UNA GIAGUARA IN PALESTRA

I miei amici sanno bene che il 2019 rappresenta, per me, uno di quei giri di boa della vita che si ricordano.

Dopo un primo periodo, l’anno scorso, in cui alla sola idea impallidivo, scollinato con il doveroso sollazzo la fatidica data, mi son detta “Pimpra, sai che c’è? Adesso devi stare solo bene stai nel tempo della totale libertà, non devi dimostrare più niente a nessuno e, insomma, te la puoi godere!”

Questo atteggiamento positivo ha mosso i miei primi passi in questa nuova fase storica della vita, regalandomi – finalmente! – quella serenità d’animo che avevo perduto.

Anni o non anni in più, resto quella di sempre, una “triestina d.o.p.” ovvero una donna indipendente, libera e sportiva. E tanto altro ovviamente, ma vado fuori tema.

Per farla breve, mi sono detta che i giochi della maturità sono tutti in mano mia. Ci hanno provato più volte a smorzarmi l’entusiasmo con concetti tipo “Sparati le tue ultime cartucce” e amenità del genere che, in un primo tempo, mi hanno malamente ferito ma, fortunatamente, hanno fatto sì che riflettessi seriamente su chi sono e su quello che voglio per me.

Morale della favola: STICAZZI.

La vita è bella a prescindere. Non accetto di avere attaccata addosso l’etichetta con la mia “data di scadenza”. Questo non significa che non sia ben consapevole che non posso (e non devo) fare tutto, è corretto sintonizzarsi con il periodo della vita dove si è ma ciò non significa implicitamente “morire” (prima del tempo).

Quindi, il primo passo è stato iniziare a prendermi cura di me, specie in questo delicato passaggio per noi signore. Detto fatto. Sono una donna che è sempre stata aperta al nuovo, ho sempre fiutato l’aria e percepito ciò che cambiava e così ho deciso di sperimentare un allenamento personalizzato con coach a distanza.

Non si tratta precisamente di sport, anche se 4 sessioni intense in palestra ci sono, ma sono tutti esercizi mirati e costruiti per il miglioramento della mia particolare carrozzeria.

Eh già, perché se a 20 anni uscivi fresca fresca dal concessionario, adesso ci torni per fare il tagliando sempre più spesso, oramai sei macchina d’epoca, una affascinatissima macchina d’epoca, nel mio caso che so, una Jaguar anni 60? 😉

E ci vado in palestra, ligia, motivata, leonessa e giaguara con la voglia che sempre mi ha contraddistinto di impegnarmi e fare fatica. I risultati, piano piano, come si conviene in questa fase di vita, stanno arrivando, motivandomi vieppiù.

E quando sono in sala a sudare con i pesi, mi guardo intorno e vedo solo beata gioventù, ragazzi e ragazze di 30 anni di meno, con i loro corpi ancora verdi, acerbi e … una sottile malinconia si insinua, non posso negarlo.

Poi, osservo meglio e monta un moto di ilarità guardando la beata gioventù, i maschietti in particolare, che pompano pettorali e braccia come assassini, per diventare “grandi, grossi” e, probabilmente, fare colpo sulle loro coetanee. E rido perché sembrano dei polletti, tutti grossi di petto con stuzzicadenti al posto delle gambe. Ridicoli, teneramente ridicoli.

C’è qualche uomo coetaneo, di quelli che si salvano ancora dagli assalti del tempo, quelli che non hanno ceduto malamente alle lusinghe della tavola e della noia matrimoniale, sono ancora belli e armonici, frutti di sport praticati e vissuti.

Anche loro, come me, sono leoni con la criniera grigia quando non bianca (o senza criniera), ma sempre maestosi, regali.

Mi rimetto le cuffiette e riprendo gli esercizi, la giaguara spaventa e più di un “Prego Signora, faccia pure” non hanno coraggio di rivolgermi la parola.

ROARR! 🙂

Pimpra

IMAGE CREDIT DA QUI|

50 SONO I NUOVI 30.

Arriva il giorno in cui, uno scrittore francese, tale Yann Moix, decreta che le donne a 50 anni non sono più… trombabili
(mi si passi l’eufemismo)  “Mai a letto con una 50enne” (cit.).

Lui di anni ne ha 50 e dichiara che le donne coetanee non sono visibili le sole da tenere in considerazione sono le 25enni dai corpi superlativi.

Mi fa male sprecare anche una sola parola per definire un soggetto che, nella sua totale libertà di pensiero/espressione, attacca un’etichetta così drastica a tutta una categoria di persone. Le generalizzazioni sono un errore di principio.

Apprestandomi a entrare nel dorato mondo degli “anta anta”, non posso che verificare come, una volta di più, le età della donna vengano malamente colpite, quasi a voler annientare la forza interiore che, noialtre, crescendo, abbiamo acquisito.

Pertanto, se da un lato la suggestione del signor Moix mi scivola di dosso, dall’altro una riflessione si impone.

Ma io, come mi sento adesso? Questa fatidica soglia segna così negativamente una donna o è solo un numero sulla carta di identità?

Difficile rispondere, secondo me. Da un lato c’è la società che etichetta per cui, volenti o nolenti, siamo nella schedatura del “in fase di scadenza/quasi scaduto”, dall’altro lato però, se abbiamo lavorato bene con noi stesse, credo si possa parlare finalmente di un giardino che ha preso la sua forma, i suoi colori, la sua massima espressione di bellezza.

Il nodo centrale, al solito, è sempre lì: la bellezza del corpo.

La giovinezza domina sull’altra bellezza, quella dell’essere che, all’opposto, migliora e si arricchisce con il tempo e non corre rischi di sfiorire.

Come affrontare dunque il momento? Di certo non dando peso alle parole di un uomo qualunque.

Conosco molti amici che la pensano allo stesso modo e vedo, da sempre, accompagnarsi a donne giovanissime. Per loro è una ricerca senza fine, la forbice della differenza di età con le partner aumenta all’aumentare dei loro anni, producendo coppie sgraziate in cui l’uomo da compagno diventa padre quando non nonno. Si vedono andare abbracciati alle loro “bambine” che li guardano con occhi carichi di meraviglia e loro gonfiano il petto di orgoglio per questa giovinezza di riflesso che li accompagna.

Non giudico le scelte di nessuno che sono e devono restare libere. Non accetto però etichettature e date di scadenza, ognuno è come è, ognuno vive e ama e scopa come meglio gli pare e con chi preferisce.

Purtroppo, il peso sociale che porta la perdita della gioventù rimane a carico delle donne, l’uomo, invecchiando, migliora. Tradotto potrebbe leggersi che – forse – diventa meno coglione (quanti eufemismi oggi!). Ma la regola non vale per tutti, sia chiaro. La donna non ha chances, su di lei l’invecchiamento biologico fa perdere ogni charme, ogni interesse, ogni carisma perché domina esclusivamente il fattore corpo.

Credo fermamente che tutte queste siano solo gabbie mentali, credo che il valore, la bellezza assoluta di ognuno di noi sia un mix plurivalente di elementi, di esperienze, di sfumature.

Mi accingo a varcare la soglia con il sorriso e con la consapevolezza di chi sono. Certo, guardo agli anni verdi con un delicato ricordo e una spruzzatina di malinconia perché, la donna che sono diventata oggi, se li sarebbe goduti molto di più.

Ingrediente essenziale di “gioventù” è l’amore per noi stessi. Senza siamo già vecchi a 20 anni.

Quindi, per celebrare coerentemente questo lungo panegirico, vado in palestra perché gli edifici d’epoca, richiedono maggiore manutenzione.

Olè.

Pimpra

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