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Trieste è una città particolare.
Può piacere immensamente, entrare nelle profondità dell’animo di colui che sa vedere con gli occhi giusti, oppure essere un luogo ostile, fastidioso e strano.
Trieste resta una acerba fanciulla all’approssimarsi dell’età adulta e una vecchia signora nello stesso istante.
Trieste è un punto lontano e indefinito sulla carta geografica. Eppure, dal suo dove stemperato da un vicino confine, manda il suo canto di sirena da molti percepito e, accolto.
La città canta sempre la più seducente delle sue melodie in autunno, quando le foglie del carso si tingono dei toni più caldi di un tramonto infuocato.
Trieste chiama. E’ il momento di incontrarla e di innamorarsene.
Domenica si celebra il rito di passaggio dall’estate all’autunno.
Migliaia di vele disegneranno il cielo del Golfo rincorrendosi in una sfacciata, competitiva e rutilante regata.
Potrei dire “La Regata”, da anni la più frequentata del Mediterraneo.
Ma non è questione di numeri. E’ l’atmosfera.
Da stamane si respirano i primi delicati accenni di Bora, venuta a far visita alla città di cui è regina indiscussa. Senza, Trieste non ha senso. Trieste non è.
Domenica, insieme a mille altre persone solcherò il mare dove ogni triestino si specchia, almeno una volta al giorno.
Domenica vivremo le emozioni e l’adrenalina che ci accompagneranno sulla linea di partenza, tra mille barche.
Domenica Trieste indosserà il suo abito più bello. L’abito che si chiama BARCOLANA.
… Fate ancora in tempo a venire all’estremo Nord Est, saremo lieti di condividere con voi il nostro rito di passaggio!
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Pimpra
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