In questo curioso periodo di stop e riflessione, razzolando, come amo fare, in giro per il web, ho potuto constatare come, alcuni portatori di “successo sociale” siano, in qualche modo, dei “predestinati”.
Parto da una fashion blogger italiana, divenuta famosissima a soli 24 anni, è anche un gran figa, bisogna ammetterlo, ma ciò che più mi ha colpito è l’istinto per il business, la leva motivazionale verso il successo.
C’è un’altra ragazza (ne ha 26) che ammiro molto, scrive d’incanto, è spavalda e colta e comunica divinamente (clicca qui) blogger pure lei che ha infilato un successo editoriale dopo l’altro. E penso che li meriti, brava!
La lista è, ovviamente, molto lunga e mi ha spinto a riflettere sull’origine del successo e/o dell’insuccesso sociale di una persona.
Sociale perchè, per essere definiti “di successo”, bisogna che la comunità se ne accorga, sappia chi siamo, ci veda, ci segua, sia interessata – in qualche modo – a noi.
Ci sono le persone che vivono il loro status in modo positivo, e regalano ai loro “follower” spunti interessanti, anche di crescita, altri che sono famosi essendo “famigerati” (mi vengono in mente, che so, gli stupratori o qualche altra categoria di “brava gente”).
Pensando al successo positivo, mi chiedo quale sia quel magico ingrediente che bisogna possedere (o procurarsi) per emergere dalla massa, distinguersi nel piattume generale della società e brillare di luce propria.
Io, ovviamente, non ne ho idea.
Io, ovviamente, non sono una persona di successo.
Non so se si tratta di una volontà di ferro nel credere a se stessi, alle proprie capacità, oppure se si tratta di avere una “visione” così forte che spinge al “tutto per tutto”.
Haimè, in questa mia considerazione, non entra in alcun modo il successo che chiamo “silente” che è ciò che intendo per la realizzazione animistica della persona. Il successo dentro le mura di casa propria, quello che pochi vedono e che pochi godono. La famiglia, gli affetti più profondi, la perfetta armonia della persona con tutto l’esistente.
E qual’è, invece, il virus contrario, quello dell’insuccesso che vediamo un sacco di persone veramente capaci, in gamba, meritevoli e degne di avere buoni risultati, infilare una disfatta dopo l’altra. L’elemento “sfiga” non è la risposta giusta.
Insomma, il successo sociale, dove ha origine? Quale pedigree bisogna avere per conquistarselo?
Nel mio “mondo panda” non sanno darmi la risposta…magari Loro hanno un genoma in più nel dna… 😉
Pimpra
antigonewoland
/ 28 novembre 2012onestamente del successo come blogger non mi è mai fregato un cacchio. Anzi pur avendo nei miei link molte blog star, pur ridendomela di gusto quando leggo i loro post (come i consigli per il terrone mignante a milano di memorie di una vagina). Non mi interessa essere come loro: non li invidio nemmeno. Ho passato pure io il mio periodo come drogata da internet (che mi ha regalato 6 milioni di bollette della telecom in un’anno e mezzo) e tutt’ora ne faccio obiettivamente un certo uso spropositato ma…preferisco vivere, preferisco osservare le storie che leggo nella realtà di tutti i giorni, guardandoli negli occhi.
Ecco, preferisco ora indossare degli splendidi e caldi stivali di gomma e andarmene alla ciclofficina da mirko e tra un sorso e l’altro di birra del vicino discount, dipingere una bici, pensare a come posizionare meglio le nostre creazioni nella vetrina. Preferisco addirittura andare giù al rainbow e ascoltare gli sproloqui di una pazza borderline. Ecco.
credo che ognuno abbia la propria strada del successo, magari come dici tu è il cosiddetto successo silente…
E qui non si tratta di fare come la volpe e l’uva. Ognuno si sceglie il successo che preferisce, sia anche quello di primeggiare elencando le varie disgrazie cui è andato in contro, che ci vuoi fare, esistono pure queste persone qui.
🙂
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PIMPRA
/ 28 novembre 2012Carissima Antigone, effettivamente, a ben vedere, ho citato solo l’esempio di 2 blogger, ma la mia mente pensava anche a molte altre persone, nei più svariati campi.
Credo, come te, di essere fautrice del “successo silente”, ma la curiosità che mi anima, di caPire certe dinamiche del mondo, mi spinge a chiedermi come mai, certi riescono in tutto e altri no o molto molto meno… 🙂
Evviva la ciclofficina di Mirko, il rainbow e i matti… 😉
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antigonewoland
/ 28 novembre 2012mah forse sono persone dal successo silente pure loro, che ne sai. oppure, molto più verosimilmente continuando a lamentarsi delle loro sfighe si focalizzano su queste, perdendo di vista tutte le opportunità in cui avrebbero successo. Perchè ci sono, pimpra. Solo che se siamo focalizzati solo o sul successo degli altri o sui nostri insuccessi perdiamo di vista il resto. E per di più attiriamo nuove sfighe.
Gli imprevisti e le opportunità secondo me sono due aspetti che vanno considerati per quelli che sono…valutando però come noi possiamo reagire ad essi. Perchè è l’unica cosa che possiamo fare.
ora esco che sono in ritardo…:-) coi miei stivaloni da battaglia ciclistica urbana…:-)
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teacher
/ 29 novembre 2012e te stessa, medesima, dove metti? 🙂
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PIMPRA
/ 29 novembre 2012Con chi parli Teacher? e “dove metti” cosa/chi? … ho il neurone stanco, abbi pazienza… 😉
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