
L’ho vista ballare e non ho potuto togliere gli occhi dai movimenti di questa libellula tanguera.
Godiamoci l’intervista a Marianna Carpene!
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SIX.Q
- Nome e città di provenienza
Marianna Carpene, vengo dalla città di Verona
2. Dal tuo punto di vista di artista, professionista e insegnante, quanto incide nella tua danza, la femminilità della donna che sei fuori dalla pista e, al contrario, quanto ti è di ostacolo
Nella sua espressione più autentica credo che la danza (come parte del più grande mondo dell’Arte, chiaramente) sia un canale potentissimo di trasmissione della propria individualità, che va molto oltre la propria femminilità!
E la costruzione – al di là degli aspetti tecnici universali – di un proprio stile di insegnamento, di performance o di ballo sociale è strettamente legata allo sviluppo della personalità e alla presa di coscienza delle potenzialità del proprio modo di muoversi nello spazio, della propria “attitudine”.
Ma tutto è parte di un processo di ricerca e scoperta, quindi come tale è incostante e in continuo cambiamento.
Di conseguenza anche la percezione che abbiamo di noi stesse, del nostro corpo, della nostra emotività e femminilità è mutevole. Per questo motivo ogni volta che balliamo ci sentiamo diverse…una delle tante magie del Tango, per fortuna.
3. Quando insegni quale è il cambiamento psicologico, se avviene, che noti nelle allieve?
Nella nostra disciplina è quasi inevitabile il confronto con sé stesse: dalla riscoperta del proprio corpo, del modo in cui “esistiamo” nello spazio, di quello che possiamo trasmettere e percepire quando balliamo…
Sono tutti aspetti introspettivi che nella vita quotidiana quasi sempre ci vengono preclusi. Quante ore passiamo mediamente guidando, sedute ad una scrivania al lavoro, ad occuparci della casa, della famiglia, di noi stesse? In tutta questa frenesia – e per il tipo di società in cui viviamo oggi – è oltremodo facile dimenticare quale sia il nostro stadio naturale…come si cammina, come si respira, come si può essere attivi e presenti senza essere per forza in tensione.
Soprattutto per noi donne contemporanee è molto difficile “lasciare andare”, aspettare, fidarsi, concentrarsi su una dimensione più interiore per migliorare o perfezionare il nostro modo di muoverci.
E’ come essere obbligati a guardarsi a fondo in uno specchio…non piace a tutti, ci sono reazioni molto diverse, dalla gioia, alla commozione, allo sconforto o alla fuga addirittura.
L’importante però è che ogni donna possa vivere questo percorso secondo i propri tempi e credo che questo sia un compito molto importante per chi insegna. Se riusciamo a rispettare ed accompagnare le esigenze ed i timori di ognuna delle nostre allieve il risultato è sempre una crescita reciproca.
4. La follower moderna non è più legata al sesso femminile. Lo stesso vale per il leader. Nel caso specifico della/del follower, elenca quali sono, secondo te, vizi e virtù dello studio di ruoli non tradizionalmente riconducibili alla coppia Maschio/femmina.
A dir il vero trovo più vizi che virtù nella possibilità di sperimentare un ruolo diverso da quello tradizionale – che poi di tradizionale non so quanto ci sia visto che il tango si ballava originariamente tra uomini…
In ogni caso, qualsiasi cosa stimoli la nostra curiosità ed arricchisca la nostra conoscenza non può che far bene al nostro ballo e al nostro essere!
Nuove sensazioni, nuove prospettive e nuove difficoltà spesso aprono strade di esplorazione inaspettate e ci permettono di capire meglio noi stesse e l’altro durante il ballo.
Ci sono coppie leader/follower maschio/femmina assolutamente divine, ma ce ne sono tante altre con ruoli invertiti o con ballerini dello stesso sesso che sono altrettanto incantevoli…insomma l’Arte è Arte e la Bellezza è Bellezza. In tutte le sue forme e sfaccettature.
L’unica cosa che conta è rimanere fedeli al proprio modo di essere e al proprio modo di esprimersi.
5. Secondo te il tango fa bene alle donne? Nel corpo ma, soprattutto nello spirito? Aiuta le donne a ritrovare se stesse, la loro femminilità, ad esaltarla, a farci pace… ? Hai avuto riscontri in tal senso dalle tue allieve?
Come dicevo prima la scoperta di sé stesse è un percorso quasi obbligato per molte donne che si avvicinano al mondo del Tango, è un po’ come andare in terapia o ricevere della consulenza psicologica! Solo che molto spesso siamo allo stesso tempo le dottoresse e le pazienti.
Curiamo noi stesse e affrontiamo a tu per tu le nostre insicurezze e le nostre paure durante il nostro percorso di studi, ballando o imparando la tecnica poco importa.
Ogni volta che siamo in movimento ci mettiamo in gioco e facciamo emergere le nostre forze e le nostre debolezze.
Credo comunque che il Tango faccia bene a tutti, non solo alle donne!! Sono molto paritaria in questo senso ☺
La crescita personale serve sempre, ad ognuno di noi.
Diciamo che forse, a differenza di altri aspetti della società in cui la figura femminile è esaltata prevalentemente per le proprie caratteristiche estetiche, nel Tango la donna brilli, incanti o emozioni soprattutto per il proprio carattere, per la propria personalità e per la propria “onda”.
Non mancano di certo gli esempi di ballerine straordinarie ed emozionanti con corpi più che normali.
Il nostro ruolo di ballerine ed artiste è quello di essere veicolo di emozioni, di sensazioni e soprattutto di energie. Tutto questo ha poco a che vedere con la nostra struttura fisica.
In questo senso quindi sì, è sicuramente un ambiente in cui ogni donna può trovare ed esprimere una sua bellezza unica ed irripetibile (che meraviglia!)
6. Dì quella cosa che avresti sempre voluto dire ma che non hanno mai osato chiederti.
Dico sempre tutto, anche se non me lo chiedono…ahimé!! ☺
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Per studiare e contattare la maestra:
Sede e indirizzo della scuola: Verona c/o Centro Polisportivo Don Calabria
Sito web: Nueva Onda Milonguera
Pagina fb: Nueva Onda Milonguera
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Ringrazio molto Marianna di aver accettato l’invito a partecipare alla SIX.Q sul tango femminile.
Pimpra
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