A volte, ma molto raramente, mi capita di invidiare gli scolari che affrontano la partenza del nuovo anno. Ricordo distintamente il profumo dei quaderni nuovi, il diario da scegliere che poi rimaneva territorio delle più disparate scritte, collage, biglietti, e mai utilizzato per appuntare i compiti per casa.
I libri nuovi i cui dorsi creavano la gobba tra le pagine che, per le prime settimane mi divertivo a non sgualcire. La ricerca delle penne che scivolassero veloci sulla carta che io, di tempo da perdere, non ne avevo mai.
Cresci e, se sei tra quelli che hanno fatto famiglia, ogni anno ti rivivi queste emozioni e questi stress sulla pelle dei tuoi figli.
Se, invece, di figli non ne hai, ti godi la partecipazione alla maratona Colegiala. Punto e a capo.
La mia seconda volta, come se, passata la prima edizione, fossi stata promossa a partecipare alla seconda, insomma, non mi hanno bocciato! Che soddisfazione!
La maratona delle “banane” che gli organizzatori, alla prima edizione, avevano fatto male i conti con i rifornimenti per i maratoneti e, per non buttare caschi e caschi del frutto dell’amore, esortavano i ballerini a rifocillarsi delle preziose “merendine della natura”.
Vabbè la location è da urlo, unica nel suo genere, Torre Marina, colonia estiva per i figlioli degli operai della Fiat. Architettura stile fascio (1933) che riprende fedelmente gli interni della fabbrica del Lingotto. Una poesia per gli amanti del genere.
Ma quest’anno i prodi organizzatori, una squadra fantastica di toscanacci (e non solo), ci hanno regalato tante piccole chicche che hanno fatto la gioia dei partecipanti, per un attimo, ritornati alla stagione del grembiule.
Eppure, per me, il dì di festa, la sublimazione di ogni maratona sono le pomeridiane del sabato e della domenica.
In questa, in modo particolare, ho vissuto e goduto una tale catarsi emotiva e fisica che mi ha letteralmente prosciugato le forze e saziato la voglia di ballare il sabato notte. Una pomeridiana che mi ha vista seduta per il tempo di mangiare una mela e bere un caffè, per il resto sempre in pista.
Una scarica di adrenalina gioiosa così forte che, mi stupisco di come sia possibile fare accadere un tale miracolo. Chiedevo al traghettatore musicale del nostro delirio tanguero, sua Maestà Mauro B., quale fosse l’ingrediente segreto per far scattare così tante scintille di luce tanguera e una buena onda come non si vedono spesso in giro.
La risposta, chiara ed essenziale “Avete fatto tutto voi. Io non ho spinto come faccio di solito, ma eravate incontenibili”.
Allora è facile intuire quale e quanta magia ci abbia regalato questa splendida maratona, e facciamo che invece di chiudere la bella stagione, la Colegiala apra le danze del tempo che si fa più fresco, più intimo ma non meno di tango vorace!
Quest’inverno mi impegno e studio! Non voglio essere bocciata!
GRAZIE COLLEGIALI TUTTI! ❤
Pimpra, II° elementare
Alidada
/ 26 settembre 2016bel ricordo 🙂
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