Da non credere. Per stare bene, in salute, devo attenermi a una rigorosissima dieta. E quando dico “rigorosissima” non scherzo.
Un finale d’estate passato a depurarmi, con successo, mangiando come una monaca buddista, senza vino, senza aperitivi, senza gioie del palato. E il risultato è arrivato, lo riconsco. Meno 4 kg, asciutta come mai ricordavo di essere stata, in forma smagliantissima (ciao ciao alle tette dato a metà cura, ma pazienza), piena di energia e umore positivo (ma quale donna non lo sarebbe quando l’ago della bilancia si fa più leggero).
Poi, un periodo complicato, lavoro e vita privata ed ecco che il rigore alimentare viene meno, nulla di grave ma, il purismo dei mesi precedenti, resta un lontano ricordo.
Con le tossine dell’inquinamento cellulare, svaniscono – inesorabilmente- le straordinarie endorfine acquisite in precedenza.
Morale: giù di balla da morire, la vita che va storta, si ferma ed io al palo.
Eppure credevo che, il tempo che non riesco a dedicare ai fornelli, potesse essere egregiamente sostituito con il pasto-beverone. Invece, su di me, STICAZZI, è come se il corpo si rivoltasse alla chimica (anche se l’etichetta del prodotto rimanda indiscutibilmente a qualcosa di “verde”).
Il corpo non mente. Mi dice che devo avere vita regolare (l’opposto esatto di quanto canta l’amato Vasco), pasti equilibrati e sani, ritmi biologici giusti, umani.
Insomma il corpo vuole essere trattato con rispetto, con il rispetto che merita per tutti i servigi che rende.
E, sticazzissimi, non ho alternativa che ascoltarlo!
Pimpra
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