissuta, goduta e complice, al compitino ben eseguito.
La modalità “medioman/woman” è forse legata alla stanchezza?
Dopo 5-6 ore ininterrotte di ballo, arriva il momento in cui i serbatoi di energia, vitalità, creatività si esauriscono. E’ quello il momento di togliersi le scarpe e andare via.
Nunquam in medio.
Almeno proviamoci. Ogni volta che entriamo in quell’abbraccio.
Pimpra
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