Quando ero bimba i miei mi hanno sempre detto che, se volevo la bici, dovevo pedalare. Se una cosa la desideri, ti fai il mazzo per ottenerla. E quando l’hai ottenuta, ti impegni per mantenerne lo status quo.
Inutile aggiungere che la mia vita è costellata di salite difficilissime, di piccole vette conquistate solo con sudore e lacrime. Ma sono mie, senza dubbio. Sono “successi” che ho fortissimamente voluto, desiderato, cercato e ottenuto.
In tutto questo, posso aggiungere di non avere fatto morti per strada, di essermi piuttosto riempita di ferite ma senza MAI ledere l’interesse o l’esistenza del mio prossimo.
Se vuoi correre, e ti piace farlo da competitore, ti devi allenare alla morte e sperare che, il giorno della gara, il tuo corpo stia bene e sia capace di rispondere allo stimolo, altrimenti ciccia, sono sempre e solo cavoli tuoi.
Tutto questo pippolotto per dire che oramai il mondo è infestato di una categoria di donne che definisco “uomini a metà”, il che è di per sè un errore biologico, ma cosa non vi è di “sbagliato” in questa società?
Mi riferisco a tutte coloro che amano detenere lo scettro del comando, nel lavoro, nella vita personale ma che non sono assolutamente in grado di dirigere, di essere veri leader e si limitano a un’azione di mero “autoritarismo” (non vi è peggior “capo” di quello autoritario) perchè prive delle necessarie, imprescindibili capacità di essere al comando e della fondamentale “autorevolezza”.
Sono quelle che alzano la voce, parlano in continuazione e ti parlano sopra, interrompono, hanno sempre un esempio da portare che a loro è successo qualcosa di più che a te, rispondono al telefono anche quando sono in riunione perchè non sanno dare e darsi le corrette priorità.
Questi soggetti, ovviamente, desiderano essere sempre al centro, visibili, riconoscibili, conosciuti, il loro nome deve circolare. Non importa come se ne parla, ma tutti devono essere al corrente della loro esistenza.
Coloro, ovviamente, che nulla sanno di quali siano i corretti comportamenti organizzativi, al primo problema sganciano un’ansia nucleare che, come una bomba, scoppia sulla testa di tutti, perchè, coloro che tutto vogliono fare, che sempre vogliono esserci e dire la propria, forse, non si rendono conto che non hanno le capacità basilari per il posto che ricoprono.
Perchè peggio di un uomo che non sa comandare c’è sicuramente una donna che non sa farlo.
Amen.
Pimpra
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antigonewoland
/ 17 gennaio 2014devo dire che concordo al 100% per cento con te.
Purtroppo gran parte delle donne “in carriera” si ostinano a voler essere una brutta copia del maschio senza capirne ne le dinamiche cognitivo comportamentali (molto diverse da quelle femminili) e quindi senza averne le capacità. Si illudono che imparando la teoria e asservendosi pesissequamente alle strategie inventate dai maschi per i maschi basti.
Dall’altra però nelle relazioni pretendono di essere trattate come vere donne quando per la maggiorparte del loro tempo disconoscono la loro parte cerebralmente donna, pensando che non sia adatta. Col tempo non sapendo più entrare
Ovviamente poi se hanno famiglia figli passano il tempo a lamentarsi del loro doppio lavoro…
Noi donne invece dovremmo essere femminili sempre, dovremmo essere noi senza temere di essere da meno dei maschi, per quanto in nostro potere, e viceversa gli uomini… che possono certamente sviluppare un proprio lato “femminile” senza però strafare e senza timore di essere da meno, apportando la loro ricchezza caratteristica maschile nel mondo delle donne.
Io che in italia si sia molto mistificato e malcompreso il concetto di uguaglianza di genere e questo a svantaggio di molti. Cercando di cancellando le identità di genere nella speranza che uniformando e appiattendo le naturali e necessarie differenze identitarie dei generi sarebbe andata meglio.
“Se io ho una mela e tu una mela e ce le scambiamo, avremo sempre entrambi una mela. Se io ho un’idea e tu un idea e condividiamo reciprocamente ognuno di noi avrà due idee.”
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PIMPRA
/ 17 gennaio 2014Ben detto, Antigone!
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Alessandro
/ 17 gennaio 2014Alcune cose da te scritte sono valide anche per gli uomini
Nel mondo del lavoro esistono molti uomini che non sono dei veri leader ma, come dici tu, si limitano a un’azione di mero “autoritarismo”
Ci si confonde spesso tra autorità e autorevolezza
Puoi avere l’autorità perchè ricopri un certo ruolo ma non necessariamente hai l’adeguata autorevolezza per svolgerlo.
Comunque , in merito “al capo” , resta valido il “principio di incompetenza” di Laurence : “ogni dipendente tende a salire di grado fino al proprio livello di incompetenza” … paradossale ma vero !!!
A mio avviso nel mondo del lavoro le donne sono brave a farsi la guerra tra loro mentre i maschietti sono più solidali.
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PIMPRA
/ 17 gennaio 2014Ciao Alessandro, sulla guerra tra donne… hai detto una verità sacrosanta.
Sulla legge fi Laurence… PURE! 🙂
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Pinzalberto
/ 17 gennaio 2014Quello che sembra una piccola crepa nella tua vita è una voragine della società. Non sono d’accordo sulla differenza di genere, premettendo che per me la donna deve essere sempre femminile, ma chiunque, in base alle proprie capacità, ha lo stesso diritto di carriera. Purtroppo siamo in Italia e la meritocrazia è molto rara, basti vedere come siamo conciati al governo. Chi dirige raramente conosce il mestiere, e si affida totalmente ai collaboratori. Da qui parte la lotta di classe. Effettivamente, se dobbiamo dare dei numeri, è più facile vedere una donna nella situazione che hai descritto. Così ne ho conosciute tante nella mia vita, in ogni posto dove sono stato. Ma ti posso assicurare che anche gli uomini non scherzano. L’unica differenza è l’approccio: l’uomo è più diretto, scontro faccia a faccia, deve fare il maschio alfa. La donna è più manipolatrice, te lo mette con un sorriso. E noi dobbiamo fare la parte dei coglioni. D’altronde la vita parte da lì…….
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PIMPRA
/ 17 gennaio 2014Premetto che rimane indiscutibile la medesima possibilità della carriera per entrambi i sessi, non posso nascondere il fastidio che provo a vedere le donne che scimmiottano in negativo, i peggio difetti dei maschi alfa.
Noi abbiamo tutto da perdere. La società ci perde. Io dico, peccato….
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