O’ SOLE MIO!

LatoB

Trieste è una città adorabile.

Piccola quanto basta, senza essere eccessivamente provinciale, storicamente “metropolita” per ragione del suo porto, asburgica per vocazione, orientale per posizione geografica, strana per i suoi abitanti.

Soffermiamoci sulla razza dei triestini.

Innanzitutto sarebbe divertente capire in che cosa consta la “stirpe”. Con una semplice parola, ce la caviamo con un “bastarda”. Non voglio offendere nessuno, sia chiaro, ma noi triestini, siamo mix di tanti popoli, di tante genti, di tante storie.

Siamo confine, siamo porto, siamo est e nord est. Siamo semplici e complicati, ciarlieri e profondi, intellettuali e mercanti.

E poi, siamo amanti del sole.

Chi ha il piacere di razzolare in città si accorge con stupore che, dai primi raggi del disgelo (e qui quando fa freddo, fa freddo), gli ameni abitanti si presentano in quel di Barcola o ai Topolini o al Pedocin per godere delle prime carezzine del sole.

E’ qui che il triestino si distingue da tutti gli abitanti della costa regionale. Egli riesce ad esprimere un grado di coloritura vicina al cioccolato fondente dal  mese di marzo (in stagioni “normali”, quest’anno ha posticipato per necessità, ma non si è fatto trovare pallido ai primi assalti del sole, arrostendo la pelle sotto le lampade abbronzanti).

La sottoscritta, figlia maggiore della mozzarella di bufala, e perciò portatrice sana di efelidi, cuperose, nei e quant’altro legato ai danni provocati dall’esposizione sconsiderata, vuole mandare un’appello ai suoi concittadini affinchè prevengano i danni gravissimi che il sole moderno regala.

Avere il colore del cuoio di Russia, oltre a non essere precisamente segno distintivo di eleganza, può portare i seguenti danni:

  1. invecchiamento precoce della pelle
  2. tumori della pelle (nel migliore dei casi il basalioma, nel peggiore il melanoma)
  3. macchie
  4. rughe che più ne ha più ne metta
  5. pelle cadente
  6. ecc ecc

Il sole è nostro amico se proteggiamo la pelle con le creme a fattore protettivo (dalla protezione 10 in su, sotto come niente), se evitiamo di cucinarci dalle 12.00 alle 15.00, se ricordiamo di rimetterci la crema per più volte durante l’esposizione e dopo i bagni.

Ecco, zia Pimpra ha detto quello che doveva, perchè vede in giro troppi concittadini letteralmente “bruciati, cotti, invecchiati” ed è dispiaciuta perchè vorrebbe vedere tutti sempre sani, belli e giovani!

BUON SOLE!

Pimpra

Image credit da qui

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5 commenti

  1. antigonewoland

     /  4 luglio 2013

    io sono una di quelle che odia le creme e del resto non apprezza nemmeno tanto l’idea di fare la lucertola. Insomma il sole non mi dispiace, anzi, lo adoro, ma non ho il culto dell’abbronzatura.
    Detto questo, mi rendo conto di essere parecchio anti-progressista e se c’è una cosa che mi stressa è mia madre che mi costringe letteralmente a mettermi la crema e poi il dopo sole and so on… mentre io invece me ne starei allegramente al sole senza dovermi ungere come una focaccia genovese.
    Credo, scusami se mi sbaglio, parlando di voi triestini, ma le due volte che sono venuta mi è sembrato di capire che questa tradizione dell’abbronzatura abbia origini profondamente marinaresche. Del resto non credo che per i mozzi – il ruolo più umile sulla nave – ci fosse il tempo per ungersi prima di mettersi al lavoro….
    Detto questo, ovviamente i tempi sono cambiati ma forse anche il sole, oppure siamo diventati noi diversi, con una tolleranza diversa dovuta alle nostre vite moderne (spesso rinchiusi 8 ore negli uffici)… non so.
    E’ un pò come quei mini-cani tipo chihuahua che praticamente vengono usati come borsette dalle padrone le quali poi si stupiscono che appena li mettono a camminare come cani normali (di solito quando sono diventati un pò grandicelli) si stupiscono che vengano colpiti da mille mila infezioni…. dovute principalmente al fatto che nella loro vita canina, proprio nei primi anni dovrebbero formarsi gli anticorpi camminando come dei cani normali e invece vengono tenuti come borsette e quindi appena lasciati scorazzare come cani normali si prendono quelle infezioni che avrebbero preso magari prima e per cui avrebbero sviluppato gli anticorpi. Certe volte io mi stupisco che sti cagnetti sappiano anche camminare…
    ad ogni modo… io credo che le nostre vite all’aria aperta (e quindi la nostra resistenza al sole a prescindere dal tipo fototipo della pelle e chiaramente non consiglio ad un’albino, ma nemmeno ad un rosso di capelli, di esporsi sconsideratamente al sole) si siano trasformate come quelle di questi poveri accessori viventi per madaminkia… (si perchè di solito le bimbeminkia crescendo diventano madaminkia…è una evoluzione naturale) appena poi pigliamo il sole sono cazzi acidi, perchè non ci siamo fatti gli “anticorpi” prima.

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    • Certamente il mare in casa spinge gli abitanti della città a goderselo il più possibile e quindi a stare all’aria aperta.
      La similitudine con il cane e le abitudini alla vita “fuori” ci possono stare ma, non credo che questo – purtroppo – possa valere anche per la pelle.
      Il fototipo, haimè, ti segna la vita, nel senso che, senza protezione e relativa crema spalmata, il pallidino si brucerà smepre, per tutti i secoli dei secoli. E, non tralasciamo che, causa l’inquinamento, il buco dell’ozono, siamo molto più esposti al peggio dei raggi solari.

      Sicchè, fatte queste premesse, proteggere la pelle è innanzitutto evitare di ammalarsi. Poi, sul livello di abbronzatura, possiamo parlarne. Ma, credimi, a trieste vedi in giro persone che hanno davvero abusato di sole e per tanto tempo che proprio non si possono più guardare tanto sono “incartapecorite”… 🙂

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  2. antigonewoland

     /  4 luglio 2013

    si ma infatti lo so, sono un fototipo chiaro quindi ovvio, tuttavia non credo che a trieste siano tutti con questo fototipo. 🙂 non so…io odio tutti i tentativi artificiali per mantenersi giovani. Io però parto dal seguente presupposto: questi fototipi non esistono da quando hanno inventato le creme solari ma da sempre. ora: cosa facevano questi per ripararsi quando ancora non erano state inventate le creme solari? tutto qui. Certamente alcuni morivano per le malattie che hai detto, altri invece hanno rafforzato la loro pelle con le conseguenze che hai detto. Però ai tempi l’abbronzatura era considerata un segno di povertà, di condizione e classe umile. I ricchi, la upperclass non si abbronzava. 🙂 mamao alla pimpra dal Supremo Gatto Lollonskji!

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  3. Io adoro il soleee!!! Allora devo passare da lì : ) Tra l’altro l’intero Friuli Venezia Giulia è una terra che mi attira moltissimo

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